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Ansia: 12 segnali da approfondire con un professionista

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Ansia: 12 segnali da approfondire con un professionista

La distinzione tra “ansia fisiologica” e “ansia patologica” non è sempre così chiara e definita.

Tutti, almeno una volta nella vita, si sono sentiti particolarmente ansiosi e agitati, per esempio prima di un discorso in pubblico o a causa di una situazione economica difficile. Per alcune persone, tuttavia, l’ansia diventa così smisurata e frequente che ci si sente schiacciati e in preda alle proprie angosce.

Come si può cogliere se l’ansia giornaliera, che ciascun individuo esperisce, ha superato la soglia ed è così significativa da diventare un disturbo?

Ecco qui un piccolo manuale per imparare a riconoscerla in voi e nei vostri cari.

1. Preoccupazioni eccessive

Il principale sintomo del Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD) è la preoccupazione eccessiva per le cose di tutti i giorni, piccole o grandi.

Ma quando le preoccupazioni sono eccessive? Innanzitutto se esse si manifestano per la maggior parte della giornata per almeno 6 mesi. Inoltre, l’ansia è così accentuata da interferire significativamente con la vita quotidiana della persona ed è accompagnata da affaticabilità, irrequietezza o tensione muscolare.

Secondo il  dottor Winston, co-direttore dell’Istituto per l’Ansia e lo Stress di Towson (Maryland), la distinzione tra ansia fisiologica e patologica sta nello scadimento della qualità della vita.

2. Problemi di sonno

La difficoltà ad addormentarsi è associata ad una ampia varietà di condizioni di salute, sia fisiche sia psicologiche.

Certamente non è un fatto così insolito continuare a rigirarsi nel letto la sera prima di un discorso importante o di un colloquio di lavoro. Tuttavia, se vi capita di frequente di ritrovarvi svegli, agitati e preoccupati per problemi piccoli o addirittura non  presenti, ciò può essere un segno di disturbo d’ansia. Circa la metà delle persone con GAD, per esempio, soffrono di problemi di sonno.

Un altro campanello d’allarme che indica la presenza di un possibile disturbo d’ansia? Vi svegliate molto agitati, la vostra mente sta correndo e siete incapaci di calmarvi.

3. Paure irrazionali

Non tutta l’ansia è “generalizzata”.

Al contrario, essa può essere legata a situazioni particolari o a oggetti, ad esempio volare o specifici animali. Se la paura diventa travolgente ed eccessiva rispetto al rischio concreto, si parla di “fobia”. Sebbene le fobie possano essere bizzarre, non sono sempre così “in superficie”. Infatti possono non essere notate fino a quando non ci si confronta con una situazione specifica e ci si scopre incapaci di gestire la paura.

Per esempio, una persona che ha il terrore dei serpenti può vivere tranquillamente la sua vita per anni senza alcun tipo di problema, ma un giorno il figlio chiede di andare al campeggio e in quel momento si accorge di necessitare di un trattamento.

4. Tensione muscolare

La tensione muscolare costante, come digrignare i denti, stringere i pugni, tendere gli arti, spesso accompagna un disturbo d’ansia. Tale sintomatologia può essere talmente cronica e pervasiva che, a lungo andare, la persona smette di accorgersi della condizione di tensione in cui versa quotidianamente.

Durante situazioni di stress, ansia o preoccupazione è coinvolto l’apparato muscolare, che reagisce a queste sollecitazioni psicologiche con un maggior tono. La tensione muscolare è proporzionata ai problemi d’ansia: più difficoltà si hanno e più i muscoli si irrigidiscono.

5. Difficoltà di digestione

L’ansia parte dalla mente, ma spesso si manifesta attraverso il corpo con sintomatologia fisica.

La sindrome dell’intestino irritabile, per esempio, è una condizione caratterizzata da mal di pancia, crampi e gonfiore addominale, costipazione, flatulenza e diarrea.

Il dr. Winston la definisce come “ansia del tratto digestivo”. Questa sindrome è sempre associata ad ansia. L’intestino è molto sensibile allo stress psicologico, e viceversa i sintomi fisici del tratto digerente possono rendere una persona molto più ansiosa.

6. Paura del palcoscenico

La maggior parte delle persone si sentono agitate quando devono parlare davanti ad un gruppo o essere sotto un riflettore. Ma se la paura è così forte che né l’allenamento né la pratica possono ridurre il livello di ansia provato, o se si trascorre molto tempo a pensare a tutte le conseguenze catastrofiche che potrebbero succedere e ad avere una paura folle, probabilmente siamo davanti ad un Disturbo di Ansia Sociale.

Le persone con ansia sociale tendono ad avere una paura eccessiva e pervasiva che comincia  giorni o addirittura settimane prima di uno specifico evento o situazione sociale. E se non riescono ad ottenere la performance che si aspettano si sentono profondamente a disagio e continuano a chiedersi come sono stati giudicati dagli altri.

7. Sentirsi gli occhi addosso

L’ansia sociale non sempre riguarda situazioni come parlare davanti a una folla o essere al centro dell’attenzione. In molti casi, essa è provocata piuttosto dalle situazioni di ogni giorno, come fare una conversazione con una persona a una festa, mangiare o bere davanti a qualcuno.

In queste situazioni le persone con fobia sociale tendono a sentirsi gli occhi addosso e spesso riportano esperienza di rossore, tremore, nausea, forte sudorazione e difficoltà nel parlare. Questi sintomi possono essere così violenti che rendono notevolmente difficoltoso incontrare altre persone, mantenere relazioni, continuare con la scuola o fare carriera.

8. Panico

Gli attacchi di panico possono essere esperienze terribili: essi si caratterizzano come episodi di paura intensa ed inaspettata che dura alcuni minuti, accompagnata da sintomi fisici come difficoltà a respirare, battito accelerato, tremore, sudorazione, debolezza, dolore al petto, mal di stomaco, e sintomi cognitivi, come paura di morire/impazzire o perdere il controllo.

Quando questi attacchi sono ricorrenti viene fatta una diagnosi di Disturbo di Panico. Le persone con questo disturbo vivono con il terrore circa quando, dove e perché avverrà l’attacco successivo e tendono ad evitare i posti dove hanno esperito quella sensazione di violento disagio.

9. Flashback

Rivivere persistentemente attraverso sogni, ricordi o flashback un evento traumatico, che ha implicato una minaccia di morte o lesioni gravi alla propria persona o ad altri, è il sintomo principale del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Inoltre, i soggetti con diagnosi di PTSD mostrano un aumento dell’attivazione fisiologica, manifestato da difficoltà ad addormentarsi, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza.

I flashback possono tuttavia essere presenti anche in altri disturbi di ansia. Una ricerca del 2006, pubblicata su Journal of Anxiety Disorders, ha osservato che molte persone con ansia sociale presentano flashback di eventi non così traumatici, ma per loro particolarmente intensi dal punto di vista emotivo, come essere ridicolizzati in pubblico.

10. Perfezionismo

Coloro che sono perfezionisti hanno una mente particolarmente ossessiva e puntigliosa. Il dr. Winston commenta: “Se siete costantemente giudicanti verso voi stessi, sperimentate forte ansia anticipatoria circa i possibili errori che potreste fare o temete costantemente di fallire gli standard che vi siete prefissati, probabilmente avete un problema d’ansia”. Il perfezionismo “va a braccetto” con diversi disturbi d’ansia.

Esso è comune, ad esempio, nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (OCD). Questo disturbo può insorgere molto lentamente: è il caso, per esempio, di una ragazza molto puntigliosa che prima di uscire con le amiche passa almeno 3 ore a truccarsi e pettinarsi… finché arriverà a dover fare tutto sempre nello stesso ordine, altrimenti si agiterà e dovrà ricominciare da capo…

11. Ossessioni e rituali

Per diagnosticare il Disturbo Ossessivo Compulsivo occorrono ossessioni o compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, che causano ansia o disagio marcati e che la persona tenta di ignorare o di sopprimere. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali  che la persona si sente obbligata a mettere in atto, secondo regole che devono essere applicate rigidamente per ridurre il disagio legato all’ossessione o prevenire l’insorgenza di situazioni temute. Le compulsioni, che assomigliano molto a dei rituali, possono essere mentali (dire  a se stessi che va tutto bene un numero di volte stabilito) o fisiche (lavarsi e mani, collezionare gli oggetti).

Quando questi pensieri ricorrenti e questi comportamenti ripetitivi fanno perdere molto tempo alla persona e interferiscono significativamente con le normali abitudini, come il funzionamento lavorativo, le attività o le relazioni sociali, si parla di Disturbo Ossessivo Compulsivo.

12. Dubitare di se stessi

Dubitare di se stessi e chiedere continuamente conferme è una caratteristica comune alle persone che soffrono di disturbi d’ansia. In qualche caso, il dubbio può diventare così assillante da diventare una ossessione.

Spesso, il senso di insicurezza circa le proprie capacità e l’immagine negativa e svalutante di sé possono derivare dal fatto di essere cresciuti all’interno di una famiglia perfezionista, dove tutto quello che si fa deve essere perfetto. Le verbalizzazioni frequenti in questo tipo di famiglie sono: “se lo fai, fallo bene, altrimenti non lo fare”, o “avresti potuto farlo meglio..”.

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LINK UTILI:
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Il mio parere: L’ansia è una reazione emotiva naturale e primitiva con valore adattivo: essa è indispensabile per attivare le nostre risorse quando siamo di fronte a un ostacolo o a una situazione potenzialmente pericolosa, creando una sensazione di disagio e mobilitando alla fuga o all’azione.

Quando  il livello di attivazione, anziché essere temporaneo come in seguito ad uno spavento, rimane costantemente elevato e perdura dopo la cessazione di stimoli minacciosi, oppure quando gli stimoli non sono obiettivamente pericolosi, l’ansia assume un carattere patologico.

Ecco un elenco di segnali che potrebbero suggerire la presenza di un distubro d’ansia: se vi ci ritrovate, il consiglio è di rivolgervi ad uno psicologo.

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