8 atteggiamenti mentali negativi tipici delle persone infelici
👉 “Quasi tutti i sentimenti di sofferenza e dolore hanno la loro radice in un modo errato di guardare la realtà. Quando smetterete di guardare erroneamente, smetterete di soffrire” Buddha
Fin dai tempi più antichi, l’uomo ha fatto esperienza dei pensieri negativi che arrovellano la mente. Tuttavia, è il modo in cui decidiamo di maneggiare questi pensieri che fa la differenza. A seconda dell’interpretazione che attribuiamo agli eventi della realtà, possiamo infatti trovarci a sperimentare sicurezza o paura, speranza o panico, responsabilità o vittimismo, vittoria o sconfitta.
Perché è così importante il modo in cui pensiamo?
Vari studi hanno rilevato che avere un atteggiamento mentale negativo nei confronti degli eventi della vita può inficiare lo stato di salute e avere effetti negativi sulla nostra felicità e sul nostro benessere psicologico.
Raggiungere una certa consapevolezza dei propri automatismi mentali è il primo step per capire come dare una svolta efficace ai propri comportamenti e iniziare a vivere una vita più felice.
In questo articolo voglio allora condividere con te 8 atteggiamenti mentali negativi molto frequenti nelle persone che si dichiarano cronicamente infelici… ma che, a ben vedere, renderebbero infelice chiunque di noi li manifestasse con regolarità!
Cosa troverai in questo post:
- Avere un dialogo interno auto-svalutante
- Avere attitudini pessimistiche
- Fare paragoni negativi con gli altri
- Rimuginare sul passato
- Sentirsi impotenti di fronte a persone ostili
- Colpevolizzare gli altri
- Avere difficoltà a perdonare se stessi
- Avere timore eccessivo di fallire e di fare errori
- Conclusioni: costruire la felicità cambiando prospettiva
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1. Avere un dialogo interno auto-svalutante
Il “dialogo interno” è quella sorta di voce interiore che ci accompagna in tutto quello che facciamo. Esso è formato dai pensieri che formuliamo sul mondo.
Poiché il dialogo interno costituisce di fatto un insieme di messaggi che inviamo a noi stessi, se è prevalentemente di matrice negativa, esso rischia di sabotare gravemente il nostro benessere: può ridurre il nostro senso di efficacia, diminuire le nostre capacità di perfomance e abbassare il nostro potenziale.
I pensieri auto-svalutanti più comuni tipici delle persone infelici includono frasi del tipo:
- “Non posso…”,
- “Non sono bravo abbastanza!”
- “Non riesco…”
- “Mi mancano certe caratteristiche…”
- “Fallirò!”
Vi piacerebbe che un vostro amico continuasse a ripetervi “Non avrai mai successo”, “Non sei bravo abbastanza”, “Sei troppo insicuro”, “Fallirai”? Considerereste questa persona un vero amico? Ovviamente no! Dunque, perché parlate a voi stessi in questo modo?
Ingaggiarsi continuamente in pensieri auto-svalutanti è come avere un amico crudele che cerca in ogni modo di sabotarvi. Così facendo, diventate il peggior nemico di voi stessi.
📌 Imparare a parlare con sé stessi può fare la differenza sul proprio benessere. In questo video trovi 4 consigli utili per imparare a individuare e gestire efficacemente il tuo dialogo interiore negativo:
2. Avere attitudini pessimistiche
Una tra le più controproducenti forme di pensiero consiste nel partire da una situazione e vedere solo il lato negativo, o addirittura ipotizzare il peggio. Per molte persone guardare il bicchiere mezzo vuoto è un’attitudine abituale e automatica.
Pensiamo per esempio ad un treno fermo o a una giornata di pioggia. Per alcune persone, questi eventi sono solo esperienze negative, terribili. In realtà, non c’è nulla di positivo o di negativo nel traffico o nel tempo! È il modo in cui si sceglie di guardare le circostanze che rende la situazione positiva o negativa, e questa scelta può immediatamente renderci più forti o più deboli, più felici o più tristi, potenti o vittime.
Partendo dalla stessa situazione, possiamo guardare il treno fermo come la possibilità di ascoltare musica rilassante o una giornata di pioggia come l’occasione per andare a casa a berci una buona tazza di cioccolata calda leggendo un bel libro. Dipende tutto da come scegliete di osservare il momento.
3. Fare paragoni negativi con gli altri
Uno dei più facili e comuni modi per sentirsi tristi e insoddisfatti è paragonare se stessi agli altri, in particolare con persone irraggiungibili. Spesso tendiamo a fare confronti con persone che ricevono un sacco di complimenti, che sono molto attraenti, che fanno molti soldi, o che hanno moltissimi contatti sui social.
Quando vi trovate a desiderare quello che hanno gli altri, e vi sentite invidiosi, inferiori e inadeguati, molto probabilmente state mettendo in atto paragoni sociali negativi.
Vari studi in letteratura (a partire da Aspinwall & Taylor, 1993 e Collins, 1995) hanno mostrato che le persone che attuano abitualmente confronti negativi con gli altri soffrono più frequentemente di stress, ansia, depressione e pensieri auto-svalutanti.
4. Rimuginare sul passato
“Lincoln ha perso 8 elezioni, ha portato al fallimento 2 industrie e soffrì di una crisi nervosa prima di diventare presidente degli Stati Uniti”. (Wall Street Journal)
Dovremmo imparare dal passato, non farci schiacciare da esso.
Le circostanze avverse della vita e gli episodi personali negativi possano bloccarci, farci diventare insicuri nelle scelte e non farci riconoscere nuove brillanti opportunità. Tuttavia, mentre ciò che è avvenuto nel passato non può essere modificato, abbiamo la possibilità di dare una nuova forma a quello che deve ancora accadere.
Il primo passo è quello di rompere col passato e dichiarare che siamo noi, non la nostra storia, ad essere in gioco adesso.
Goethe ci ricorda: “Niente vale più di questo giorno”. Quindi, non soffermiamoci sul passato: facciamo scelte migliori oggi e andiamo avanti.
📌 Se stai cercando un approfondimento e una guida pratica per fare il primo passo verso una vita più serena e libera dal rimuginio, leggi l’articolo “Rimuginio: come liberarsi dal ciclo infinito dei pensieri negativi“
5. Sentirsi impotenti di fronte a persone ostili
È frequente incontrare sulla propria strada persone difficili. Di fronte a questi individui che cercano continuamente la sfida, è facile arrivare a credere che loro siano i forti e noi le vittime, e che con il loro comportamento aggressivo abbiano il controllo su di noi.
Molti nostri atteggiamenti di fuga, anche se giustificati, sono notevolmente influenzati dalla convinzione della propria debolezza.
La chiave per cambiare questa falsa credenza di essere vittime di un prepotente è spostarsi dalla condizione di passività a quella di attività.
Se avete a che fare con un narcisista, un passivo-aggressivo, un manipolatore, un intimidatore o un controllante, ci sono molte strategie che potete utilizzare per fronteggiare la situazione. A questo proposito, potrebbe esserti utile questo articolo: 8 strategie per trattare con persone aggressive e prepotenti
👉 In che modo il nostro modo di relazionarci a un’ingiustizia subìta può fare la differenza? Te lo spiego in questo breve video:
6. Colpevolizzare gli altri
“Quando diamo la colpa ad altri, stiamo gettando via il nostro potere” (Greg Anderson)
Colpevolizzare consiste nel far sentire gli altri responsabili delle proprie disgrazie. Molte persone hanno l’abitudine di buttare la colpa della loro infelicità o mancanza di successo su genitori inefficienti, relazioni negative, su svantaggi socio-economici o sulla salute precaria.
Certamente è vero che la vita è piena di difficoltà, ed innegabili sono il dolore e le sofferenze che ne conseguono, tuttavia incolpare gli altri della propria infelicità e assumere il ruolo di vittima non è un atteggiamento efficace.
Per quale motivo?
La condizione di vittima consente una serie di vantaggi secondari, ad esempio è più “comodo” puntare il dito contro gli altri per le proprie insoddisfazioni, evitando o ritardando il momento di assumersi la completa responsabilità della propria vita. Tuttavia è utile notare che l’abitudine a colpevolizzare terze persone ci fa risultare, agli occhi degli altri, sgradevoli e rancorosi e, soprattutto, ci priva del potere di cambiare le cose, proprio perché la responsabilità è spostata su terzi (…).
Tra l’altro, spesso e volentieri, gli individui “bersaglio” della colpevolizzazione hanno poca idea di quello che veramente sta provando la persona, e potrebbero pertanto non accorgersi di nulla.
Le persone infelici che tendono a colpevolizzare diventano prigioniere della propria acidità e del proprio astio. Tali sentimenti possono anche essere giustificati, tuttavia non sono utili a diventare persone felici e di successo.
📌 C’è una persona a cui dai spesso la colpa e che voresti cambiasse il suo comportamento? Allora ti suggerisco di dare un’occhiata a questo video:
7. Avere timore eccessivo di fallire e di fare errori
Si può anche cercare di essere perfetti, ma il costo di questa decisione è molto alto… Come ti sentirai quando non riuscirai a raggiungere i canoni elevati che ti eri imposto?
La paura di fallire o di commettere errori è spesso associata al desiderio di essere stimati ed apprezzati dagli altri e alle nostre personali esigenze perfezionistiche.
Vi è mai successo di pensare di non essere stati bravi come desideravate in certe occasioni? Ciò non potrebbe forse essere dovuto all’asticella che avete posizionato un po’ troppo in alto?
Benchè avere standard elevati possa servire come un ottimo strumento motivazionale, aspettarsi di essere sempre perfetti in tutte le situazioni ha effetti negativi sul nostro benessere, in quanto va ad aumentare i livelli di stress e a diminuire le probabilità di ottenere successo, riducendo così la propria felicità.
A conferma di ciò, numerosi studi in letteratura (tra cui Rettner, 2010) hanno sottolineato la correlazione inversa tra perfezionismo e felicità: all’aumentare del primo, la seconda tende a diminuire. Un fatto è evidente nella storia: non è umano essere perfetti.
📌 Se la paura di fallire o il perfezionismo ti stanno impedendo di compiere il primo passo verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi, prenditi 5 minuti per guardare questo video:
8. Avere difficoltà a perdonare se stessi
Tutti noi commettiamo errori nella vita. Eppure, gli errori non sono permanenti; sono momenti isolati.
Se provi a voltare lo sguardo indietro, alle tue azioni passate, ci sono decisioni e gesti che rimpiangi di aver fatto? Ci sono stati errori sfortunati di giudizio che hanno causato dolore a te stesso o ad altri intorno a te? Credo proprio che tutti risponderemmo di sì a queste domande.
Il punto, però, è un altro…
Come rievochi questi eventi passati?
Tendi a pensare a te stesso come a una cattiva persona e ti senti in colpa per avere fatto male qualcosa o aver perso delle opportunità?
Come visto precedentemente, molto dipende da come leggiamo e rileggiamo gli eventi della nostra vita. Durante questi momenti difficili, è estremamente importante essere compassionevoli con se stessi, forti del fatto che ora siamo più consapevoli e abbiamo la possibilità di evitare di ripetere gli errori del passato, così da fare una differenza positiva verso noi stessi e verso gli altri.
Impara a dire a te stesso: ho fatto un errore, ma questo non fa di me una persona cattiva.
📌 Ti stai chiedendo come passare dall’ipercriticismo alla compassione? In questo videotutorial ti spiego come utilizzare “La lettera di conforto”, uno strumento del benessere estremamente utile per capire che le critiche non ci aiutano a migliorare, e come imparare a utilizzare una comunicazione più compassionevole con noi stessi.
👉 Ecco un’anteprima dello strumento 😉
Conclusioni: costruire la felicità cambiando la nostra prospettiva
Come mi piace spesso ripetere, non è tanto la realtà a condizionare il nostro stato psicologico, quanto la lettura che ne diamo. A volte, ci troviamo ad interpretare la realtà negativamente in modo quasi automatico, non rendendoci conto che ciò, di fatto, ha poi un effetto deleterio sulle nostre emozioni, sul nostro umore e sulle nostre possibilità di affrontare in maniera efficace gli eventi della vita.
La tendenza delle persone infelici a vedere le cose in modo negativo non è soltanto un’abitudine mentale; spesso è il risultato di convinzioni radicate, paure non affrontate e esperienze passate che hanno lasciato un’impronta profonda. Tuttavia, proprio come abbiamo appreso queste lenti attraverso cui guardiamo il mondo, possiamo anche imparare a cambiarle. Questo richiede un lavoro consapevole su noi stessi, un’apertura verso nuove prospettive e la volontà di mettere in discussione ciò che abbiamo sempre ritenuto vero.
Iniziare a riconoscere gli 8 atteggiamenti mentali che ho condiviso con te in questo articolo è il primo passo per trasformarli.
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