Bambini e digitale – la frattura psicologica si allarga
Bambini e digitale – la frattura psicologica si allarga
A maggio 2015 sul sito “Agenda Digitale” è uscito un mio articolo sulla frattura tra bambini e adulti sul tema del digitale e delle nuove tecnologie.
Il tema mi sta molto a cuore e da tempo sto promuovendo un corso creato ad hoc per aiutare i genitori ad aiutare i figli nella scoperta di questi nuovi strumenti che sono potentenzialmente molto arricchenti ma se male utilizzati possono avere effetti collaterali devastanti.
Di seguito un breve estratto dall’articolo, per ulteriori approfondimenti consiglio la lettura completa del pezzo e la visita al sito www.media-education.it, che raccoglie appunto il video corso che ho creato.
Ad oggi, di fatto, convivono nello stesso ecosistema due specie antropologicamente differenti. La generazione odierna, quella digitale, e la generazione precedente cresciuta senza tablet, cellulari, schermi touch&screen, internet e social.
La diversità, lo sappiamo, è una potenziale occasione di arricchimento reciproco, e se ben gestito questo passaggio generazionale potrebbe creare nuovi ibridi curiosi e affascinanti capaci di chissà quali cose nuove.
Tuttavia, affinché questo processo virtuoso avvenga, la “vecchia” generazione deve riuscire nel compito di mantenere entro un limite tollerabile il gap che la divide dai cosiddetti nativi digitali.
Se questo gap diventerà eccessivo, verranno perdute importanti occasioni formative e lasciate sole le nuove leve alla scoperta di tecnologie per loro troppo potenti.
Quando lessi anni fa il libro “L’età ibrida”, di Ayesha e Parag Khanna, mi colpì un dato molto curioso: il 58% dei nati tra gli anni 80 e gli anni 2000, se obbligati a rinunciare a una cosa tra olfatto e connessione online, dichiarano di fare a meno della capacità di sentire gli odori.
Un numero inaspettato, certo raccolto su una cultura diversa da quella italiana, ma che non può certo non smuovere riflessioni tra loro anche contrastanti.
Ma dopo i comprensibili giudizi morali ed etici su questo tema, credo che debba in tutti subentrare una consapevolezza nuova sul fatto che il mondo, che ci piaccia o meno, sta andando in questa direzione.
Internet e le nuove tecnologie sono e saranno sempre più percepiti come parte del nostro corpo: estensioni vitali al pari dei 5 sensi che ci orientano nello stare in vita.
Così come il bastone è inteso per una persona non vedente, capace di orientarlo nello spazio e condurlo nella strada corretta, oggi parrebbe essere per internet. E chissà che domani questo ruolo non verrà ricoperto dai nuovi occhiali tecnologici o dai vestiti che indosseremo con microchip al loro interno per misurare parametri vitali e strabiliarci attraverso altre nuove scoperte ad oggi inimmaginabili.
Il gap di cui parlavo prima, insomma, è destinato ad aumentare se noi per primi non iniziamo a interessarci di ciò che cattura i ragazzi di oggi. Siamo noi a dovere imparare la loro lingua e non viceversa, e dobbiamo compiere questo sforzo per non lasciarli da soli davanti al potere delle nuove tecnologie, affascinante quanto potenzialmente devastante.