Come costruiamo la realtà che subiamo
Cambiare se stessi e creare la propria realtà
“Tutti i più grandi avvenimenti hanno luogo nella nostra mente”
Oscar Wilde
Albert Einstein
La vignetta entra nella testa dei due giocatori in un momento clou di una partita di calcio. L’attaccante vede la porta piccolissima in confronto a un portiere enorme, capace di chiudere tutto lo schermo della rete e di rendere pertanto difficilissimo poter segnare il goal.
Viceversa, il portiere si sente disorientato dentro una porta che vive enorme e impossibile da coprire sufficientemente bene.
Due costruzioni della realtà un po’ pessimiste se vogliamo, che però rappresentano per i due protagonisti la loro personale verità, che diventa concreta e reale tanto, probabilmente, da condizionare l’andamento della gara.
Quali sono le chances che il portiere ha di parare il rigore e quali le probabilità del calciatore di segnare il goal se viene mantenuta questa rappresentazione della realtà nella loro mente?
L’attaccante tenterà, verosimilmente, un tiro angolatissimo con il rischio di mettere il pallone fuori, mentre il portiere sfiduciato potrebbe rinunciare anche a tuffarsi, date le poche speranze di coprire una superficie così estesa.
La stessa situazione (il tiro del rigore) può essere vissuta in maniera diametralmente opposta, a seconda del punto di osservazione. Ma qual è la realtà?
A mio avviso lo sono entrambe. Ognuno di noi ha una propria realtà che si costruisce istante per istante e che finisce inevitabilmente per influenzare il nostro modo di porci nelle situazioni e quindi deciderne l’esito. La realtà che viviamo non è quanto ci capita, ma come lo interpretiamo. La buona notizia è che queste interpretazioni possono essere modificate e sostituite con altre più utili e funzionali.
Quando la visione di se stessi, del mondo e del futuro è distorta da un filtro negativo, vien da sé che la colorazione emotiva delle giornate diventa nera. Un primo passo utile da fare, quindi, potrebbe essere quello di prendere coscienza di questi pensieri negativi e di monitorare come spesso, le nostre profezie, rischiano poi di avverarsi.
Mettiamoci nei panni del portiere e dell’attaccante e pensiamo a come si possano ampliare le loro rappresentazioni, sostituendole con un pensiero alternativo che sia più utile e funzionale al raggiungere l’obiettivo e a farci vivere più serenamente: ecco un esercizio che si può fare mettendo come protagonisti se stessi e le proprie vicissitudini, utile ad aumentare la flessibilità mentale e, di conseguenza, a tollerare meglio gli inevitabili pesi della vita.
Luca Mazzucchelli