Oggi voglio parlare di come spostare il nostro punto di vista rispetto alle cose che ci accadono, possa generare in noi una percezione completamente diversa di quanto è davanti a noi.
Ho pensato, a questo proposito, che non ci fosse strumento migliore per dimostrare questo concetto che partendo dalle illusioni ottiche, studiate in maneira approfondita dalla psicologia della Gestalt (che in tedesco vuol dire "forma").
“Lo spirito critico è una curiosità investigativa, un’acutezza della mente, una zelante dedicazione alla ragione e un appetito o brama di informazioni attendibili”( a statement of expert census for porpose of educational assesment and istruction 1990).
Stili di pensiero
Secondo la psicologia esistono diversi stili di pensiero che l’uomo adotta nella sua vita quotidiana tra cui troviamo il pensiero critico, il pensiero laterale e il pensiero creativo.
Il pensiero critico
Oggi vorrei proporre una riflessione sul pensiero critico e ciò che potenzialmente lo contrasta. Innanzitutto cosa intendiamo per “critical thinking”? Nella definizione soprastante abbiamo una definizione che può corrispondere a ciò che intuitivamente tutti intendiamo per “spirito critico”. In psicologia il pensiero critico è un processo mentale che consiste nell’analizzare o valutare delle informazioni, queste informazioni possono essere ottenute tramite l’osservazione, l’esperienza, il ragionamento o la comunicazione. Questo pensiero è strettamente legato a delle strategie messe in atto dal soggetto per analizzare i dati in entrata che vanno in due direzioni:
In questo interessante video, Paul Watzlawick parla (in un italiano perfetto) di alcune delle intuizioni che ha avuto e che hanno poi portato grandissime modifiche nel panorama della psicologia.
In particolare espone il concetto di causalità, che superò con l'introduzione della circolarità; la differenza tra la psicanalisi freudiana, quella Junghiana e la sua idea (la realtà è costruita dall'osservatore, il quale attribuisce a ciò che accade un valore fondamentale); l'influenza che Popper ha avuto sul suo pensiero attraverso le idee di falsicabiltà e veridicità.
Vorrei in questo articolo parlare della coppia sana, intendendo questo termine non nell’accezione medica ma in quella di coppia che funziona e sta bene.
Prima di tutto è importante chiarire cosa sia una coppia. Personalmente credo che siano almeno 3 le caratteristiche minime necessarie a far sì che questo nome venga utilizzato in maniera propria e, in particolare, mi riferisco alla presenza di un legame, alla condivisione di un progetto e alla vicinanza fisica trai due soggetti. Certo sono queste delle indicazioni in linea di massima, non assiomi, e una coppia che non possegga questi minimi comuni denominatori ma si ritiene comunque tale, può spesso comunque farlo a ragione: si pensi, ad esempio, a due amanti che non si vedono da 5 anni ma coltivano il sogno di sposarsi.
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Per essere definita "sana" la coppia deve possedere 4 caratteristiche, utili per facilitarla nel vivere serenamente quanto accade intorno a lei e al proprio interno.
Con la parola “identità” siamo soliti riferirci all’insieme delle caratteristiche che rendono qualcuno quello che è, distinguendolo da tutti gli altri. È un termine che rimanda a concetti complessi ma molto utilizzati quali ad esempio “formazione dell’identità”, “identità culturale”, “crisi d’identità”.
Occorre dire che ci sono diversi tipi di identità che in psicologia si classificano in differenti modalità. Ad esempio possiamo distinguere l’identità soggettiva (l’insieme delle mie caratteristiche “come io le vedo”) da quella oggettiva. Quest’ultima, in particolare, si riferisce alla propria riconoscibilità ed è possibile scomporlain almeno tre aspetti: l’identità fisica, data soprattutto dalle caratteristiche della faccia, l’identità sociale, ossia le caratteristiche quali età, stato civile, professione, livello culturale, e l’identità psicologica ovvero lo stile costante del proprio comportamento, la personalità di un individuo.