Come essere consapevoli
Quante persone incontri quotidianamente che non sono minimamente consapevoli di quello che fanno?
Alcuni si credono dei Superman, dei salvatori… ma in realtà sono davvero imbarazzanti.
Riesco ad averne in mente, in modo molto lucido, almeno un centinaio. Ma in realtà non è questo il vero problema.
Il vero problema è che anche tu sei uno di loro. E lo sono anche io. Perché gli esseri umani, non sono creature consapevoli.
E se stai scuotendo la testa e stai pensando “no Luca… no! Questa volta ti sbagli… io sono consapevole eccome!” … posso dirti una cosa? … Hai proprio bisogno di imparare a essere più consapevole.
Prima di addentrarci in alcune indicazioni pratiche per essere più consapevoli, vediamo assieme alcuni dei vantaggi che spettano a chi è più consapevole di se stesso:
- Sarai più felice
- Prenderai decisioni più intelligenti
- Avrai migliori rapporti personali
- Crescerai bambini più maturi
- Avrai più successo nella vita
- Un sacco di altre cose che potrai leggere nel libro Insight di Tasha Eurich.
Ora, se siamo tutti consapevoli dell’importanza di essere consapevoli, possiamo passare alla parte pratica e ai miei 4 spunti per lavorare su questa abilità.
1. Riflettere di meno, notare di più
Leggendo questo primo punto potresti subito chiederti: “ma come? se rifletto di più non dovrei diventare più consapevole?” In realtà no!
Pensare a noi stessi non significa conoscere noi stessi. Spesso la gente che trascorre moltissime ore in autoriflessione, finisce per avere meno consapevolezza di sé di quando aveva iniziato a riflettere…
Molto meglio adottare il metodo del buon ricercatore: meno teoria e più pratica. Devi raccogliere dati, prove chiare che parlino di te.
Per esempio:
- “Se mi sveglio presto, faccio più cose durante il giorno”
- “Se programmo i video in anticipo, riesco a fare un palinsesto di 2 uscite settimanali”
- “Dopo che parlo con i miei amici, mi sento meglio con me stesso”
Il punto qui è che dobbiamo smetterla con le teorie elaborate e dobbiamo tornare al comportamento e ai suoi risultati.
Peraltro, un libro molto interessante che tratta questo argomento è di Giorgio Nardone
“Cogito ergo soffro, quando pensare troppo fa male”.
Passiamo al secondo punto…
2. Chiediti “come mai” e non “perché”
Quando facevo la scuola di specialità, avevo un professore che si chiamava Canova, Riccardo Canova mi pare, che ci diceva che porre agli altri domande che iniziavano con “perché”, era una cattiva idea.
È una domanda accusatoria, che mette sulla difensiva e che non porta a spiegare un comportamento ma a cercare una causa.
Ci diceva che era molto meglio iniziare le domande con “come mai”? E credo che questo valga molto anche quando parliamo con noi stessi.
“Come mai” ci spinge alla curiosità, e può aiutarci a diventare un po’ meno vittime e un po’ più individui orientati al futuro e alla crescita.
Ma farsi le giuste domande non è sufficiente, dobbiamo anche…
3. Impostare degli obiettivi
Importare degli obiettivi non è una prassi utile solo a raggiungere quello che vogliamo, ma anche a conoscere meglio chi siamo.
Definire i nostri obiettivi è un lavoro che implica un ascoltarci, meglio comprendere le nostre priorità, bisogni e desideri. Definire ciò che per te è importante aiuta molto a essere consapevoli.
Perché quello che vuoi, parla tanto di chi tu sei.
4. Apprendimento continuo
Uno dei modi che più mi aiuta ad approfondire la mia consapevolezza è studiare, leggere e scrivere e di questo sono molto grato al mio canale YouTube.
Mi costa molta fatica ricercare informazioni per pubblicare video su video, ma mi gratifica molto confrontarmi con le teorie degli psicologi più accreditati.
Continuando a imparare, soprattutto nelle aree in cui credi di essere un esperto, scopri gli errori che invece hai fatto.
Ed essere consapevoli dei propri errori porta tanto in termini di autoconsapevolezza.
Cari amici, la consapevolezza di sé non viene naturalmente, ci vuole un piccolo sforzo.
Ogni tanto in questo percorso di ricerca sbagliamo, e anche sbagliando impariamo ad avere più consapevolezza di noi (se ci prestiamo attenzione). Ogni tanto in questo percorso riceveremo dei feedback da chi ci conosce, e anche questi saranno strumenti preziosi per conoscerci di più.
Ma la più grande ingenuità, rispetto alla quale nulla potremo fare, è quella di credere che già noi si conosca tutto quello che c’è da conoscere su noi stessi.
Tutti pensiamo di essere l’eccezione, e in questo risiede il pericolo.
Pericolo dal quale è bene che tutti voi vi guardiate.