
Il mio parere: mi piace lo stile di scrittura di questa collega e trovo che riesce a parlare di concetti importanti in maniera semplice e concreta.
Concordo molto con il fatto che dire “no” assuma connotati talvolta negativi aprioriticamente, mentre in realtà puyò diventare una forma di onostà e rispetto verso se stessi e gli altri.
Suggerisco la lettura dell’aritcolo per intero, riporto qui solo la parte finale, dove si danno alcuni suggerimenti per imparare a dire “no”, utili a mio avviso forse più ai “patologici” del “sì” che alle persone nella norma.
Voto articolo 9/10
Tratto dall’articolo:
- Iniziamo a rispondere con un chiaro, fermo e udibile “No”.
- Non ci scusiamo e soprattutto non ci giustifichiamo. Forniamo solo le nostre ragioni ricordando a noi stessi che abbiamo il diritto di dire “No”.
- Dopo il rifiuto, cambiamo argomento: non aspettiamo di essere persuasi a cambiare idea.
- Se dobbiamo ancora decidere cosa rispondere, chiediamo maggiori informazioni riguardo alla richiesta che ci viene fatta.
- Riconosciamo quando siamo insicuri della nostra decisione e prendiamoci tempo per riflettere.
- Riconosciamo a noi stessi il diritto di chiedere tempo per pensare, prima di concordare o prendere decisioni.
- Riconosciamo quando realmente vogliamo tornare sulle nostre decisioni.
- Riconosciamo a noi stessi il diritto assertivo: “Ho il diritto di riflettere e di cambiare idea”.
- Ricordiamoci sempre che possiamo cambiare opinione.
- Impariamo ad essere chiari e specifici con gli altri. Ad esempio: “Non sono sicuro. Mi piacerebbe rifletterci. Ti chiamerò domani pomeriggio per farti sapere”.
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