Come parlare ai bambini delle stragi e atti terroristici?
Come parlare ai bambini delle stragi e atti terroristici?
Successivamente ai recenti eventi drammatici avvenuti in USA e nel resto del mondo, l‘American Psychological Association (APA), la più grande organizzazione scientifica e professionale negli Stati Uniti in rappresentanza degli psicologi, ha pubblicato sul suo sito ufficiale alcune raccomandazioni su come gestire l’ansia legata a sparatorie, stragi e atti terroristici.
Una preoccupazione particolare è quella che riguarda i più piccoli: occorre proteggerli dall’esposizione a queste notizie oppure parlarne con loro? Cosa dire e cosa non dire, e come?
Le indicazioni dell’APA sono essenzialmente due: limitare l’esposizione dei bambini alle notizie che provengono dai media, ma includerli nelle discussioni importanti su ciò che sta succedendo negli Stati Uniti.
Piccola guida per la conversazione
Le vite dei bambini vengono toccate dagli eventi avversi come quelle di tutti noi, non importa quanto i genitori o gli educatori tentino di mantenerli al riparo dalle “cose brutte”. Anche se l’adulto cerca di evitare argomenti dolorosi, i bambini spesso vengono a sapere che sta succedendo qualcosa di spaventoso o triste.
Invece che nascondere ai bambini i pericoli, le violenze e le tragedie attorno a noi, gli adulti dovrebbero dunque parlare ai bambini di ciò che sta succedendo.
Parlare di questi argomenti potrebbe non essere un’impresa facile, ma discutere di questi eventi con un linguaggio appropriato all’età può davvero aiutare i bambini a sentirsi più sicuri.
Ecco un piccolo vademecum per farlo:
1. Parlatene per primi
Siate i primi ad aprire l’argomento, per quanto difficile sia. Quando i genitori affrontano conversazioni difficili, fanno capire ai loro bambini di essere disponibili e supportivi.
2. Pensate prima a ciò che volete dire
Fate pratica nella vostra mente, davanti ad uno specchio oppure con un altro adulto. Essersi preparati prima può rendere la conversazione più semplice. Non dovrete improvvisare con la prima cosa che vi viene in mente.
3. Trovate un momento tranquillo
Scegliere un momento sufficientemente tranquillo, magari quando avete modo di pranzare insieme. Deve essere un tempo e uno spazio in cui potete dedicare tutta la vostra attenzione a vostro figlio.
4. Cercate di capire cosa sanno
Per esempio, se è appena successa una tragedia in un altro stato, chiedetegli: “Cosa hai sentito di …?”. E Ascoltate. Ascoltate, ascoltate e ascoltate.
5. Condividete con vostro figlio i vostri sentimenti
Non nascondete la vostra sofferenza ma condividete con i vostri bambini le vostre emozioni in merito agli eventi. Comunicherete loro che siete umani. Tuttavia, cercate di evitare in loro presenza reazioni estreme ricollegabili alla mancanza di speranza.
Condividendo con loro le vostre emozioni, avranno anche l’opportunità di capire che, benchè possiate esse tristi, potete farvi forza e andare avanti. I genitori si sentono dire spesso “Siate un buon modello”. Ecco, questo si applica anche alle emozioni.
6. Parlate di diversità e tolleranza
Quando se ne presenta l’occasione, approfittatene per parlare apertamente di diversità, della realtà del razzismo e della discriminazione, oltre che dell’importanza del rispetto e della tolleranza.
7. Concedetevi di dire “non lo so”
A volte la risposta ad alcune domande può essere semplicemente “Non lo so”. “Perchè le persone cattive fanno queste cose?”. “Non lo so” può essere una buona risposta.
8. Rassicurateli
Alla fine della conversazione, rassicurateli sul fatto che farete di tutto per mantenerli al sicuro. Rassicurateli inoltre che possono chiedervi qualsiasi cosa in merito e parlare ancora di questa questione in futuro. Rassicurateli che li amate.
9. Prendetevi cura di voi
Apprendere notizie difficili e tragedie e parlarne può essere qualcosa di molto stressante e doloroso. Non dimenticatevi di prendervi cura di voi:
- Limitate anche la vostra esposizione alle notizie da parte dei media, prendendovi una pausa dai notiziari, che possono aumentare il vostro stress emotivo
- Riposatevi
- Ingaggiatevi in attività fisica
- Fate qualcosa di piacevole per voi e per la vostra famiglia
- Mantenete attivi i legami con amici e parenti
- Consultate eventualmente uno psicologo: a coloro che si sentono troppo sopraffatti e incapace di utilizzare i suggerimenti forniti, l’APA consiglia un consulto da parte di uno psicologo o di altro professionista della salute mentale. “Rivolgersi a qualcuno che agisca da guida può aiutare a rafforzare la nostra capacità di recupero e di persistenza in tempi difficili”
https://www.youtube.com/watch?v=JyMflSUvJhw
Bibliografia
– https://www.apa.org/news/press/releases/2016/07/police-shooting-terrorism.aspx
– https://www.apa.org/helpcenter/talking-to-children.aspx
Sempre più frequentemente, purtroppo, i nostri tempi sono stati caratterizzati da eventi profondamente tragici e dolorosi, intrisi di discriminazione e odio.
L’American Psychological Association ha divulgato alcuni suggerimenti su come parlare con i bambini delle recenti stragi avvenute in America e in Europa, di cui vi presento un breve riassunto.
Aggiungerei ai punti presentati nell’articolo una specifica riguardo i bambini più piccoli. Se il bambino è piccolo, in età prescolare, penso che sia fondamentale un’attenzione particolare a non esporlo con leggerezza ai contenuti dei media. A volte i genitori ascoltano i notiziari in presenza del bambino piccolo pensando che non possa capire, ma non è così: i bambini sono molto recettivi all’ambiente che li circonda. Nel caso siano stati esposti ad informazioni di questo tipo, anche se non fanno domande, occorre parlare con loro effettuando una funzione di “intermediari” rispetto a ciò che hanno ascoltato, rassicurandoli che provvederete alla loro sicurezza. Tale atteggiamento “di intermediari” è importante anche con bambini più grandi, sebbene con l’aumentare dell’età avranno a disposizione sempre maggiori strumenti dal punto di vista cognitivo e affettivo, e per cui valgono certamente le indicazioni dell’APA.
Per chi fosse alla ricerca di un approfondimento su questi temi delicati, conisiglio la visione di due interviste che ho fatto a Philip Zimbardo (QUI) e Umberto Galiberti (QUI), che riflettono con me sui temi della violenza, del terrorismo e della crudeltà umana, ma anche sull’amore e sull’educazione delle emozioni come possibile antidoti a tutto ciò.