Pigrizia e zona di comfort: tecniche per uscire dal quotidiano
Pigrizia e zona di comfort: tecniche per uscire dal quotidiano
Il 25 novembre nel gruppo Mindlab – La strada per la tua crescita personale si è svolto il primo Mastermind: un’occasione di confronto per creare valore e crescere insieme.
Abbiamo parlato di:
Pigrizia e zona di comfort: tecniche per uscire dal quotidiano
Siamo partiti dai 3 consigli pratici che Luca Mazzucchelli ha dato nel corso della consueta live settimanale:
- Dieta dei 30 giorni dalla zona di comfort: scrivi 30 cose che escono dalla tua zona di comfort e parti dalla più semplice. Ogni giorno fanne una diversa di difficoltà crescente verso l’obiettivo finale.
- Prenditi l’impegno con gli altri: dichiarare pubblicamente che farai qualcosa che per te rappresenta un «discomfort». Prenditi un impegno con gli altri o usando dei siti online ad hoc: es. se non lo faccio, pagherò a una ONLUS X euro.
- Disegnare un ambiente che ti obblighi a uscire dalla comfort-zone: es. se porto la tv in ufficio, a casa non potrò più guardarla.
Successivamente, ci siamo divisi in gruppi per rispondere al primo quesito:
Hai già sperimentato una delle tre strategie proposte? Se sì, ha funzionato? Se no, quali pensi siano gli elementi di forza di queste strategie? Quali gli aspetti negativi?
Da qui, sono nate numerose riflessioni che abbiamo racchiuso in un’unica domanda:
È sempre necessario lasciare la zona di comfort, uno stato di sicurezza, e abbandonare un atteggiamento pigro?
«Comfort-zone» non a caso ha proprio questo nome, appunto per via della sua natura innegabilmente confortevole che la rende così difficile da abbandonare.
Per rispondere a questa domanda è bene, in prima analisi, distinguere tra una pigrizia positiva, che ci permette di riposarci e di cui abbiamo bisogno per ricaricare le energie, e una pigrizia negativa che, invece, ci porta a evitare o procrastinare alcune azioni. È necessario abbandonare la comfort-zone quando essa non ci permette di evolvere, quando sentiamo che non favorisce il nostro sviluppo.
Siamo quindi giunti alla conclusione che un approccio graduale verso un obiettivo prestabilito con chiarezza è uno degli elementi vincenti per uscire da una situazione stazionaria.
In un secondo momento, abbiamo raccolto le attività che tendiamo di più a rimandare. Alcune di queste:
- lettura
- sport
- mettere ordine, selezionare, fare pulizia
- risolvere delle problematiche relazionali
- sistemare la cucina
- truccarsi
- dieta
Come noterai, alcune di queste sono più pratiche, concrete, “fisiche”. Altre, invece, implicano una “fatica” emotiva, e proprio per questo sembrano essere le più complesse.
Ma cosa ci limita nel compiere queste attività, sia dal punto di vista fisico che mentale?
Ad esempio:
Nemico fisico: organizzazione dell’ambiente fisico ostacolante (es. «non ho spazio per allenarmi»), organizzazione del tempo (es. «non sono in grado di pianificare gli orari per allenarmi»)
Nemico emotivo/mentale: credenze limitanti (es. «non ce la farò», «lo farò domani», «non sono il tipo che si allena», «devo essere perfetto»), giudizio degli altri e relazioni tossiche (es. «cosa penseranno gli altri?), forza di volontà («non ho voglia di allenarmi»)
Per aiutarci a superare queste difficoltà, quindi, abbiamo preso una delle attività che tendiamo a rimandare di più (identificate prima) e le abbiamo analizzate: per ognuna, abbiamo trovato un facilitatore, cioè qualcosa che ci aiuta a metterla in atto, e una barriera, qualcosa che invece la limita.
L’incontro si è quindi concluso con alcuni consigli per approfondire l’argomento, tra cui:
Il Ted Talk di Francesca Presentini “Come uscire dalla comfort zone del forse”: https://www.youtube.com/watch?v=EZ1ncb_qoA8&list=PL9AhpDfXYts3EzBQZyV-zMlfl92NygUqj&index=19
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Se vuoi partecipare anche tu al prossimo Mastermind, puoi abbonarti a Mindlab cliccando qui.
– Valentina Vismara, Moderatrice Mindlab