“Sputa il rospo”: comunicare prima la bella o la cattiva notizia?
Esistono buone e cattive notizie. Quale delle due comunicare per prima? (…)
Secondo la Professoressa Kate Sweeny e la psicologa Angela M. Legg, l’atto di dare e ricevere brutte notizie è una faccenda complicata per molte persone (….) “L’argomento ha ispirato moltissimi articoli dei media, che indicano le “buone pratiche” per dare cattive notizie, ma finora ci si è fondati più su ricette e aneddoti popolari che su basi scientifiche”
In una serie di esperimenti condotti su studenti universitari, le due psicologhe hanno trovato che generalmente il destinatario della notizia preferisce ricevere prima quella brutta, mentre se siamo nella posizione di chi deve dare brutte nuove preferiamo comunicare prima la notizia positiva. Se l’obiettivo è far sentire meglio il ricevente, dunque, la strategia migliore è comunicare prima la notizia negativa e poi la notizia positiva. (…)
Ma non è tutto. (…) I ricercatori hanno inoltre notato che numerose fonti consigliano l’utilizzo, per comunicare brutte notizie, della strategia cosiddetta “bad news sandwich”, nella quale una brutta notizia viene anticipata e seguita da una bella. “Le nostre ricerche suggeriscono che a beneficiare di questa strategia sia colui che comunica la notizia e non chi la riceve. Sebbene coloro che ricevono la brutta notizia possano trarre un certo beneficio dalla notizia positiva comunicata per ultima, si troveranno a sperimentare ansia anticipando la brutta notizia mentre gli si racconta quella bella”
(…) Se tra gli scopi della comunicazione c’è quello di creare una modificazione del comportamento dell’altro, il pattern di dare prima la brutta notizia e poi la bella risulta meno efficace. In questi casi sarebbe preferibile comunicare prima la bella e subito dopo la brutta notizia. (…)
Dunque, nel caso di un medico che deve informare un paziente di una prognosi grave:
- se non c’è nulla da fare per il paziente, è preferibile comunicare prima la cattiva notizia e utilizzare le informazioni positive per aiutarlo ad accettare la diagnosi;
- se invece ci sono delle cose che il paziente può fare, risulterà più efficace dare la cattiva notizia per ultima e dire prima tutto ciò che si può fare per migliorare. (…)
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Qual è la modalità più efficace per comunicare una cattiva notizia? Meglio comunicare prima una bella notizia e poi una cattiva, o viceversa? Uno studio dell’Università della California, pubblicato sulla rivista Personality and Social Psychology Bulletin, ha cercato di rispondere a queste domande.
A mio avviso, imparare a dare notizie belle o brutte è un compito per nulla banale: chi ama deve farlo con l’amato, il medico con il paziente, l’insegnante con lo studente. Avere delle dritte su come muoversi in queste conversazioni a volte può davvero fare la differenze per il nostro interlocutore.
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