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Depressione: 10 frasi da dire a una persona che ne soffre

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Depressione

Depressione: 10 frasi da dire a una persona che ne soffre

Affrontare la depressione non è solo una sfida per la persona che ne soffre, ma anche per chi le sta vicino. Spesso non abbiamo la minima idea di come essere di sostegno, quali parole usare e come relazionarci.

In questo articolo che esplora il tema della depressione, ti propongo 10 frasi da dire a una persona che ne soffre.

Lo scopo di queste frasi è aiutarti ad offrire un supporto efficace e sensibile a una persona cara che sta attraversando un periodo di depressione.

Ovviamente, ogni persona è unica e ciò che funziona per una potrebbe non essere adatto per un’altra.

Leggi la lista e seleziona solo le frasi che ti sembrano opportune per la situazione che la persona che soffre di depressione sta vivendo, avendo cura di utilizzare sempre un tono empatico e comprensivo. L’argomento è molto delicato, e la delicatezza è la chiave con cui pronunciare ognuna di queste parole.

Cosa troverai in questo post: 
  1. Posso fare qualcosa per alleviare la tua sofferenza?
  2. Qual è il momento della giornata più difficile per te? 
  3. Questa sensazione non durerà per sempre
  4. C’è qualcosa che posso fare per te?
  5. Posso guidare per te e portarti da qualche parte?
  6. Dove stai ricevendo sostegno?
  7. Pensi che ci sia qualcosa che potrebbe aver contribuito/possa contribuire in qualche modo alla tua depressione? 
  8. Sono qui per te 
  9. Appoggiati a me, cercherò di sorreggerti finché non tornerai a camminare con le tue gambe
  10. Nulla: rimani in ascolto
  11. Conclusioni: trasmettere vicinanza
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1. Posso fare qualcosa per alleviare la tua sofferenza?

Un primo concetto importante da tenere a mente è questo: “non dire, agisci”. Le parole non sempre sono utili per avvicinarsi a qualcuno affetto da depressione. Qualsiasi suggerimento potrebbe infatti suonare offensivo.

Proposte come “Hai provato lo yoga? E l’erba di San Giovanni? Un mio amico ne è venuto fuori con la corsa…” potrebbero essere recepite come “stai facendo qualcosa di sbagliato ed è colpa tua che non hai pensato a questi rimedi”. Una cosa che le persone depresse possono trovare confortante è che qualcuno si prenda cura di loro in maniera concreta, ad esempio preparando loro il pranzo o offrendosi di riordinare i loro spazi. Cerca di capire come potresti essere utile e fallo.

2. Qual è il momento della giornata più difficile per te? 

La depressione potrebbe essere più acuta al risveglio (“Maledizione, sono ancora vivo!”), verso le 3 o le 4 del pomeriggio quando il calo di zuccheri nel sangue e l’ansia possono prendere il sopravvento, o in altri momenti dalla giornata.

Cerca di capire quando arriva il momento peggiore per il tuo caro e considera l’idea di telefonargli o fargli visita verso quell’ora. Per la persona depressa sarà come tenere la mano di qualcuno attraversando un incrocio pericoloso.

3. Questa sensazione non durerà per sempre

Questa è una frase chiave, che puoi ripetere anche numerose volte. Ricordare a qualcuno che la depressione è transitoria può essere un potente messaggio di speranza. Dire “questa sensazione non durerà per sempre” è un modo non invasivo per offrire conforto e rassicurazione.

Questa frase aiuta a trasmettere l’idea che, nonostante la difficoltà del momento attuale, esiste la possibilità di un cambiamento in futuro. È importante ripetere questo messaggio per rafforzare la speranza e il coraggio di affrontare ogni giorno.

4. C’è qualcosa che posso fare per te?

Questa è molto simile alla frase numero 1 ed è un altro esempio della strategia “non dire, agisci”, molto funzionale nell’esprimere una calorosa compassione.

C’è alta probabilità che la persona depressa scuoterà la testa mentre piange, ma comunque registrerà l’offerta nella forma “questa persona si prende cura di me”.

📌 Qui sotto un giovane Mazzu per qualche suggerimento su come recuperare la voglia di vivere [se vuoi, puoi condividere il video con chi pensi possa averne bisogno ❤️].

5. Posso guidare per te e portarti da qualche parte?

Ecco una cosa che molti non sanno: le persone che combattono contro la depressione sono dei pessimi guidatori. A causa dei sintomi della depressione stessa, possono avere difficoltà a mantenere la concentrazione al volante e a fare attenzione alla strada; possono fare più errori alla guida e esporsi a maggiori rischi. Presso alcune cliniche americane, una delle domande di rito posta a persone con possibile disturbo dell’umore riguarda proprio la tendenza a ricevere multe, provocare incidenti o urti accidentali mentre si è alla guida.

Offrendoti di guidare per il tuo caro potresti incentivarlo ad avere la voglia (spesso molto sarsa) di uscire di casa per compiere alcune commissioni necessarie.

6 . Dove stai ricevendo sostegno?

Notiamo la differenza tra il dire “Stai facendo un percorso di sostegno?” che potrebbe essere interpretato come “Se non ci stai andando, forse meriti di essere depresso…” e l’espressione “Dove stai ricevendo sostegno/dove pensavi di rivolgerti per ricevere sostegno?” che implica invece “Hai bisogno di supporto, cerchiamo di capire il modo e il luogo per ottenerlo”.

📌 Se sei in cerca di supporto per te o per un tuo caro, puoi prenotare qui un primo colloquio con un terapeuta della nostra équipe.

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7. Pensi che ci sia qualcosa che potrebbe aver contribuito/possa contribuire in qualche modo alla tua depressione? 

Evita accuratamente di suggerire eventuali motivazioni che potrebbero aver contribuito a tuo avviso alla situazione di estrema tristezza in cui versa il tuo caro, del tipo: “È la relazione con tua moglie che ti sta trascinando verso il basso!” oppure “Forse quella strega con cui lavori potrebbe avere in qualche modo a che fare con i tuoi cali d’umore?”.

Se proprio vuoi, limitati a porre la domanda ad ampio respiro, in modo che la persona sia stimolata a giungere autonomamente alle proprie conclusioni. In questo modo, quando lo farà, se vorrà si prenderà la responsabilità per quello che può cambiare e non ti biasimerà per eventuali risultati negativi.

8. Sono qui per te 

È semplice. È dolce. E comunica tutto il necessario per dire: mi interessa, ho capito, o non capisco, ma ti amo e ti sostengo.

Dire “sono qui per te” trasmette amore, accettazione e la disponibilità ad essere presente, sia emotivamente che fisicamente. È un messaggio che rassicura la persona sul fatto che non è sola nella sua lotta e che può contare su di te per supporto e conforto.

9. Appoggiati a me, cercherò di sorreggerti finché non tornerai a camminare con le tue gambe

Questa è una variante della frase precedente. Comunica contemporaneamente autentico interessamento e sostegno, e l’idea che il periodo che sta attraversando, presto o tardi, volgerà al termine.

📌 Qui, sempre un giovane Mazzu che condivide 3 campanelli d’allarme e 3 pratiche utili per prevenire la depressione.

10. Nulla: rimani in ascolto

Questa indicazione è la più scomoda da attuare perché abbiamo la tendenza a voler sempre “riempire il silenzio” in qualche modo. Ma non dire nulla e limitarsi ad ascoltare a volte è la cosa migliore da fare.

Come sottolinea Rachel Naomi Remen, nel libro Kitchen Table Wisdom”: “Ho il sospetto che il modo più semplice e potente per connettersi ad un’altra persona sia quello di ascoltare. Ascoltare è sufficiente. Forse la cosa più importante che ci possiamo dare a vicenda è la nostra attenzione. Soprattutto se viene dal cuore. Quando la gente parla, non c’è bisogno di fare nulla, se non stare lì e ricevere. Ascoltare ciò che ci dicono e accoglierlo. La maggior parte delle volte accogliere quanto ci viene detto è più importante che capirlo”.

11. Conclusioni: trasmettere vicinanza

Insomma, avere a che fare con una persona che soffre di depressione richiede grande sensibilità, empatia e comprensione. Quando siamo accanto a qualcuno che sperimenta questo tipo di sofferenza, possiamo offrire il nostro amore, il nostro sostegno incondizionato e la nostra pazienza, rendendo il cammino verso la guarigione un po’ meno solitario. Soprattutto, possiamo trasmettere il messaggio fondamentale: non sei solo, ci sono per te.

 

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