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Radio 24 – La crisi e come fronteggiarla

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Radio 24 – La crisi e come fronteggiarla

crisi economica psicologoCome reagire alla crisi?

Il 20 dicembre ho rilasciato un’intervista a Radio 24 sul tema della crisi e sul significato psicologico che questa assume, anche in riferimento ad eventi sociali come la ormai sempre citata “crisi economica”.
La trasmissione da cui sono stato ospitato si chiama “Essere e Benessere“, e molti ospiti sono intervenuti in diretta, facendo sviluppare anche un interessante dibattito tra esperti ed ascoltatori.

Di seguito la traccia del mio intervento, per ascoltare l’intera trasmissione rimando a questo link, mentre nel video qui sotto si può risentire il mio intervento.

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Usiamo la parola crisi, una certa idea di crisi, come giustificazione di qualcosa di ineluttabile che non riusciamo a fronteggiare e verso cui siamo impotenti. La crisi è la cusa di tutti i mali. Risoviamola e per incanto tutto si aggiusterà. In relatà la parola crisi ci offre già una direzione oso dire rassicurante. In linea con noi il dott Mazzucchelli psicologo e psicoterapeuta di Milano
 
Si è vero usiamo la parola crisi troppo spesso secondo un’accezione negativa, benché il termine (in latino CRISIS e in greco KRÌSIS) rimandi etimologicamente al concetto di scelta, ossia al momento che separa una maniera di essere diversa da altra precedente. E’ un fatto interessante che la stesa parola anche in cinese è composta da due ideogrammi: il primo “wei” significa problema, il secondo “ji” significa opportunità.
Non solo in latino e in cinese, ma anche nella nostra lingua l’etimologia della parola crisi suggerisce un significato prevalentemente positivo: essa infatti contiene un aspetto vitale che è quello della separazione, ed un aspetto di crescita, ossia quello della scelta.
La crisi non è dunque un evento totalmente negativo, bensì un momento di transizione che può essere anche opportunità di crescita: indica un’evoluzione, un cambiamento che poi siamo noi spesso a connotare negativamente. Epicuro: “Non sono i fatti a turbare gli uomini ma le opinioni attorno a loro”, l’evoluzione che la parola crisi ha avuto nel nostro uso linguistico è una prova di quanto il pensiero di Epicuro sia sensato.
Dott Mazzucchellli quindi il primo passo potrebbe essere quello di considerare la crisi come momento dinamico di trasformazione…di passaggio da una situazione  ad un’altra.
Si, e non necessariamente il passaggio da qualcosa di positivo a qualcos’altro di negativo.
Prendiamo alcuni esempi se volete dalla vita quotidiana, pensiamo alla crisi economica e a come questa, pur nella difficoltà e sofferenza per molte persone, sia stata capace di farci riavvicinare con una serie di valori molto importanti e quasi dimenticati come quello del risparmio, per cui sono nate tutta una serie di iniziative quali i gruppi di acquisto o i voli low cost; Quello che è successo è che in assenza di denaro abbiamo dovuto arrangiarci in modo diverso, ossia cambiare. Si dice che chi non cambia sia destinato a scomparire, e credo che questa sia una importante affermazione.
La crisi poi soprattutto dal punto di vista che io rappresento, ossia quello psicologico, è anche crisi individuale e non solo economica. Ma anche qui le regole non cambiano, e dietro la crisi si nasconde sempre la necessità (e l’opportunità) di cambiare per trovare un adattamento più funzionale alla situazione che si vive.
Un esempio può essere dato dalla crisi adolescenziale, dove i cambiamenti fisici e ormonali impongono una trasformazione caratteriale, psicologica e anche a livello delle relazioni che abbiamo con gli altri. Sentiamo parlare di adolescenti che si sentono perduti, disorientati e confusi, ma se non passassero attraverso la crisi adolescenziale potrebbero non diventare adulti maturi: questo perché la crisi ci mette in contatto con i nostri limiti, ce li fa vedere ed è come se ci comunicasse “così non puoi andare avanti, occorre fare qualcosa di diverso”.
Come questi due esempi potrei farne anche di ulteriori, ma credo di avere passato già sufficientemente il concetto: è più utile fare di necessità virtù, e non subire la crisi ma sfruttarla come momento per reinventarsi, per ripensare alle proprie priorità e dare il giusto valore alle cose che ci circondano. L’idea da tenere in mente durante i periodi (di crisi ma non solo) è quella di cercare di trasformare i vincoli in risorse (cavalcare la propria tigre diceva Giorgio Nardone), evitando di chiudersi in uno stato d’animo rinunciatario che non ci aiuta certo a guardare oltre l’ostacolo.

Luca Mazzucchelli

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