CYBERBULLISMO: la prima vittima ha 15 anni
CYBERBULLISMO: la prima vittima ha 15 anni
Il mio parere: il bullismo non è solo violenza fisica ma è anche maldicenza ed esclusione.
Purtroppo, il web e la pericolosa moda del sexting diffusa sempre più tra gli adolescenti possono trasformarsi in uno strumento in più nelle mani dei bulli per causare danni a persone percepite come più deboli.
A questo proposito invito alla visione di questo mio video
Facebook, adolescenti e nuove tecnologie: quale il ruolo dell’adulto?.
Il caso della 15enne suicida qui riportato dovrebbe far riflettere sulla necessità di un’adeguata educazione all’utilizzo dei media: la quindicenne prima di suicidarsi aveva affidato proprio al web, tramite un video su youtube, la propria richiesta di aiuto. Mi chiedo con quali intenzioni la ragazza avesse utilizzato proprio questo strumento per lanciare il suo SOS.
E forse è anche il caso che chi si occupa di relazioni di aiuto inizi a monitorare questi nuovi media per andare alla ricerca di potenziali tragedie imminenti.
Voto all’articolo 8/10
Tratto dall’articolo:
“Suicidarsi di bullismo. E’ quanto è accaduto ad Amanda Todd, una ragazza canadese di 15 anni, che non ha più retto agli sfottò e alle prepotenze di cui era vittima sul web.
E poco prima di togliersi la vita, qualche settimana prima, un video postato su YouTube, nel quale Amanda narrava la sua triste storia, silenziosamente, facendo scorrere dei fogliettini.
Alla fine della clip, la ragazza mostra il suo braccio, lacerato dai tagli, pieno di cicatrici, mentre il suo volto non lo mostra mai.
Foglio dopo foglio, Amanda racconta la sua tragedia, iniziata involontariamente, quando si fotografò un seno, come le aveva chiesto qualcuno che aveva incontrato online dopo aver acquistato una webcam.
Le foto si sono diffuse rapidamente, fino ad arrivare agli amici e ai compagni di scuola. E da lì, ecco il via al cyberbullsimo: i ragazzini la prendono di mira, la assillano.
Amanda non ce la fa più, e i suoi genitori si convincono a spostarla in un’altra scuola.
Ma il cambio è servito a poco e nulla: le foto, infatti, non sono scomparse.”
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