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perchè è difficile (ma utile) dare regole?

Psicopedagogia

perchè è difficile (ma utile) dare regole?

regole bambini
Molti genitori si trovano in difficoltà nel dare delle regole ai propri figli, ecco alcune indicazioni per essere più efficaci a dire “no”.

Oggi c’è un grande investimento affettivo sulla famiglia e il bambino, e sia mamma che papà fanno fatica ad utilizzare un codice educativo come se la parte del “cattivo” non volesse farla nessuno. 
In realtà i nostri figli per crescere sani e felici hanno bisogno di amore ma anche di educazione: non si è genitori se non si educa ed è un compito che non si può delegare a terzi.

Educare e amare sono quasi sinonimi nella crescita di un figlio, soprattutto educare è sinonimo di condurre ad essere… autonomi, a poter correre in libertà nelle strade tortuose della vita dotati di solide gambe a sorreggere.
Dunque non è importante se sia il padre o la madre a proporre al bambino un codice educativo, ma che entrambi lo condividano e si mostrino solidali di fronte al bambino/a.

Ma esistono delle ricette preconfezionate per dare regole ai figli?
Purtroppo no, non esistono regole uguali per tutti, esistono regole della vostra storia con i vostri figli;
E’ bene ricordare inoltre che le norme vanno prima condivise, cioè nel caso dei bambini piccoli enunciate.
Sapere che esiste una regola chiara e comprensibile, una regola che un bambino di 2, 3 anni è in grado di comprendere e di ricordare, consente anche di applicare delle sanzioni nel caso in cui il bambino decida di trasgredire la regola.
Spesso i genitori dei bambini più piccoli chiedono come fare con i No che i bambini sembrano non voler capire, per esempio “non tirare fuori le pentole dai cassetti”, relativo ai bambini di poco più di 1 anno. In questi casi il No risponde a un bisogno dell’adulto e non del bambino, il quale fa giustamente il suo lavoro, quello di esplorare e conoscere.
Si può solo portare pazienza sapendo che quel no andrà ripetuto centinaia di volte finché il bambino possa farsene una ragione, certamente la cosa migliore è offrire un’alternativa ludica parimenti interessante.
Insomma non esistono regole uguali per tutti né ricette che aiutino in questo i genitori, esiste però per tutti i bambini un diritto all’ascolto dei propri bisogni e risposte personalizzate alla propria relazione familiare; esiste per tutti i bambini il diritto a sentire che dei genitori responsabili sanno dire di No per proteggerlo e aiutarlo a strutturare una psiche sana a forte di fronte alle frustrazioni della vita.


Dire di no quindi è importante perché:

  1. le regole danno sicurezza e contenimento;
  2. le regole esterne diventano regole interne;
  3. i no permettono di sperimentare e abituarsi a gestire la frustrazione;
  4. non è possibile avere tutto e subito: saper aspettare/rinunciare/guadagnarsi;
  5. i no danno valore e significato ai sì;
  6. il limite aiuta a scoprire che c’è un altro al di fuori di me.
Come posso migliorarmi?
  1. È importante riconoscere l’importanza di uno stile genitoriale “autorevole”, che dia la possibilità al bambino di assumere un ruolo attivo e partecipe nel prendere decisioni, in modo da favorire lo sviluppo della sua capacità decisionale e della sua autonomia.
  2. Le convinzioni e le credenze riguardanti il senso dell’auto-efficacia nel genitore sono un aspetto centrale che condiziona il modo di affrontare le difficoltà e i comportamenti provocatori. La percezione che un genitore ha della propria efficacia nel saper affrontare e fronteggiare comportamenti problematici è particolarmente importante. Le emozioni infatti influenzano la cognizione della nostra stima; è utile preservare stima in sé in quanto genitori perché ciò infonde sicurezza nell’adulto ma anche nel bambino, che può sentirsi così contenuto.
  3. Può capitare di eccedere nelle nostre reazioni perché esasperati dalla situazione, non è un dramma, ma non deve essere la costanza del nostro metodo educativo: è importante che il bambino sappia e senta che i genitori gli vogliono bene anche quando “fa il cattivo”. Così il bambino capisce che “quegli aspetti negativi di sé, di cui lui stesso ha paura, e che a volte lo travolgono, non sono tutto, bensì sono solo una piccola parte della sua personalità. “(Silvia Vegetti Finzi)
Ma qual è, secondo voi, la modalità più efficace per comunicare regole e limiti?
Elisa Oliva

 

 

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