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Disturbo Ossessivo Compulsivo: significato e trattamento

disturbo ossessivo compulsivo
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Disturbo Ossessivo Compulsivo: significato e trattamento

 

disturbo ossessivo compulsivoDisturbo ossessivo compulsivo: ossessioni, compulsioni e ossessività

“Ci si rovina per saggezza”
Cioran, scrittore insonne

Oggi vorrei parlare di ossessioni e ossessività, quel tratto caratteriale che se preso in piccola dose può essere valorizzato alla pari della precisione e minuziosità necessaria a essere apprezzati sul lavoro e in famiglia, ma se eccede ci fa sconfinare nell’ambito patologico, diventando fonte di grave sofferenza sia per la persona che ne è affetta sia per l’ambiente che la circonda.

Caratteristiche dell’ossessivo

Gli ossessivi, in generale, sono persone dotate di grande sensibilità. Tuttavia, per questo stesso motivo, entrano talvolta in alcuni labirinti mentali dai quali faticano uscirne con le loro risorse: creano dubbi, risposte, perplessità e domande che poi loro stessi non riescono a risolvere, facendosi risucchiare da un vortice logorante di pensieri. 
L’ossessivo, solitamente, è consapevole di quanto sta vivendo perché si rende conto di essere diverso dagli altri e di controllare eccessivamente il proprio pensiero.
Il controllo del pensiero, in genere, avviene durante tutto l’arco della vita: questa strategia è in un primo momento sicuramente funzionale all’individuo perché dà una sensazione di controllo e non fa avvertire angoscia.
In alcune occasioni questo comportamento può reggere anche a lungo termine senza necessità di rivolgersi a uno specialista. Le persone ossessive, in effetti, non vanno spesso dallo psicologo, e se lo fanno è perché si verifica un episodio per certi versi paradossale: tutto ciò per cui hanno speso una vita a controllare, improvvisamente, prende il controllo su loro.
Una rivoluzione copernicana che getta nello sconforto e nella crisi la persona, spesso innescando circoli viziosi sempre più complessi da gestire e da lasciare alle spalle. Questo è vero soprattutto per chi, come gli ossessivi, considera il peso dell’errore un qualche cosa di insostenibile.

https://www.youtube.com/watch?v=f6Q09r7BPEs

Cosa sono le ossessioni?

Le ossessioni sono pensieri, dubbi, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che affliggono l’individuo e che vengono percepiti come invasivi e inappropriati, provocando una marcata sofferenza. L’ossessivo ha spesso dubbi e ossessioni su un qualcosa di particolare e fuori dalla norma: non tanto quindi su paure diffuse e in parte accettate come quelle della malattia, della morte, o della metropolitana, quanto piuttosto ha paura di bestemmiare in pubblico, di abusare di terzi, di essere contaminati dallo sporco e così via.
La persona si rende conto che questi pensieri sono indipendenti dalla propria volontà, e tenta inutilmente di ignorarli o neutralizzarli con ulteriori pensieri o azioni in loro risposta. Tipicamente gli ossessivi cercano di distrarsi da questi pensieri, di pensare a qualcosa di diverso: è questa una tentata soluzione che a volte funziona, ma il più delle volte no, e più la paura viene evitata e controllata, più questa sarà invasiva.
 

Effetto pragmatico delle ossessioni

Da un punto di vista puramente pragmatico, l’effetto delle ossessioni è quello di totalizzare e catalizzare tutta una parte, spesso molto consistente, dei nostri pensieri ed energie.
Quello che posso osservare nella pratica clinica è come questo processo abbia spesso delle valenze terapeutiche importanti. Mi spiego meglio con un esempio.
Immaginiamo due coniugi che litigano in maniera molto accesa l’uno con l’altro. Improvvisamente nella stanza scoppia un incendio: per forza di cose il litigio viene interrotto e prende il sopravvento la necessità di occuparsi del fuoco, di controllarlo e spegnerlo.
L’ossessione, spesso, ha la funzione dell’incendio nella scenetta sopra esposta: togliere (spesso in maniera irruenta e improvvisa) l’attenzione da alcune situazioni che se affrontate ci farebbero soffrire maggiormente. L’ossessione catalizza su se stessa le nostre preoccupazioni e paure, proprio come fanno i così detti “pensieri fissi”: paradossalmente, pertanto, può tenerci compagnia e salvarci dal confrontarsi con altre questioni che a un qualche livello dentro noi temiamo possano generare un dolore ben maggiore.

Cosa sono le compulsioni?

 

Le compulsioni, genericamente, si riferiscono al bisogno irrazionale di compiere determinate azioni, rituali, forme di pensiero in risposta a uno stato d’animo all’interno della persona. Nel video tratto dal film “Qualcosa è cambiato” si vede bene quanto possano essere variegate e particolari.
Rifacendomi alla definizione da manuale possiamo dire che le compulsioni sono:

  • Comportamenti o azioni mentali ripetitivi che l’individuo si sente obbligato a eseguire, come una sorta di rituale stereotipato (che può servire a “riparare” un “danno” oppure a diminuire l’ansia causata da un pensiero), per difendersi da una certa ossessione.
  • I comportamenti o le azioni mentali sono mirate a combattere le ossessioni; spesso questi comportamenti o queste azioni mentali sono chiaramente eccessivi e/o non sembrano, da parte di un osservatore esterno, essere realmente connessi con l’ossessione che cercano di neutralizzare.
  • Le compulsioni possono riguardare diverse tematiche come la contaminazione, il perfezionismo, l’ordine, il controllo.

Il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo

Il mio modo di lavorare con questo tipo di disturbo integra due orientamenti psicoterapeutici molto conosciuti nel mare magnum della psicoterapia: l’approccio sistemico relazionale e quello strategico breve. Se il primo orientamento si pone una serie di domande sulla nascita del problema all’interno della rete di relazioni, appunto il “sistema” che dà il nome a questa scuola di pensiero, il secondo approccio, invece, cerca di mettere in atto una serie di prescrizioni (esercizi mentali o di comportamento) che riescano in breve tempo a fare rientrare il problema.
Questo doppio binario di intervento permette di intervenire da una parte sul significato del sintomo, contestualizzandolo nel nostro momento di vita e nelle relazioni a noi vicine, dall’altra agisce sul sintomo fin dai primi incontri, rendendolo meno invalidante per la persona e chi le sta vicino.

Per maggiori informazioni sul mio modo di lavorare è possibile contattarmi

Luca Mazzucchelli

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