Psicologi presto al voto: insegneresti i tuoi strumenti a non psicologi?
26 Ottobre 2012 2012-10-26 12:05Psicologi presto al voto: insegneresti i tuoi strumenti a non psicologi?
Psicologi presto al voto: insegneresti i tuoi strumenti a non psicologi?
E’ notizia di questi giorni che l’Osservatorio permanente sul Codice Deontologico del CNOP stia portando a termine la proposta di aggiornamento e rivisitazione dell’articolo 21 del nostro codice deontologico, che così recita:
“Lo psicologo, a salvaguardia dell’utenza e della professione, è tenuto a non insegnare l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento riservati alla professione di psicologo, a soggetti estranei alla professione stessa, anche qualora insegni a tali soggetti discipline psicologiche. È fatto salvo l’insegnamento agli studenti del corso di laurea in psicologia, ai tirocinanti, ed agli specializzandi in materie psicologiche.“
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Questo articolo è un nodo molto dibattuto tra gli addetti ai lavori perché su questo terreno si gioca buona parte della battaglia che alcuni ordini professionali (tra i quali quello Lombardo) stanno lanciando agli psicologi che promuovono corsi di counseling rivolti a chi non ha una formazione universitaria in psicologia.
Se questo articolo non fosse fatto valere con forza, sostengono alcuni, si andrebbero da una parte a dare delicati strumenti di competenza esclusiva degli psicologi nelle mani di non addetti ai lavori, dall’altra invece si favorirebbe la concorrenza delle professioni limitrofe, provocando sostanzialmente un effetto boomerang per alcuni colleghi andrebbero oggi a formare persone che a un qualche livello ci toglierebbero il lavoro in futuro.
Dall’altra parte, invece, chi prende le posizioni di una linea più “morbida” sostiene la necessità di diffondere la cultura psicologica e anche alcuni strumenti che possono migliorare il benessere delle persone (un’insegnante delle elementari con una conoscenza di alcuni strumenti psicologici forse farebbe un lavoro migliore); chi è di questa idea sostiene inoltre che il modo migliore per non farci rubare il lavoro dalle professioni limitrofe sarebbe quello di fare valere il proprio valore aggiunto invece che dare vita a una caccia alle streghe difficile da contrastare.
La questione, come si può vedere, è abbastanza spinosa ma anche di grande importanza per la nostra identità lavorativa.
Il referendum che sottoporrà le modifiche al giudizio dei colleghi tutti, per capire se modificare o meno questo articolo secondo le proposte del Consiglio Nazionale sembra sia alle porte, voci di corridoio assicurerebbero già entro la fine dell’anno.
Tu che posizione ti senti di assumere a questo riguardo?