Emozioni difficili, emozioni di crescita…
29 Luglio 2013 2016-07-27 15:54Emozioni difficili, emozioni di crescita…
Emozioni difficili, come fare?
Nella società di oggi è necessario avere fiducia in se stessi ed essere capaci di stabilire buone relazioni. L’attitudine alla comunicazione e la padronanza delle proprie emozioni sono diventate importanti almeno quanto le competenze tecniche. Rabbia, amore, gioia, tristezza, paura, sfiducia, sconforto, delusione e dolore, sono sentimenti ed emozioni ci accompagnano nell’arco della nostra intera esistenza, fanno parte di noi.
Sappiamo benissimo però che quando non abbiamo la possibilità di esprimere le nostre emozioni, esse alla fine ci sopraffanno.
Più carichiamo la nostra mente di sentimenti che non manifestiamo, più aumenta quel “rumore mentale” (fatto di pensieri spesso ossessivi, di paure, di sentimenti di bassa autostima) che ci ostacola nello svolgimento anche delle più semplici attività quotidiane, ci impedisce di esserci per noi stessi e per gli altri, di volerci bene, di accettarci per come siamo.
Tante volte queste emozioni represse vengono fuori in momenti non consoni alla situazione reale in cui ci troviamo, e tendiamo a scaricarle su persone che non c’entrano. Altre volte queste stesse emozioni si ritorcono contro noi stessi: basti pensare alle cefalee, al colon così spesso irritato e altri sintomi fisici che il nostro corpo deve tollerare in più occasioni. Questi sintomi, in realtà, ci vogliono semplicemente avvisare e dire che qualcosa dentro di noi sta scoppiando, qualcosa deve venire fuori, e non trovando altre vie per uscire, si manifestano in questo modo, ovvero, comportando sofferenza psichica e fisica.
Tutti, bambini e adulti, vivono emozioni molto intense. Ma i bambini sono ancora più vulnerabili rispetto agli adulti, proprio perché nella loro forma mentis non esistono ancora gli strumenti adatti che li possano aiutare ad elaborare determinate situazioni che sopraggiungono nella loro esistenza così fragile.
Lo sviluppo psico–emotivo di un bambino è ancora immaturo dal punto di vista affettivo, non pronto a recepire ogni situazione, ogni evento nel modo giusto. Ma le emozioni associate a questi eventi possono essere molto intense, se non di più, rispetto agli adulti.
E se i bambini non vengono aiutati a capire e ad elaborare queste loro emozioni, possono attuare comportamenti devianti.
La sofferenza psichica comporta disagio non solo nella vita presente del bambino, ma, proprio perché non ascoltata, anche in quella futura.
Lutti in famiglia, violenze psicologiche e fisiche, divorzio dei genitori e altre forme di maltrattamenti (umiliazioni, insulti, rifiuti, abbandoni, abusi sessuali o semplicemente trascuratezza) danno origine a sentimenti ed emozioni di confusione, di rabbia, paura, sconforto, solitudine, sfiducia. Tutte emozioni che, se non elaborate nel modo giusto, implicano sofferenza che si esprime attraverso comportamenti aggressivi (aggressività verso gli altri e verso gli oggetti) o passivi (autoisolamento e chiusura al mondo, alienazione) disturbi alimentari, disturbi del sonno e altri disturbi del comportamento.
Tanti bambini sono costretti a reprimere i loro sentimenti, che sappiamo non scompaiono mai, ma, come diceva Freud essi, i sentimenti “proliferano nel buio”. Più questi sentimenti sono repressi, più diventano intensi, più la pressione esercitata per venire fuori è forte. E questo perché purtroppo questi bimbi si trovano ad affrontare sentimenti ed emozioni da soli, poiché non trovano nessun adulto capaci di empatia.
Nella società di oggi è necessario avere fiducia in se stessi ed essere capaci di stabilire buone relazioni. L’attitudine alla comunicazione e la padronanza delle proprie emozioni sono diventate importanti almeno quanto le competenze tecniche. Nella società di oggi è necessario avere fiducia in se stessi ed essere capaci di stabilire buone relazioni. L’attitudine alla comunicazione e la padronanza delle proprie emozioni sono diventate importanti almeno quanto le capacità tecniche; l’intelligenza emotiva è più importante che mai.
E secondo voi, come si può sviluppare e coltivare l’intelligenza del cuore?
L’adulto può sostenere il bambino nell’acquisizione di questa importantissima competenza?
Dott.ssa Elisa Oliva