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Figli ansiosi: 9 punti che i genitori dovrebbero conoscere

figli ansiosi
Psicologia

Figli ansiosi: 9 punti che i genitori dovrebbero conoscere

👉 Come comportarsi se abbiamo a che fare con figli ansiosi? 

Sono le 7:45, mentre ti prepari per uscire di casa e affrontare una nuova giornata, tuo figlio si avvicina a te con un’espressione preoccupata: “Non mi sento molto bene. Mi fa male la pancia. Ti prego, non farmi andare a scuola.”

Guardi tuo figlio e vedi il terrore nei suoi occhi. Vorresti poter fare di tutto per alleviare le sue preoccupazioni, ma sai anche che il tempo è tiranno e le tue responsabilità lavorative non aspettano.

Cerchi allora di distogliere l’attenzione dal suo stato d’animo con una battuta, sperando di farlo sorridere: “Ma come? Guarda che stiamo andando alla scuola dei supereroi, non puoi mancare proprio tu!”. Il tuo tentativo di farlo sorridere cade nel vuoto. Nessun sorriso, nemmeno accennato. Tuo figlio non si smuove.

Decidi quindi di optare per la rassicurazione: “Ti ho promesso che non succederà niente a scuola, andrà tutto bene. Guardami… ti fidi di me?”. Lui annuisce, ma pochi secondi dopo sussurra: “Ti prego, non farmi andare…”

Alla fine perdi la pazienza: “Adesso basta! Sali in macchina ORA, oppure niente videogiochi per una settimana!”. Ti guarda come se lo stessi obbligando a camminare su una passerella per poi gettarsi in mare aperto. Sale in auto, sconfitto.

Ti senti un genitore orribile.

Se tutto questo ti suona familiare, sappi che non sei solo. Episodi come questo capitano a moltissimi genitori.

La maggior parte dei genitori muoverebbe le montagne per diminuire il dolore e le sofferenze dei figli. I genitori di figli ansiosi muoverebbero anche i pianeti e le stelle se potessero. Vedere il proprio bambino spaventato da situazioni che francamente non sembrano tanto paurose è qualcosa che frustra e disorienta. Tuttavia, è proprio questo il punto: agli occhi di tuo figlio queste situazioni sono davvero terrificanti. E, come per tutte le minacce percepite, si attiva nel bambino uno stato di “allerta”. Questo fenomeno prende il nome di ansia.

Bambini ansiosi in crescita

L’ansia è una condizione molto diffusa. In USA, circa 40 milioni di adulti soffrono di un disturbo d’ansia, ma il dato più sorprendente è che a soffrirne è 1 bambino su 8.

Questi bambini perdono molti giorni di scuola, non svolgono le attività tipiche della loro età, come andare alle feste oppure fare i compiti a casa di un amico, e il loro sonno risulta spesso disturbato da pensieri e paure. Molti genitori sperimentano sentimenti di enorme frustrazione e si sentono senza speranza quando ogni giorno devono assistere alle preoccupazioni eccessive del figlio.

Non esiste un’unica soluzione per curare l’ansia, ma ci sono molteplici tecniche che possono aiutare i genitori a gestire efficacemente le preoccupazioni dei propri figli.

In questo articolo voglio allora condividere 9 suggerimenti tratti dal programma “GoZen”, messo a punto da Renee Jain, che i genitori di figli ansiosi possono provare a mettere in pratica per aiutare i bambini a superare l’ansia e vivere in modo più sereno la quotidianità.

Pronto a scoprirli?

Cosa troverai in questo post:
  1. Smetti di rassicurare tuo figlio
  2. Sottolinea l’utilità delle preoccupazioni
  3. Porta alla luce le preoccupazioni di tuo figlio
  4. Insegnagli ad essere un “detective del pensiero”
  5. Permettigli di avere preoccupazioni
  6. Aiutalo a passare da “cosa succederebbe se” a “cosa succede adesso”
  7. Evita di far evitare a tuo figlio tutto quello che gli causa ansia
  8. Aiutalo a lavorare con una “lista delle emergenze”
  9. Pratica l’auto-compassione
  10. Conclusioni: affrontare l’ansia e raggiungere la serenità
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figli ansiosi rassicurazioni

1. Smetti di rassicurare tuo figlio

Il tuo bambino è spaventato. Tu sai che non c’è niente di cui avere paura, così cerchi di rassicurarlo dicendogli: “Fidati di me. Non c’è nulla da temere!”. Tuttavia questo non sembra essere sufficiente. Perché le tue rassicurazioni cadono nel vuoto?

Non è una questione di udito. Tuo figlio vuole disperatamente essere rassicurato ma il suo cervello non permette che le tue parole vengano recepite. Durante i momenti di ansia, infatti, si verifica nel cervello una rapida diminuzione dell’attivazione della corteccia prefrontale. Questa componente del cervello, quella più razionale, viene messa temporaneamente in stand-by, mentre la parte del cervello più emotiva e automatica prende il sopravvento. In altre parole, è veramente difficile per tuo figlio pensare in maniera chiara e usare la logica; le sue emozioni hanno la meglio.

Quindi, invece di cercare di razionalizzare le sue paure, quale altra strategia più efficace potresti utilizzare?

Prova il “metodo FEEL”

Il metodo FEEL è una mentalità generale con cui approcciarsi nei confronti di figli ansiosi. Ecco come funziona:

  1. (Freeze) Fermati: fai una pausa e prendi qualche respiro profondo insieme a tuo figlio. Respirare profondamente aiuta a rallentare la risposta del sistema nervoso.
  2. (Empathize) Empatizza: l’ansia è paura. Tuo figlio vuole solo sapere che hai capito come lui si sente in quel momento.
  3. (Evaluate) Esegui una Valutazione: una volta che il bambino si è calmato, è possibile valutare insieme una soluzione.
  4. (Let go) Lascia andare: lascia andare i sentimenti di colpa. Sei un bravo genitore che dà al proprio figlio gli strumenti per gestire le sue paure.

2. Sottolinea l’utilità delle preoccupazioni

Ricorda: l’ansia è difficile da gestire senza che un bambino creda: “C’è qualcosa di sbagliato in me”. A causa di ciò, molti bambini sviluppano addirittura “l’ansia di avere l’ansia”. Ecco perché occorre dire ai bambini che le preoccupazioni servono, sono utili.

Quando i nostri antenati cacciavano e cercavano cibo, l’ansia – ossia l’essere costantemente in allerta – li aiutava ad evitare pericoli come gli animali dai denti a sciabola, sempre in agguato dietro ai cespugli. Nei tempi moderni, non abbiamo bisogno di scappare dai predatori, tuttavia conserviamo dentro di noi questa impronta evolutiva, la preoccupazione, che ci protegge dai “pericoli” quotidiani.

L’ansia è un meccanismo protettivo. È il nostro “campanello interiore” che ci avvisa di un pericolo che sta per arrivare. È importante insegnare ai bimbi che le ansie sono normali e comuni, che ci proteggono e tutti ne fanno esperienza a qualsiasi età.

Capita a volte, però, che il nostro sistema ci invii dei falsi allarmi. Per fortuna queste preoccupazioni eccessive possono essere spesso controllate con semplici tecniche.

👉 Se invece dovessi accorgerti che l’ansia sta pesantemente influenzando la tua quotidianità o serenità, non esitare a chiedere aiuto ad un professionista. Gli psicologi di Mindcenter sono pronti ad offrirti l’aiuto che cerchi.

figli ansiosi e preoccupazioni

3. Porta alla luce le preoccupazioni di tuo figlio 

Arrivati a questo punto lo avrai probabilmente capito: ignorare l’ansia, e ancor di più i segnali d’ansia dei figli ansiosi, non aiuta. È anzi fondamentale portare alla consapevolezza le preoccupazioni di tuo figlio e parlarne. A questo scopo, potrebbe essere utile e divertente creare insieme un personaggio fantasioso che personifichi la preoccupazione.

In GoZen è stato creato Widdle il Guerriero che rappresenta appunto l’ansia. Widdle vive nel “vecchio” cervello, che è responsabile di proteggerci quando siamo in pericolo. Certamente capita che alcune volte Widdle perda un po’ il controllo e, quando succede, è necessario parlare proprio con lui.

Puoi usare questa stessa idea con un animale di pezza o fare dei giochi di ruolo a casa. In generale, personificare una preoccupazione permette di andare incontro a diversi e notevoli benefici.

Creare un personaggio che rappresenta l’ansia può aiutare infatti a:

  • diminuire l’intensità della paura che i bambini provano quando sono spaventati
  • promuovere l’attivazione della parte più razionale del cervello
  • trasmettere uno strumento che i bambini possono usare da soli in qualsiasi momento per placare l’ansia che provano.

4. Insegna a tuo figlio ad essere un “detective del pensiero”

Abbiamo detto che l’ansia è una modalità del cervello per proteggerci dal pericolo. Per avere la sicurezza di ottenere la nostra piena attenzione (nel caso in cui dovessimo appunto metterci in salvo), la mente spesso esagera l’oggetto delle nostre preoccupazioni (per esempio, mentre camminiamo per il bosco, potremmo scambiare un bastoncino per un serpente).

Per identificare i pensieri disfunzionali (cioè pensieri che non sono realistici ma che derivano da una eccessiva previsione del pericolo) è possibile insegnare ai bambini ansiosi a utilizzare la “tecnica delle 3C”.

La tecnica delle 3 C
  • A) Cattura i pensieri (Catch your thoughts): immagina tutti i pensieri che stanno fluttuando sopra la tua testa, come se fossero all’interno di una nuvoletta (sì, proprio come quella dei fumetti 😉). Adesso, prendi una di queste nuvolette contenente un pensiero preoccupante, per esempio: “A scuola non piaccio a nessuno”.
  • B) Colleziona evidenze (Collect evidence): come passo successivo, colleziona evidenze che supportino o neghino questo pensiero. Insegna a tuo figlio che tali evidenze devono riguardare i dati di realtà e non i suoi sentimenti. Le emozioni non sono fatti!
  1. Evidenze che supportano: “Ho fatto fatica a trovare qualcuno che si sedesse con me a pranzo ieri”
  2. Evidenze che negano: “Io e Alice facciamo i compiti insieme, lei è una mia amica”
  • C) Sfida i tuoi pensieri (Challenge your thoughts): sulla base delle evidenze che hai raccolto, metti in dubbio il tuo pensiero inziale e trova pensieri che descrivono meglio la realtà, ad esempio: “Potrei non andare d’accordo con qualcuno, ma per la maggior parte del tempo ho amici su cui contare”.

figli ansiosi e tempo delle preoccupazioni

5. Permetti a tuo figlio di avere preoccupazioni

Come ben sai, dire a tuo figlio di smettere di preoccuparsi non previene dal farlo. Se i tuoi figli potessero allontanare le loro preoccupazioni, credimi, lo farebbero. Consentire a tuo figlio di esprimere le sue preoccupazioni in maniera aperta, in dosi però limitate, può rivelarsi una strategia utile.

Crea un rituale giornaliero chiamato “Tempo delle preoccupazioni”, della durata di 15 minuti. Durante questo momento, incoraggia il bambino a scrivere su un foglio tutte le sue preoccupazioni. Per rendere il processo più divertente potete creare insieme la “Scatola delle ansie” la cui funzione consisterà, appunto, nel contenere qualsiasi tipo di preoccupazione.

Durante il “Tempo delle preoccupazioni” non ci sono regole su cosa sia una preoccupazione valida; ogni tipo di ansia ha valore e merita ascolto. Quando il tempo è terminato, chiudete la scatola e dite insieme: Arrivederci preoccupazioni.” La regola è che genitore e figlio torneranno a occuparsi di altre eventuali preoccupazioni il giorno successivo, nel tempo dedicato.

6. Aiutalo a passare da “cosa succederebbe se” a “cosa succede adesso”

Le persone sono capaci di viaggiare nel tempo… Pensavi che non fosse possibile, vero? 😉 Eppure è così. Mentalmente tutti noi spendiamo molto tempo “viaggiando nel futuro”. Per alcuni soggetti che soffrono di ansia, questo tipo di viaggio mentale non fa altro che aumentare le preoccupazioni.

Un tipico viaggiatore nel tempo si pone domande che iniziano con “Cosa potrebbe succedere se…”. Ad esempio: “Cosa potrebbe succedere se non riuscissi ad aprire il lucchetto della bicicletta?”, “E se l’autobus avesse in incidente?”.

Una ricerca condotta da Zeidan et al. (2014) ha osservato che rimanere ancorati al presente può aiutare a ridurre l’intensità delle nostre preoccupazioni. Un metodo efficace in questo senso è praticare esercizi di mindfulness. Queste tecniche consentono al bambino di passare da domande “Cosa succederebbe se…?” a domande “Cosa succede adesso?”. Per iniziare, puoi aiutare tuo figlio a concentrarsi sul proprio respiro per alcuni minuti.

7. Evita di far evitare a tuo figlio tutto quello che gli causa ansia

Tuo figlio vorrebbe non andare a scuola o alle feste di compleanno? Vorrebbe stare lontano dai cani? Vorrebbe evitare tutte le situazioni che creano ansia? E tu, come genitore, lo aiuti a evitare tutto ciò che lo preoccupa? Certamente è comprensibile e si tratta di una reazione naturale. Nelle situazioni di forte ansia, infatti, la risposta privilegiata è proprio quella della fuga, che porta il bambino a scappare di fronte a tutte le situazioni che percepisce come minacciose.

Sfortunatamente, a lungo andare, l’evitamento rende l’ansia ancor più ingestibile. Qual è allora la soluzione? Prova un metodo chiamato “Scala a pioli”.

La tecnica della Scala a pioli

Per diventare più abili a maneggiare le preoccupazioni, i bambini possono utilizzare una strategia che consiste nello scomporle in pezzi più piccoli, in modo tale da affrontare un “pezzettino di preoccupazione” alla volta, fino a quando quel pezzettino non innescherà più una reazione di ansia.

Permetti a tuo figlio di dire che ha paura di sedersi sull’altalena al parco. Poi, invece di evitare questa attività, crea piccoli obiettivi che lo avvicinino lentamente alla situazione temuta: all’inizio potreste arrivare solo davanti all’ingresso del parco, il giorno dopo fare un giro all’interno, il giorno successivo ancora sedervi sull’altalena, solo alla fine comincerete a dondolare lentamente.

In generale, rispetto alle tempistiche necessarie per avanzare di step in step, suggerisco di aspettare che l’attivazione emotiva di fronte a un primo piccolo obiettivo ansiogeno diminuisca, e solo a quel punto direzionarsi verso l’obiettivo successivo.

figli ansiosi come affrontare l'ansia

8. Aiutalo a lavorare con una “lista delle emergenze”

Cosa fa un pilota addestrato quando incontra un’emergenza? Non improvvisa, ma consulta la sua “lista delle emergenze”.

Anche se hanno fatto anni di addestramento, tutti i piloti lavorano con la loro lista perché, quando c’è un pericolo, è difficile pensare in maniera chiara. Anche i bambini, quando sono di fronte alle loro ansie, si sentono nello stesso modo.

Perché non creare allora una lista che li aiuti a calmarsi passo dopo passo? Cosa devono fare quando sentono che l’ansia sta aumentando vertiginosamente?

Il primo step potrebbe consistere nel prendersi una pausa e fare un respiro profondo. Per i punti successivi, puoi farti ispirare dai suggerimenti contenuti in questo articolo. Può essere divertente creare insieme a tuo figlio una copia cartacea che può tenere sempre con sé e che lo aiuti a gestire le preoccupazioni quando le sente arrivare.

9. Pratica l’auto-compassione

Guardare il proprio figlio che soffre d’ansia può essere molto doloroso, frustrante e confusivo.

Almeno una volta nella vita ciascun genitore si è chiesto se possa essere lui la causa dell’ansia del figlio. Le ricerche in merito hanno mostrato che l’ansia è spesso il risultato di più fattori (geni, fisiologia del cervello, temperamento, fattori ambientali, eventi traumatici passati).

Ricordati, dunque, che non sei tu la causa dell’ansia di tuo figlio, ma puoi aiutarlo a superare il problema. Per migliorare il benessere di tutto il tuo nucleo familiare, impara a praticare l’auto-compassione. Ricordati che non sei solo/a e non sei colpevole. È arrivato il momento di abbandonare le auto-critiche ingiustificate e perdonare se stessi.

Perché essere gentili con noi stessi è così importante?

Tutti noi commettiamo errori o attraversiamo momenti difficili in quanto genitori. In questi momenti, anziché trattarci con gentilezza e incoraggiamento, tendiamo a criticarci e a colpevolizzarci. Questo atteggiamento, tuttavia, si rivela controproducente poiché non ci aiuta a migliorare nel nostro ruolo genitoriale. Anzi, influisce negativamente sull’umore, riduce la nostra motivazione e amplifica sensazioni di colpa, vergogna e inadeguatezza.

Concederci conforto e compassione ci consente, invece, di affrontare la situazione in modo più costruttivo.

📌 Cerchi delle indicazioni pratiche per capire come passare dall’ipercriticismo alla compassione? Ecco un video per te 😉

10. Conclusioni: affrontare l’ansia e raggiungere la serenità

Le emozioni sono parte integrante della nostra esperienza umana e, come tale, è essenziale riconoscerle e accettarle senza giudizio. Ogni emozione ha una sua validità e una ragione d’essere, e comprendere questo principio è fondamentale per gestire l’ansia in modo sano.

La relazione tra pensieri e emozioni emerge come un elemento cruciale: riconoscere pensieri negativi disfunzionali consente di avviare un dialogo interno costruttivo. L’importanza di comprendere che un pensiero è solo un pensiero, e non necessariamente la realtà, offre una prospettiva preziosa per affrontare e diminuire l’ansia che proviamo.

Inoltre, è cruciale comprendere che la percezione della realtà può variare significativamente da persona a persona. Ciò che può sembrare pericoloso a noi potrebbe nella realtà non esserlo affatto. In questo senso, sviluppare una visione più equilibrata contribuisce a ridurre l’ansia.

La consapevolezza della propria capacità di affrontare le sfide è essenziale. Quando ci sentiamo incapaci di farlo da soli, chiedere aiuto è un atto di saggezza e forza.

Vorei quindi concludere questo articolo sottolineando l’importanza di coltivare una mentalità aperta, compassionevole e orientata alla crescita sia nei genitori che nei figli, per costruire un ambiente familiare che favorisca la gestione dell’ansia in modo positivo.

 

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Se gli accorgimenti riportati nell’articolo che hai appena letto non dovessero riverlarsi sufficienti, è auspicabile consultare uno psicologo esperto in età evolutiva. Rivolgendoti a Mindcenter puoi trovare l’aiuto che cerchi. Scrivici e troverò il professionista più adatto a lavorare, passo passo, al fianco di tuo figlio fino a condurlo verso un maggior benessere emotivo e psicologico.

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