Figli ansiosi: e se i genitori chioccia fossero la causa?
Sei al parco, tuo figlio corre felice tra gli altri bambini. Improvvisamente lo vedi avvicinarsi a uno scivolo; è pieno di entusiasmo per la nuova avventura, ma ecco che tu senti l’ansia crescere, e con lei il bisogno impellente di catapultarti al fianco del tuo bambino per garantirti che non si faccia male, anche se lui sembra pienamente capace di affrontare la sfida da solo.
Un attimo dopo, tuo figlio si avvicina al gruppetto di bambini che costruiscono un castello di sabbia. Ancora una volta il tuo istinto da genitore-chioccia entra in azione, e cominci a intervenire con una serie di raccomandazioni per assicurarti che non si faccia male. Gli dici di stare attento a non mettersi la sabbia in faccia perché potrebbe essere pericoloso, di non agitarsi troppo perché potrebbe sudare e ammalarsi, e così via…
Dulcis in fundo, quando lo vedi dirigersi verso una corda per arrampicarsi lungo una struttura messa a disposizione nel parco giochi, non riesci a trattenerti dal metterlo in guardia sui possibili pericoli. Gli ricordi di fare attenzione perché potrebbe farsi male, anche se la struttura sembra essere stata progettata appositamente per bambini della sua età..
👉 Quante volte ti sei ritrovato a mettere in atto questi comportamenti con i tuoi figli?
Gli episodi che ti ho appena descritto rivelano un atteggiamento opprimente che spesso molti genitori mettono in campo nel tentativo di proteggere i propri figli, inconsapevoli del fatto che, sul lungo termine, rischiano di privarli di preziose opportunità di esplorare il mondo, imparare autonomamente e sviluppare la fiducia in se stessi.
Se ti sembra esagerato, continua a leggere questo articolo, perché esploreremo in che modo il comportamento tipico dei genitori chioccia influenza il benessere emotivo e la crescita del bambino nel tempo. Vedremo inoltre alcuni suggerimenti su come trovare un equilibrio sano tra protezione e libertà in modo da favorire una crescita serena e una futura indipendenza.
Cosa troverai in questo post:
- Chi sono i genitori chioccia
- Conseguenze negative sullo sviluppo dei figli
- Genitori chioccia generano figli ansiosi?
- Come smettere di essere un genitore chioccia
- Conclusioni: trovare un equilibrio nel ruolo di genitore
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1. Chi sono i genitori chioccia
I genitori chioccia sono tutti quei genitori iper-presenti e iperprotettivi nei confronti dei loro figli, che vedono come fragili, indifesi e mai abbastanza attrezzati o pronti per muoversi autonomamente in un mondo così difficile e complesso.
Ecco che i genitori chioccia – anche definiti genitori elicottero – si impegnano per rendere la vita dei propri figli il meno complicata possibile, vivendo in uno stato di continua tensione, poiché costantemente preoccupati per la loro salute e felicità. Organizzano in modo millimetrico la vita dei figli e si sentono sopraffatti dalle preoccupazioni alla minima difficoltà che si presenta sul loro percorso.
Ma vediamo più nel dettaglio le caratteristiche di questo stile genitoriale.
Le caratteristiche dei genitori chioccia
Nell’universo dei genitori chioccia, l’eccessiva protezione diventa un mantra quotidiano.
Immagina dei genitori che avvolgono i propri figli in una bolla, tentando di schermarli da ogni rischio, reale o percepito che sia. Questi genitori manifestano una presenza intrusiva in ogni aspetto della vita dei loro figli: dall’organizzazione delle attività extracurriculari, per le quali esigono di aver voce in capitolo su ogni dettaglio, fino ad arrivare al punto di intervenire anche nelle dinamiche sociali dei figli, esaminando ogni singola amicizia che essi instaurano, o intromettendosi nei conflitti tra i loro coetanei, mossi dal bisogno di risolverli o di prevenire qualsiasi potenziale problema.
L’eccessivo coinvolgimento raggiunge il punto in cui i genitori chioccia diventano architetti della vita dei figli, pianificando e gestendo ogni step, dalla scelta delle amicizie alle decisioni accademiche e professionali, lasciando pochissimo spazio all’autonomia o all’esperienza diretta del rischio e del fallimento.
Il timore che i propri figli possano incontrare anche il più piccolo ostacolo porta i genitori chioccia a correre in loro soccorso per ogni contrattempo, spesso anticipando bisogni e risolvendo problemi prima ancora che i figli si rendano conto della loro esistenza.
Questa incessante vigilanza può includere un monitoraggio che rischia di diventare eccessivo quando spinto dal bisogno di conoscere ogni singolo spostamento del figlio, creando un ambiente in cui il bambino o il ragazzo cresce sotto lo sguardo costante e l’intervento proattivo dei genitori, anche quando non realmente necessario.
Anche dal punto di vista medico, i genitori chioccia tendono a manifestare eccessive preoccupazioni nei confronti dei figli: visite mediche frequenti per lievi malanni sono comuni, poiché i genitori temono il peggio al minimo starnuto del figlio.
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Se volessimo spezzare una lancia a favore di questo stile genitoriale, potremmo certamente dire che i genitori chioccia sviluppano spesso rapporti stretti e premurosi con i figli; hanno un comportamento caloroso e solidale, che include il sostegno emotivo e una comunicazione aperta con loro. Tuttavia, l’impatto di questo stile genitoriale su bambini e adolescenti non è sempre positivo.
Cerchiamo di comprenderne il motivo.
2. Conseguenze negative sullo sviluppo dei figli
Ciò che può essere dannoso o potenzialmente pericoloso per lo sviluppo dei figli non è solo l’atteggiamento di iper-controllo che può manifestarsi in genitori preoccupati per il bene dei propri figli, ma anche l’invasione eccessiva nella loro vita, nelle loro passioni, amicizie o attività.
Questo modo di agire trasforma la normale curiosità del bambino verso l’esplorazione e la scoperta in ansia e timore. Il bambino riceve continuamente un messaggio implicito dannoso: “Hai bisogno del mio aiuto perché da solo non ce la fai”.
Come accennato, una forma comune di iperprotezione è quella di sostituirsi ai figli e di svolgere le attività al loro posto, rimuovendo ogni ostacolo per evitare che possano fallire. In questo modo, i genitori diventano complici dei loro figli, ritardando il momento in cui dovrebbero assumersi le proprie responsabilità e creando un senso di insicurezza riguardo alle proprie capacità.
I figli, a loro volta, sempre meno chiamati a rendere conto delle proprie azioni, iniziano a dipendere e ad aspettarsi l’aiuto dei genitori per qualsiasi cosa: dai compiti scolastici, alle dispute con i compagni di scuola, alle piccole difficoltà quotidiane. Spesso questi bambini possono arrivare a reagire con aggressività quando i loro bisogni e desideri non vengono soddisfatti immediatamente.
La costante presenza e l’eccessiva protezione dei genitori rendono i bambini insicuri, timorosi e incapaci di gestire la frustrazione, di prendere decisioni autonomamente e di assumersi le proprie responsabilità.
Il problema principale è che i bambini iperprotetti non hanno l’opportunità di sviluppare la fiducia in se stessi attraverso la risoluzione dei problemi della vita quotidiana e finiscono per dipendere dai genitori in tutto e per tutto.
La correlazione tra comportamento genitoriale iperprotettivo e malessere percepito dei figli
A questo proposito, vorrei riportarvi i risultati di uno studio condotto presso l’Università di Mary Washington negli Stati Uniti, che ha coinvolto 297 studenti universitari, con un’età compresa tra i 18 ei 23 anni. A questi partecipanti è stato chiesto di descrivere sia il comportamento dei propri genitori sia la loro percezione della propria capacità di affrontare le situazioni della vita e relazionarsi con gli altri mantenendo un senso di autonomia. Inoltre, è stato richiesto loro di valutare il proprio livello di soddisfazione nella vita e di segnalare eventuali sintomi di ansia o depressione.
I risultati dello studio rivelano un legame significativo tra i comportamenti iperprotettivi e ipercontrollanti dei genitori e il forte disagio percepito nella vita quotidiana degli studenti. Rispetto ai loro coetanei, i figli dei genitori iperprotettivi mostravano:
- maggiori livelli di depressione
- diminuzione della soddisfazione per la vita
- più bassi livelli di autonomia percepita
- scarsa capacità di stringere relazioni sociali
- maggiore probabilità di sviluppare un disturbo d’ansia o dell’umore
E a proposito di ansia…
3. Genitori chioccia generano figli ansiosi?
Uno studio condotto su più di 300 studenti universitari ha rivelato che i figli di genitori iperprotettivi avevano punteggi più bassi per quanto riguarda il benessere psicologico. Inoltre, rispetto ai loro coetanei erano più inclini a ricorrere a farmaci prescritti per l’ansia o la depressione, e a utilizzare farmaci antidolorifici senza prescrizione come forma di automedicazione per affrontare i sentimenti di disagio in diverse situazioni della vita.
In un altro studio, i ricercatori hanno esaminato il modo in cui il ruolo del genitore chioccia influisce sui bambini ansiosi. In laboratorio, i bambini sono stati invitati a completare il maggior numero possibile di puzzle in 10 minuti di tempo. I puzzle erano progettati per simulare i compiti a casa e altri compiti accademici. I genitori potevano aiutare i figli, tuttavia non erano incoraggiati a farlo.
In seguito, i ricercatori hanno scoperto che i genitori di bambini con ansia sociale toccavano i puzzle molto più spesso degli altri genitori. Non erano critici o negativi; eppure hanno cercato di dare aiuto anche quando i figli non lo chiedevano.
Lo studio suggerisce che i genitori di bambini con ansia sociale sono ipersensibili alla possibilità di minacce o fallimenti. Di conseguenza, le loro reazioni possono impedire ai bambini di imparare a fallire o ad avere successo da soli, nonché alimentare – se pur involontariamente – sensazioni di ansia.
Questo è un peccato, perché significa che i figli finiscono per pagare uno scotto troppo grande nel corso della loro crescita, e questa conseguenza è dovuta principalmente agli effetti delle insicurezze che i genitori, inconsapevolmente, riversano su di essi.
📌 Se senti che questo articolo può fare la differenza per qualcuno a cui tieni profondamente, non esitare a condividerglielo. Potrebbe essere esattamente ciò di cui la persona a te cara ha bisogno per comprendere meglio e affrontare il delicato tema della genitorialità.
In ogni fase evolutiva, le persone sono chiamate ad affrontare alcune sfide fondamentali per lo sviluppo. I genitori non possono proteggere i loro figli per sempre, perché prima o poi questi dovranno affrontare le proprie paure e fare esperienza dell’errore. Pensiamo erroneamente che proteggendoli eviteremo loro le frustrazioni. Invece bisogna abituare i bambini piano piano a vivere le delusioni, a sperimentare i propri limiti. È necessario affinché imparino a misurare le proprie forze superando e affrontando gli ostacoli della vita.
Di fronte ad una modalità iperprotettiva diventa basilare aiutare i genitori a smettere di intervenire per facilitare la vita ai figli, osservando i loro errori e lasciando che si correggano da soli.
👉 Vediamo allora cosa fare a riguardo.
4. Come smettere di essere un genitore chioccia
La premessa è che “smettere di essere dei genitori chioccia” richiede tempo e pazienza. Spesso, infatti, si tratta di un atteggiamento radicato nel tempo e nella personalità dell’individuo.
Ci sono tuttavia alcuni suggerimenti che voglio condividere con te per invitarti a metterli in pratica fin da subito nel rapporto con i tuoi figli.
Sostenere i figli senza essere invadenti
Con il suo comportamento, il genitore chioccia mette a dura prova la relazione genitore-figlio. Questo è particolarmente vero quando i bambini entrano nell’adolescenza e si ribellano al coinvolgimento dei genitori. Pertanto, trovare modi per sostenere i bambini senza essere invadenti si rivela vantaggioso per tutta la famiglia. Non devi essere l’opposto di un genitore chioccia (in fin dei conti, anche un approccio genitoriale totalmente disimpegnato non è l’ideale). La chiave è trovare un giusto equilibrio tra l’essere un “genitore chioccia” e il cosiddetto genitore “free-range”, ossia quel genitore che si concentra sull’insegnare ai figli ad essere indipendenti, fornendo una supervisione limitata in base al loro livello di sviluppo.
Ecco alcuni cosnigli per essere un genitore coinvolto nella vita dei figli senza essere invadente.
1. Ascolta attentamente
Invece di imporre a priori le tue opinioni e i tuoi valori, sappi che il modo migliore per aiutare tuo figlio è ascoltare attentamente le sue paure, preoccupazioni e sfide che sta affrontando o dovrà affrontare. In questo modo i bambini scoprono di potersi fidare e affidare ai propri genitori, che li assistono senza sostituirsi a loro. Di conseguenza, imparano gradualmente a risolvere i propri problemi grazie al sostegno di un ascoltatore comprensivo.
2. Sii una guida, non un dittatore.
I genitori chioccia tendono spesso a intervenire e prendere decisioni al posto dei loro figli. Assumere un approccio da guida (o da coach) significa porre domande che incoraggino i figli a lavorare per risolvere i propri problemi autonomamente. Prova a porre domande aperte, come: “Cosa potrebbe aiutarti in questa situazione? Quali sono le tue opinioni su questa situazione? Come pensi di affrontare questo problema? Quali soluzioni hai considerato finora?”
3. Lascia che le conseguenze naturali si dispieghino
I bambini, crescendo, hanno bisogno di imparare che la responsabilità delle loro azioni ricade su di loro. Tale consapevolezza li aiuta a fare scelte migliori le volte successive. Ovviamente ci sono sempre eccezioni alla regola, come quando le conseguenze minacciano la salute o la sicurezza di un bambino se i genitori non intervengono, ma nella maggior parte dei casi le conseguenze naturali possono essere strumenti didattici positivi.
4. Resisti alla tentazione di pianificare ogni aspetto della loro vita
Non è necessario che i genitori tengano traccia di ogni minimo spostamento, attività o compito del figlio. Quando l’adolescente percepisce che i risultati dipendono esclusivamente da quello che sceglie di fare, o di non fare, prova un senso di autonomia e di competenza.
Certamente è un bene offrire strumenti e idee se ci accorgiamo che hanno difficoltà a organizzarsi; l’importante è agire senza mai sostituirsi a loro, in modo da non privarli delle opportunità di assumersi responsabilità e di crescere attraverso le proprie esperienze e decisioni.
5. Lascia che i bambini falliscano
Nessun genitore vuole vedere fallire il proprio figlio. Eppure, fallire è una parte normale e inevitabile della vita, soprattutto quando i figli crescono e iniziano a interagire in misura maggiore con il mondo circostante senza più il coinvolgimento o il sostegno dei genitori. A ben vedere, il fallimento può offrire spesso lezioni di vita più importanti del successo.
6. Valida i loro sentimenti
I genitori possono interessarsi a come si sentono i figli tenendo a freno il bisogno di fare qualcosa per “risolvere” le emozioni ingombranti o il disagio che essi provano in un dato momento. I nostri bambini, o adolescenti che siano, necessitano di un sano equilibrio tra spazio per se stessi e sostegno emotivo. Ben lontani dall’essere invadenti o oppressivi, come genitori possiamo allora limitarci a esprimere empatia e amore incondizionato.
👉 Giunti al termine di questo viaggio in cui abbiamo approfondito uno stile genitoriale in cui molte persone si ritrovano, concludiamo con una breve riflessione sulla necessità di trovare un equilibrio tra protezione e autonomia nel nostro ruolo di genitori, al fine di promuovere un sano sviluppo dei nostri figli.
5. Conclusioni: trovare un equilibrio nel ruolo di genitore
Come abbiamo visto, nel panorama dei genitori chioccia, la possibilità per i figli di sviluppare autonomia e indipendenza viene soffocata. Compiti semplici e quotidiani, che potrebbero rappresentare occasioni preziose per imparare e crescere, vengono assunti dai genitori, convinti di fare il meglio per i loro figli.
Questo comportamento rischia di crescere giovani adulti che, arrivati alla soglia della vita reale, si trovano disarmati di fronte alle sfide, alle delusioni e alla presa di decisioni autonome, elementi invece fondamentali per una crescita personale equilibrata e per il successo nell’età adulta.
Certo, nei primi anni di vita è necessario che il bambino venga controllato e guidato dai genitori per imparare le regole del mondo. Questo processo include insegnargli cosa è giusto e cosa è sbagliato, come comportarsi in società, e altre competenze di base fondamentali per la sua crescita.
Il concetto di genitore-chioccia nasce nel momento in cui questi genitori, invece di adattare il loro livello di intervento all’età del bambino, continuano a esercitare un controllo eccessivo, limitando l’indipendenza del figlio e la sua capacità di imparare dai propri errori.
Occorre allora lavorare nella direzione di un maggior equilibrio nel ruolo educativo di genitore: mentre è fondamentale guidare e proteggere i bambini, è altrettanto cruciale permettere loro di esplorare, fare esperienze e imparare autonomamente, adeguando il livello di supervisione e intervento al loro grado di maturazione.
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