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Tra gioco e creatività

Psicopedagogia

Tra gioco e creatività

creativita“Capire che cos’è l’arte è una preoccupazione (inutile) dell’adulto.
Capire come si fa a farla è invece un interesse autentico del bambino” (cit. Bruno Munari)

Il bambino inizia da subito a sperimentare, non conosce nulla del mondo. Il neonato che guarda il viso dei genitori o degli oggetti non sa cosa ha davanti; la realtà che lo circonda è ancora un insieme di luci, colori, odori, impressioni varie che però non fanno ancora riferimento nel suo cervello a immagini interne, si formeranno gradualmente con l’esperienza.

Il bambino può essere paragonato ad un pittore, la sua spontaneità e la sua creatività svincolata da qualsiasi condizionamento lo rende l’artista per eccellenza. La creatività è un aspetto strutturante della personalità, tutti i bambini sono creativi e curiosi per natura, ognuno con attitudini proprie e abilità diverse. E’ fondamentale creare spazio intorno al fanciullo perché possa sperimentare. Ci sono piccoli più timidi che sembrano esprimere meno questo bisogno, ce ne sono altri invece che lo fanno in maniera più estroversa.

E’ importante che l’adulto incoraggi e faciliti i loro tentativi di fare esperienza con la realtà, di mettersi in gioco, di saggiare le proprie possibilità di interazione e di invenzione.

L’intelligenza e la creatività crescono insieme al bambino, è un processo che continua anche con l’età adulta. Siamo creature in perenne evoluzione, ma le basi poste nei primi anni di vita sono essenziali.

 

Quali atteggiamenti e comportamenti sono più idonei ed efficaci nel permettere in modo adeguato l’esprimersi della creatività del bambino?

Più che di “fare” si tratta di “non fare”. 

  • Quando il piccolo si esprime, bisogna permettetegli di farlo, non bisogna riempire il suo spazio dei nostri contenuti, delle nostre urgenti spiegazioni, della nostra ansia di vedere il prodotto di nostro figlio già compiuto. Se ad esempio il bambino colora fuori dai contorni del disegno, non bisogna cercare sempre e comunque di correggerlo, arriverà il momento che colorerà dentro i margini, deve maturare fisiologicamente.

  • Non riempire il suo disegno con le nostre idee (a meno che non ce lo chieda lui); il foglio bianco è lo spazio delle sue proiezioni. Allo stesso modo con le costruzioni, con i lego, deve poter essere lui a decidere cosa costruire e a fare i suoi tentativi per sperimentarsi.

  • I bambini devono essere lasciati sperimentare. Va lasciato loro il tempo di provare e riprovare per trovare la propria risposta ai problemi

  •  Non bisogna mai dare delle soluzioni preconfezionate, il piccolo ha bisogno di tempo perché acquisisce un modello per tentativi, non deve avere delle soluzioni già date da qualcuno, ma deve provare. Come sostiene il Prof. Munari “A livello quotidiano sono importanti anche i giochi che si danno ai bambini, soprattutto i più piccoli. Anche se ci sono dei giochi strutturati molto belli, l’ideale è proporre anche qualcosa di più semplice. Ad esempio si può prendere una scatola e metterci dentro tanti stimoli tattili diversi: pezzi di materiale di recupero, come stoffe di diversa consistenza, foglie, piume, carte rumorose… Questi materiali stimolano il bambino con un’ampia serie di informazioni, così che conosca i dati e li metta in relazione tra loro”.

La creatività ha tempi propri, bisogna dimenticarsi dei “risultati”, questo non fa che comprimere lo spazio creativo e “ingombrare” la relazione. Non bisogna normalizzare i tentativi del bambino di dare un senso o un significato alle cose, bisogna lasciarlo esplorare, vivere il momento della ricerca e del gioco come meglio crede.

Elisa Oliva

 

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