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Dimmi come pensi e ti dirò che musica ti piace (e viceversa)

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Dimmi come pensi e ti dirò che musica ti piace (e viceversa)

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Una nuova ricerca (Greenberg et al., 2015), pubblicata sulla rivista PLoS ONE, sembra suggerire un interessante link tra stile di pensiero di una persona e gusti musicali.

Nello specifico, gli psicologi della University of Cambridge hanno scoperto che l’approccio cognitivo di una persona (in particolare se il soggetto in questione tende ad “empatizzare”, cioè ama concentrarsi sulle emozioni degli altri, oppure a “sistematizzare”, cioè ama analizzare le regole e i modelli del mondo) sembra influenzare le preferenze in senso musicale.

Poco si sa di ciò che determina il nostro gusto musicale. Negli ultimi dieci anni, i ricercatori si sono chiesti se i nostri gusti musicali riflettessero caratteristiche esplicite, come l’età o la personalità. In questo senso, sembra che le persone aperte alle nuove esperienze tendano a preferire musica blues, jazz, classica o folk, e le persone estroverse e amichevoli preferiscano musica pop, colonne sonore, musica religiosa, soul, funk, elettronica, generi di danza (Rentfrow & McDonald, 2009).

In questo nuovo studio, un team di ricercatori guidati da David Greenberg e supervisionati dal Professor Simon Baron-Cohen, è andato ad esplorare come ad influenzare le nostre scelte in campo musicale sia lo stile cognitivo.

Lo stile cognitivo era valutato considerando se il soggetto in questione avesse punteggi più elevati in empatia (la nostra capacità di riconoscere e rispondere ai pensieri e alle emozioni degli altri), in sistematizzazione (il nostro interesse a comprendere i meccanismi che regolano il funzionamento dei fenomeni del mondo), oppure avesse un punteggio bilanciato tra le due dimensioni.

“Anche se i gusti musicali delle persone si modificano nel tempo, abbiamo scoperto che lo stile di pensiero delle persone predice le loro preferenze in fatto di musica” ha commentato Greenberg. I ricercatori hanno condotto diverse analisi su oltre 4.000 partecipanti che sono stati reclutati soprattutto attraverso l’applicazione “myPersonality” su Facebook. Ai partecipanti veniva chiesto di compilare alcuni questionari psicologici e successivamente di ascoltare e valutare 50 pezzi musicali. I brani proposti appartenevano ad oltre 26 generi e sottogeneri musicali, al fine di minimizzare le possibilità che i soggetti facessero qualche associazione personale o culturale con il pezzo presentato.

I ricercatori hanno trovato che i soggetti che riportavano alti livelli in empatia tendevano a preferire musica “dolce” (romantica, lenta e rilassante come nei generi R&B, soft rock), musica “poco pretenziosa” (poco complessa e acustica, come accade nel folk, nel country o nel cantautorato) e musica “contemporanea” (che utilizza elementi elettronici e percussioni come avviene nei generi elettronica, latina, acid jazz e pop europeo).

Gli stessi soggetti, dall’altra parte, tendevano a detestare “musica intensa” (sonora e aggressiva, come il rock classico, il punk e l’heavy metal) e a non apprezzare la musica “complessa e sofisticata” (come la musica classica).

Al contrario, soggetti con punteggi elevati in sistematizzazione preferivano musica intensa o complessa, ma non erano appassionati di musica dolce e poco pretenziosa.

Gli stessi risultati hanno trovato conferma anche all’interno di generi specifici: coloro che avevano tendenze verso l’empatia preferivano pezzi jazz dolci e poco pretenziosi mentre coloro che tendevano a sistematizzare prediligevano pezzi jazz intensi e sofisticati (complessi o d’avanguardia).

Approfondendo le analisi, i ricercatori hanno anche scoperto che coloro che avevano esibito altri punteggi in empatia preferivano musica con un minore dispendio energetico (gentile, sensuale, riflessiva, calda), oppure che esprimeva emozioni negative (toni tristi o malinconici) o caratterizzata da profondità emotiva (poetica, rilassante, riflessiva).

Chi aveva uno stile cognitivo più orientato verso la sistematizzazione preferiva al contrario musica con un alto livello di energia (forte e con elementi di tensione), che esprimeva emozioni positive (animata e divertente) e caratterizzata da un elevato grado di profondità cerebrale e complessità.

Greenberg, che è anche un sassofonista jazz, sostiene che questa ricerca potrebbe avere delle importanti implicazioni per l’industria musicale: “Moltissimo denaro viene speso ogni giorno in algoritmi che scelgono e propongono la musica alle persone, ad esempio su piattaforme come Spotify and Apple Music. Conoscendo lo stile di pensiero di una persona, tali servizi potrebbero a ragion veduta proporre dei pezzi musicali indicati per ogni individuo”

Il Dr. Jason Rentfrow, altro autore dello studio, ha commentato: “Questa linea di ricerca mette in evidenza come la musica sia uno specchio del sé. La musica è l’espressione di ciò che siamo emotivamente, socialmente e cognitivamente”.

Il Professor Simon Baron-Cohen ha concluso “Questo nuovo studio è un’affascinante estensione della teoria ‘empatia-sistematizzazione’ delle differenze tra individui in termini psicologici (Baron-Cohen, 2003). La ricerca può aiutarci anche a comprendere meglio le persone affette da autismo, che tipicamente sono dei grandi sistematizzatori”.

Ecco un elenco di pezzi musicali che, sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori ritengono adatti a persone con particolari stili cognitivi:

Soggetti con alti livelli di empatia

Hallelujah – Jeff Buckley

Come away with me – Norah Jones

All of me – Billie Holliday

Crazy little thing called love – Queen

 

Soggetti con alti livelli di sistematizzazione

Concerto in C – Antonio Vivaldi

Etude Opus 65 No 3 — Alexander Scriabin

God save the Queen – The Sex Pistols

Enter the Sandman – Metallica

 

Vai alla fonte in lingua originale

Una nuova ricerca, pubblicata a luglio 2015 sulla rivista PLoS ONE e condotta da Greenberg e colleghi (tra cui il Professor Simon Baron-Cohen!), suggerisce un affascinante collegamento tra lo stile cognitivo di una persona e i suoi gusti musicali.

In altre parole, secondo la ricerca, la vostra predilezione per un genere oppure per un altro potrebbe essere in parte connessa al modo in cui siete soliti approcciarvi al mondo, in particolare se tendete all’empatia (ossia amate concentrarvi sulle emozioni degli altri) oppure alla sistematizzazione (cioè amate analizzare le regole e i modelli del mondo).

Ascoltate i pezzi che ho messo in coda all’articolo. Quale delle due liste preferite? Probabilmente la vostra preferenza vi dirà qualcosa sul vostro stile cognitivo.. Vi ritrovate?

 

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