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“Vecchia scuola”: idee di antichi pensatori per migliorare la vita moderna

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Benessere / Psicologia

“Vecchia scuola”: idee di antichi pensatori per migliorare la vita moderna

Il mondo moderno ci ha certamente regalato moltissime grandi innovazioni. Tuttavia, sembrano esserci un numero di cose che, da un punto di vista psicologico, funzionavano meglio nel passato.. idee e intuizioni formulate dai pensatori antichi e oggi quasi dimenticate.

La cosa più interessante è che alcune recentissime ricerche scientifiche hanno convalidato molte delle lezioni che i pensatori antichi già conoscevano, ma non erano nella condizione di dimostrare.

Ecco 7 idee di pensatori del mondo antico che possono rendere migliore la nostra vita:

1) La comunità è fondamentale

Per il 99% dell’esistenza umana abbiamo vissuto in piccole tribù dove eravamo costantemente circondati da familiari e amici.

A fronte dei molti benefici che sono derivati dalla costruzione delle società moderne, quali sono i vantaggi del mondo tradizionale che ci siamo lasciati alle spalle? Il più importante sembra essere proprio il fatto che nelle società tradizionali le persone trascorrevano la loro vita in prossimità del luogo in cui nascevano, rimanendo circondati da parenti e compagni d’infanzia. Di conseguenza, la solitudine non era un problema (1). Come ben sinterizzato da un uomo americano che ha vissuto gran parte della sua vita in Africa “La vita in Africa è materialmente povera e socialmente/emotivamente ricca, mentre la vita negli Stati Uniti è materialmente ricca e socialmente/emotivamente povera”.

E, no, Facebook non è un sostituto del tempo trascorso con gli amici. In un esperimento, Cacioppo ha cercato un’associazione tra la solitudine dei soggetti del campione e la relativa frequenza d’uso di Fecebook, chat, siti d’incontri e giochi online, piuttosto che incontri vis a vis (2). I risultati sono stati inequivocabili: “Maggiore è la percentuale di interazioni vis a vis, meno ci si sente soli; maggiore è la percentuale di interazione online, più ci si sente soli”, ha commentato.

Inoltre, non sentisi socialmente connessi può renderci più stupidi e portare a morte precoce. Quando il senso di connessione sociale della persone è minacciato, la loro capacità di autoregolarsi viene danneggiata; per esempio le loro performance cognitive diminuiscono. Sentirsi soli è inoltre associato alla morte precoce tanto quanto altri comportamenti non salutari, come il fumare (2). La soluzione? Utilizzare la tecnologia per facilitare incontri dal vivo, non per sostituirli.

Abbiamo sicuramente bisogno degli altri, ma che cosa i nostri antenati possono insegnarci su come sentirci meglio come singoli individui?

2) “Mens sana in corpore sano”

Originariamente scritta dal poeta romano Giovenale, si tratta di una frase di frequente utilizzo che recita “una mente sana in un corpo sano” e che sottolinea l’importanza della cura del nostro organismo per buone prestazioni mentali. Eppure, nel mondo moderno, spesso trascuriamo il nostro corpo, mangiando cibo spazzatura e non praticando attività fisica.

La scienza è d’accordo con Giovenale. In particolare, la ricerca mostra che avere un corpo sano è una parte essenziale di avere una mente sana. Volete essere più intelligenti? Fate esercizio fisico! “Una delle caratteristiche più importanti dell’esercizio fisico, non sempre messo in luce, è un miglioramento dell’apprendimento. Ciò significa che essere fisicamente in forma consente di imparare e funzionare in modo più efficiente”, spiega Cotman (3). E che dire della felicità? Una ricerca presso la Duke University sostiene che l’esercizio fisico ha un efficacia pari a quella degli antidepressivi nel trattamento di stati depressivi. In questo studio fondamentale, affettuosamente chiamato SMILE (Standard Medical Intervention and Long-term Exercisei), James Blumenthal e colleghi hanno confrontato per 16 settimane l’esercizio fisico e l’SSRI sertralina (Zoloft). Blumenthal ha concluso che l’esercizio fisico è risultato efficace quanto i farmaci antidepressivi (3).

Ciò che è veramente sorprendente è che l’esercizio fisico può completamente rivoluzionare la nostra vita. La ricerca mostra che è un abitudine sana “chiave di volta”, in grado cioè di aprire la strada ad una serie di altre buone abitudini, spesso non direttamente collegate (4). Quando le persone cominciano a fare esercizio fisico abituale, anche se solo una volta alla settimana, i loro modelli di vita iniziano a modificarsi, spesso inconsapevolmente. Ad esempio, iniziano a mangiare meglio e a diventare più produttivi sul lavoro. Fumano meno e dimostrano più pazienza con i colleghi e familiari. Inoltre, usano le loro carte di credito meno frequentemente e dicono di sentirsi meno stressati.

Dunque la comunità può aiutarci a circondarci di amici e l’esercizio fisico puà contribuire a costruirci un corpo e una mente più funzionanti, ma cosa possono gli antichi insegnarci sulla saggezza?

3) “Gnothi seauton”

Perennemente sulla bocca di tutti ma raramente davvero messa in pratica, si tratta della massima più famosa dell’Oracolo di Delfi nell’antica Grecia: “Conosci te stesso”.

A ben vedere, ci sono poche cose che possono realmente guidare decisioni importanti come la conoscenza che una persona ha di se stessa. Pete Drucker, moderno guru del business, è in liena con la saggezza antica: “Solo avendo una chiara conoscenza di sé e una profonda e onesta visione dei propri punti di forza è possibile prendere buone decisioni di business.  Conoscere a fondo se stessi è la condizione necessaria per potersi assumere seriamente un incarico, per dire ‘Si lo farò, ma queste sono le mie condizioni, questi sono il tipo di risultati che potete aspettarvi da me e in questo lasso di tempo, perché questo è quello che sono’(5).

Secondo Gautam Mukunda, esperto di leadership alla Harvard Business School, la chiave per diventare un grande leader non è molto diversa: “Più di ogni altra cosa, conoscere se stessi. Capite chi siete, quali sono i vostri punti di forza e i vostri limiti, e capite come potete controbilanciarli” (6).

E dopo le grandi decisioni, come si fa a prepararsi meglio per le situazioni difficili che seguono inevitabilmente?

4) “Premeditatio Malorum”

Questa detto latino consiglia di rivolgersi a se stessi e chiedersi “Qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere?”. I filosofi stoici immaginavano il peggio prima di qualsiasi grande impresa. Perché? Per prepararsi.

Ryan Holiday, autore del libro “The Obstacle Is the Way” spiega: “Quando ci apprestiamo a fare qualcosa, è importante ritagliarsi del tempo per immaginare e anticipare cosa potrebbe andare male. Diversi progetti ambiziosi falliscono per ragioni prevedibili, e questo perchè troppe persone non hanno un piano B in quanto si rifiutano di prendere in considerazione che le cose potrebbero andare diversamente da come hanno previsto” (7).

Questa tecnica non solo viene utilizzata abitualmente dai CEO delle grandi aziende, ma ha mostrato la sua utilità anche in altri ambiti, in cui è in gioco la sopravvivenza delle persone. Dan Coyle sostiene che sia una parte essenziale di come le forze speciali degli Stati Uniti si preparano per ogni missione pericolosa: “Passano diverso tempo ad analizzare ogni possibile errore o imprevisto che potrebbe verificarsi durante la missione. Ogni possibile variazione delle cose è scannerizzata a fondo e connessa ad una possibile soluzione: se l’elicottero precipita, faremo X, se atterreremo del posto sbagliato, faremo Y, etc” (8).

Così, grazie al “Premeditatio Malorum” (di cui, ovviamente, non dobbiamo abusare!) possiamo sentirci maggiormente preparati. Ma cosa ci permette di portare a termine ciò che abbiamo pianificato?

5) Focalizzarsi

Nell’Italia del Rinascimento, avremmo potuto vivere un’esperienza da apprendista imparando un mestiere direttamente da un maestro. Robert Greene, autore di “Mastery”, spiega: “L’apprendistato nell’epoca antica durava circa 7-10 anni, perchè è questo il tempo che serve per diventare estremamente abili in una certa attività” (9).

Perché sembra così difficile diventare “padrone di un mestiere” oggi rispetto alla Firenze del 1400?

Forse la risposta sta nelle continue distrazioni dell’epoca moderna. E la nostra risposta naturale è saltare da una cosa a quella che ci ha distratto, oppure portarne aventi diverse contemporaneamente (pratica del multitasking). La soluzione migliore sembra non essere nessuna di queste.

Un consiglio funzionale a riguardo viene proprio dall’epoca antica: fare una cosa alla volta.

Secondo Tim Ferris, autore di “The 4-Hour Workweek”: la focalizzazione è la funzione di limitare il numero di occasioni che ci diamo per procrastinare. Significa chiudersi in una stanza con il solo problema da risolvere, e sigillare la porta (10).

Ma qual è l’idea che ha davvero convinto tutti i saggi pensatori di tutto il mondo?

6) La regola d’oro

Negli ultimi mille anni sono state avanzate molte grandi idee. Ma qual è quella su cui sembrano essere d’accordo tutti, in ogni dove e in ogni tempo? La “Regola d’Oro”: la troviamo alla radici della maggior parte delle grande religioni.

Nei Vangeli, recita così: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Questa regola, tuttavia, è presente in ogni tradizione religiosa e ogni credo ne ha una sua versione. Nell’induismo recita “Sapendo in prima persona quando è doloroso, una persona non dovrebbe mai fare agli altri ciò che non ha piacere venga fatto a lui”. Nell’ebraismo: “Non fare al tuo prossimo ciò che non vorresti ricevere tu”. E nella tradizione islamica “Nessuno crede veramente finchè non desidera per un fratello ciò che desidera per se stesso” (11).

La ricerca ha convalidato quanto sia fondamentale l’idea di reciprocità per la natura umana: coloro che si spendono per gli altri sono contemporaneamente coloro che hanno meno ma anche più successo nella vita. Adam Grant scrive queste parole nel suo testo sull’argomento: “Poi ho guardato lungo la linea del successo, chiedendomi, se chi si spende per gli altri è in fondo, chi siano coloro che si posizionano in cima. Sono stato davvero sorpreso di scoprire che in testa alla classifica del successo c’è ancora chi si spende per gli altri”. Insomma, le persone che costantemente sono alla ricerca di modi per aiutare gli altri sono sovra-rappresentate non solo nella parte inferiore, ma anche nella parte superiore della maggior parte delle classifiche delle persone di successo (12).

Vai alla fonte in lingua originale

 

Che cosa gli antichi pensatori possono insegnarci sul vivere meglio?

Ecco 6 lezioni quasi dimenticate ma quanto mai utili e attuali.

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