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Il Bambino nella Terapia Familiare

Libri sui problemi d'infanzia

Il Bambino nella Terapia Familiare

Il Bambino nella Terapia Familiare

Maurizio Andolfi
 

Ne Il bambino nella terapia familiare studiosi e terapeuti familiari ad indirizzo sistemico-relazionale si interrogano sul Pianeta Infanzia e descrivono come osservare lo sviluppo normale del bambino e come intervenire efficacemente nelle sue svariate espressioni psicopatologiche all’interno della sua cornice familiare e sociale.

Ridà quindi voce e competenza al bambino, considerandolo sempre più una risorsa attiva nella terapia con la famiglia, piuttosto che un semplice “minore da tutelare”. Ma cosa ha contribuito a rimettere il bambino al centro dell’osservazione degli studiosi della famiglia? Una prima risposta potrebbe legarsi all’aumento smisurato di abusi e maltrattamenti infantili che ha portato al moltiplicarsi di centri e strutture territoriali di intervento e a stringere rapporti sempre più stretti con il Sistema della Giustizia.

Un’altra strada che ha aperto nuovi interessi alla comprensione dello sviluppo infantile è quella della ricerca in ambito evolutivo che parte dalla teoria dell’attaccamento di John Bowlby e dalle sue svariate applicazioni cliniche, per approdare agli studi iniziati da Elisabeth Fivaz e coll. sul Triangolo primario (2000) e portati avanti da numerosi ricercatori anche italiani. Alla base viene comunque posta la triade come unità di misura per studiare le relazioni familiari.

Esiste un’altra strada ancora meno visibile ma altrettanto importante che ha riportato il fuoco dell’interesse sul bambino: quella percorsa da un numero crescente di terapeuti della famiglia che in ambito ospedaliero e territoriale hanno combattuto per anni allo scopo di aprire le porte al familiare e che devono contrapporsi all’establishment psichiatrico, che detta le regole di interventi di natura prevalentemente biologica.

Allora i lavori sulle disabilità, sull’autismo infantile, sui disordini psicosomatici e della condotta nei bambino e quelli a ponte tra biologico e psicoterapeutico sul disturbo da deficit dell’attenzione, presenti in questo volume, diventano esemplari per chi è interessato a intraprendere percorsi ardui, ma allo stesso tempo entusiasmanti, ricchi di prospettive evolutive e di risorse da ricercare nel familiare.

 

Maurizio Andolfi nasce a Roma nel 1942. Nel 1975 fonda l’Istituto di Terapia familiare, esperienza che si concluderà nel 1992, anno in cui nasce l’attuale Accademia di psicoterapia della famiglia di cui è direttore. Nel 1977 fonda Terapia familiare, rivista di punta nel dibattito culturale italiano e internazionale, che ancora oggi dirige. È attualmente neuropsichiatra infantile e professore ordinario di Psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari presso la facoltà di psicologia dell’Università La Sapienza di Roma. Negli ultimi anni il suo impegno sociale si è espresso maggiormente all’interno dei progetti condotti dalla Fondazione Silvano Andolfi, rivolti alle problematiche dell’immigrazione, della mediazione culturale e delle situazioni di marginalità sociale.

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