Una favola antica racconta che un contadino trovò il bozzolo di una farfalla lungo il sentiero che stava percorrendo. Pensò che per terra sarebbe stato in pericolo e lo portò a casa per proteggere la piccola farfalla che stava per nascere. Il giorno dopo si rese conto che nel bozzolo c’era un minuscolo foro. Quindi iniziò ad osservarlo e vide che la farfalla stava lottando per uscire.
Lo sforzo del piccolissimo animale era enorme. Per quanto continuasse a provarci, non riusciva a uscire dal bozzolo. A un certo punto, la farfalla sembrò rinunciare. Rimase immobile. Come se si fosse arresa.
Così, il contadino, impietosito dall’impegno della piccola farfalla, tirò fuori un coltellino da lavoro e delicatamente allargò il buco del bozzolo, finché la farfalla poté uscirne senza alcuno sforzo.
Voleva aiutare la farfalla a liberarsi. E ci riuscì! Finalmente l’insetto poteva uscire.
Eppure, quando lo fece, il suo corpo era infiammato e le sue ali troppo piccole, come se fossero piegate. L’uomo attese, immaginando che fosse una fase passeggera. Pensò che presto la farfalla avrebbe spiegato le ali e spiccato il volo. Ma non andò così: l’animale continuò a trascinarsi senza riuscire a volare, e dopo poco morì.
Il contadino si accorse del grave errore fatto ed imparò una lezione che non dimenticò per il resto della sua vita: attraverso le difficoltà la natura ci rende più forti e capaci di realizzare i nostri sogni.
Questa favola ci insegna almeno 2 cose di fondamentale importanza:
Spesso dobbiamo superare delle difficoltà, che ci rendono più forti e ci aiutano. A volte, come nel caso della farfalla, ci salvano addirittura la vita. Le prove della vita ci possono rendere migliori, ci aiutano a progredire: è cadendo che un bambino impara a stare in equilibrio, e se gli impedissimo di fare l’esperienza di cadere non riuscirebbe a stare in piedi dal nulla.
Questo significa che la via corta è quella lunga. Troppe volte troppe persone si chiedono come fare più in fretta, e presi dalla foga di risparmiare tempo, energie, denaro… fanno delle scelte sbagliate.
Compiono furbizie, cercando di saltare a piè pari le difficoltà che si pongono davanti a loro.
Ma in questo modo perdono in forza di volontà, autodisciplina e spirito di sacrificio, 3 ingredienti fondamentali in ogni vita.
Questo significa che non sempre aiutare è di aiuto, al contrario.
Abbiamo un impulso a voler evitare la sofferenza alle persone cui vogliamo bene, ma forse è anche giusto lasciare che possano sperimentare il dolore, toccarlo con mano, starci fianco a fianco.
Questo non significa lasciarle da sole, possiamo stare al loro fianco, in silenzio, e tifare per loro. Ma è importante rispettarne gli spazi e permettere loro di imparare a gestire il dolore in autonomia.
Dobbiamo capire che ci sono momenti in cui dobbiamo essere presenti, ma che quella lotta non può essere portata a termine da nessun altro se non da chi sta soffrendo.
Perché alcuni cambiamenti, alcune forme di aiuto possono venire solo dall’interno e il nostro ruolo in quel caso è di sostenere questo sforzo, aiutare la persona ad accedere alle sue risorse interne, non sostituirci a lei.
I diamanti si formano nelle viscere della terra, sottoposti a pressioni inimmaginabili.
E così anche nel nostro caso alcune prove sono indispensabili per crescere forti, sicuri di noi e fiduciosi. Non cercate sempre la strada più facile, perché le cose migliori richiedono fatica per dare soddisfazioni.