Lo psicologo influenza i suoi clienti?
L’influenza dello psicologo sui pazienti
Nel suo interessantissimo libro “La psicoterapia tra arte e scienza“, Vittorio Guidano – psicoterapeuta a me molto caro – parla dell’individuo alla stregua di un sistema che si evolve verso una direzione temporale irreversibile, e che si organizza attraverso una serie di momenti di disequilibrio. Sono proprio questi periodi (spesso rappresentati dai nostri momenti di crisi) che paradossalmente ci permettono di ritrovare un equilibrio più funzionale e “utile” ad affrontare la vita.
Ho già parlato altrove di come la crisi ci metta in contatto con i nostri limiti e ci permetta pertanto di migliorare e crescere: in questa sede voglio invece riportare un passaggio del libro sopracitato che spiega molto bene il compito dello psicologo sul percorso del cambiamento del suo cliente.
Il compito dello psicologo
Il problema dello psicologo, secondo Guidano, non è tanto di riportare il sistema all’equilibrio precedente la crisi, ma far sì che possa spostarsi verso una riorganizzazione: un differente e nuovo equilibrio progressivo e dinamico, che lo psicologo non può in alcun modo prevedere.
“Noi interveniamo sul decorso di un sistema auto-organizzato che ha già una sua direzione, un suo livello di “scalini” e riorganizzazioni a cui può andare incontro. L’importante è non dargliene noi di direzioni aggiuntive, magari consone con i nostri quadri, ma che non c’entrano con la sua organizzazione strutturale”. (Guidano, 2008)
Questa immagine mi ricorda il gioco natalizio delle sfere di vetro con dentro la finta neve. Lo psicologo “scuote” il sistema, i fiocchi si sollevano, ma non potrà sapere come poi questi si riposeranno a terra.
A cosa serve la psicoterapia?
La puntualizzazione di Guidano rappresenta a mio modo di vedere la differenza tra psicologia e pedagogia:
“Mentre nel modello pedagogico si cerca di dare istruzioni al sistema dall’esterno, qui si interviene sul sistema affinchè decodifichi per conto suo il materiale, e possa così andare verso i “suoi” equilibri”.
La terapia, insomma, mira alla comprensione e ad aumentare i margini di consapevolezza e coscienza di sè del paziente.
Luca Mazzucchelli