Intervista sullo Psicologo di Quartiere – Voced’Italia; 5 gennaio 2010
Intervista sullo Psicologo di Quartiere – Voced’Italia; 5 gennaio 2010
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Intervista al Dott. Luca Mazzucchelli, psicologo di quartiere, sull’avvio della recente e innovativa esperienza ”di prossimita’”
Boom di consensi per lo psicologo nelle farmacie
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Un progetto di Assofarma, comune di Milano e Ordine degli Psicologi della Lombardia
L’idea viene per la prima volta proposta da Enrico Molinari, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia recentemente insignito dell’Ambrogino d’oro, che dopo una fitta collaborazione con l’Assessore Landi di Chiavenna e Assofarma è riuscito a far decollare il servizio in diverse zone di Milano.
L’interesse dei cittadini verso questa iniziativa è sempre maggiore, come testimoniano le numerose richieste di ascolto, e abbiamo intervistato il dottor Luca Mazzucchelli, psicologo consulente in alcune farmacie dislocate sul territorio di Milano, per avere una idea più precisa di come stia procedendo il progetto.
Buongiorno dottor Mazzucchelli, qual è il compito dello psicologo in farmacia?
Lo psicologo di quartiere serve per promuovere il benessere della persona che attraversa un momento di difficoltà. Nel corso degli incontri, della durata di circa 45 minuti l’uno, vengono affrontate alcune difficoltà circostanziate, fatte emergere le risorse della persona e, quando serve, si indirizza il cliente verso specifiche reti di supporto presenti sul territorio.
A che tipo di utenza si rivolge il servizio dello psicologo di quartiere?
L’utenza è assolutamente varia, personalmente ho incontrato ragazzi molto giovani e signore di oltre 80 anni, tutti con problematiche molto differenti: dai problemi ansiosi a quelli coniugali, dai così detti “blocchi evolutivi” a lutti da superare. Non sempre è possibile affrontare fino in fondo le problematiche portate, ma il lavoro che si fa in 3/4 incontri può essere spesso il primo passo di un percorso più lungo altrove, con altre figure e strutture di riferimento.
Come mai una persona dovrebbe rivolgersi a uno psicologo in farmacia piuttosto che a un consultorio, a un privato, o a un altro servizio pubblico?
Stiamo raccogliendo diversi dati inerenti questa tematica perché il Laboratorio di Psicologia clinica dell’Università Cattolica coordina una ricerca-intervento sull’attività di questi mesi di sportello. Posso dire, fino a oggi, che il valore aggiunto che il pubblico nota nel nostro spazio di ascolto è, oltre a quello del prezzo, il fatto che la farmacia spaventa di meno rispetto ad altre strutture come il CPS, poiché “altrimenti sarei matto”.
Attenzione però, il nostro è un servizio di prossimità che non vuole in nessun modo sostituirsi al lavoro che i nostri colleghi fanno bene nel privato e nel pubblico. Piuttosto, l’idea di “dispensare parole” a fianco di chi “dispensa farmaci”, è quella di potere stimolare una domanda di aiuto più precisa e, quando non è possibile trovare una risposta nel breve tempo a disposizione, si rimanda il cittadino alle strutture di competenza, con una maggiore motivazione a intraprendere un percorso psicologico.
Come si fa a prenotare una visita in farmacia?
Sul sito www.psicologiainfarmacia.it si possono trovare gli indirizzi delle farmacie che dispongono del servizio. Per prenotare l’incontro, che è interamente pagato dalla farmacia, occorre chiamare il farmacista e chiedere quando c’è disponibilità. So che vi sono farmacie con una lista d’attesa da smaltire, ma ne sono presenti anche altre dove non manca la disponibilità di spazi.
Matteo Villa