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La centralità dell’uomo nella psicologia 2.0 – Italia Post, luglio 2014

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La centralità dell’uomo nella psicologia 2.0 – Italia Post, luglio 2014

italiapost centralita uomo in psicologiaRingrazio per la lunga e approfondita intervista i giornalisti di Italia Post e Alessandro Mason, con il quale parlo di molti progetti a me cari e che spero possano essere di interesse per molti.

L’intervista completa è visionabile qui, di seguito invece solo alcuni brevi estratti.

 

In un afoso pomeriggio di Milano, Luca Mazzucchelli, psicologo e psicoterapeuta milanese mi accoglie nel suo studio di Via Francesco Piermarini. “Possiamo darci del tu?” La stretta di mano trasmette affabilità ma al tempo stesso è in grado di mettermi perfettamente a mio agio. Del resto sul suo sito www.psicologo-milano.it ama autodefinirsi “lo psicologo senza lettino”. Ha un suo canale youtube con il nome utente di psicologomilano ed è contattabile anche via Skype. Naturale quindi partire nel nostro confronto dalle tecnologie.

 

Mazzucchelli, ci può dire quale rapporto vede tra la psicologia e le nostre “protesi” tecnologiche: cellulare, tablet, pc.
– Sulle tecnologie si può fare un discorso molto generale, e dire che sono un sesto senso ed un bastone che ci aiutano nello spazio di internet. I telefonini sono diventati quasi una parte integrata di noi, e questo è un rischio ed una risorsa al tempo stesso. Se tu vai a chiedere ai ragazzi su Facebook se rinuncerbbero all’olfatto piuttosto che a Internet, direbbero che farebbero a meno dell’olfatto. Non ci si rende conto che così si perderebbe anche il senso del gusto.

 

Invece, rispetto alla connessione, la vista viene preferita. Si può fare tutto con la connessione ma perdendo la vista ciò sarebbe inutile. Per i nativi digitali (è un termine abusato però ormai) Internet è alla pari di uno dei cinque sensi. C’è quindi in alcuni casi una “nomofobia”, dove la radice è inglese “no-mobile”. E’ ciò che deriva dal non essere connessi.

 

Il cellulare è sempre più diffuso, è uno strumento di lavoro integrato nella nostra quotidianità, e quindi uno senza telefonino rischia di andare in crisi. Se uno rovina l’hardisk si sente in parte mutilato, e fa di tutto per recuperare i dati. La tecnologia diventa sempre un po’ di più una parte del nostro corpo: è come un bastone. E questo è sia un rischio, sia un’opportunità.

 

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