La Medicina e il Web: è la rete il nuovo punto di riferimento dei pazienti?
10 Novembre 2013 2013-11-10 15:03La Medicina e il Web: è la rete il nuovo punto di riferimento dei pazienti?
La Medicina e il Web: è la rete il nuovo punto di riferimento dei pazienti?
Il mio parere: sul web le persone cercano sostegno, maggiori informazioni e soprattutto condivisione emotiva con chi ha il loro stesso problema.
Anche la condizione di anonimato gioca un ruolo importante perchè le protegge e consente loro di aprirsi con maggiore facilità.
La scoperta dell’infertilità è un momento di grande fragilità nella vita di una persona e internet pare un buon alleato non solo per reperire informazioni ma anche per avere un sostegno “virtuale” al problema.
Tuttavia il consiglio che mi sento di dare è di non sottovalutare gli effetti collaterali dell’ambulatorio internet aperto 24 ore su 24 ore, nel quale è troppo facile trovare tutto e il suo contrario, ma di rivolgersi da subito allo specialista più indicato.
O se proprio utilizzare internet solo per una prima consulenza, e poi riportare la questione tra le mani di un professionista in carne ed ossa.
Voto all’articolo 7/10
Tratto dall’articolo:
“Più pragmatiche e più “toste” di fronte agli ostacoli della vita. Anche quando c’è da trovare la soluzione ad un grande problema che interessa la coppia, l’infertilità, sono le donne a mettersi in gioco, anche su Internet, per scambiare informazioni, pareri, per fare domande, cercare risposte.
Il 90% degli utenti dei forum che parlano di salute sono donne, mentre i partner generalmente non lo fanno.
Tuttavia, uno studio riferito ai domini Usa condotto dalla University School of Public Health di Boston ha scoperto che di 197 siti che trattavano di infertilità solo il 2% rispondeva ai criteri considerati alla base di una “divulgazione responsabile”.
Informazioni lacunose, consigli poco accurati, a volte tendenziosi. Insomma, lo scenario del “villaggio globale digitale” di rischi ne pone molti.
Le donne sperimentano rabbia, inadeguatezza, tristezza per non riuscire a raggiungere l’unico risultato desiderabile: la gravidanza.
Spesso però anche speranza. E tra il racconto di un vissuto e una battuta di spirito, “vengono scambiate molto spesso anche considerazioni sui Centri e sui medici”.
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