Ennesimo grido allo scandalo rispetto a come la nuova edizione del DSM-V, il più diffuso manuale di diagnostica psichiatrica, abbia intenzione di classificare qualsiasi stato di prostrazione psichica al pari della depressione.
Gli interessi delle case farmaceutiche rischiano di falsare le diagnosi per aumentare i criteri di inclusione e aumentare di conseguenza le vendite.
Ho già parlato ampiamente qui del fenomeno della depressione e psicofarmaci, per cui pare non si abbia più diritto a essere tristi, perchè tutto è classificabile come depressione.
Voto articolo 9/10
Tratto dall’articolo
Un editoriale apparso su “The Lancet” che esprime preoccupazione per la prossima edizione, la quinta, del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Sentimenti di profonda tristezza, perdita, insonnia, pianto, incapacità di concentrarsi, stanchezza e mancanza di appetito che continuino per più di due settimane dopo la morte di una persona cara, possono essere diagnosticati come depressione, anziché come una normale reazione di dolore.
La medicalizzazione del cordoglio, per cui viene legittimato il trattamento regolare con antidepressivi, per esempio, non è solo pericolosamente semplicistica, ma è anche scorretta. Non c’è una base di conoscenze per trattare le persone colpite da un recente lutto con un normale protocollo antidepressivo.
See on www.lescienze.it