La psicologia è giovane, ma è per giovani? Ovvero : La generazione abbandonata
La psicologia è giovane, ma è per giovani? Ovvero : La generazione abbandonata
Il mio parere: numeri importanti su cui riflettere e che non sono ovviamente solo una realtà piemontese.
Il primo problema sta – a mio avviso – nel sistema universitario, che dovrebbe avere numeri chiusi più restrittivi perchè ciò che succede è che ogni anno vengono messi sul mercato troppi psicologi rispetto alle possibilità del mercato, con conseguenze facilmente immaginabili da tutti.
Il secondo nella formazione richiesta per diventare psicoteapeuta, una volta molto più breve tra i banchi scolastici e più consistente di pratica clinica, oggi invece l’opposto.
Ecco alcune riflessioni simili nell’articolo che segue.
Voto articolo 8/10
Tratto dall’articolo:
“La fetta più grande e consistente degli iscritti all’ordine è quella che viene chiamata, oramai troppo spesso, la generazione perduta; quella generazione che si ritrova a vivere grandi difficoltà nel trovare un lavoro, nel mantenerlo e nell’avviare qualsiasi tipo di attività, complici i tagli e la carenza di risorse.
È quella generazione che è figlia di errori che in molti casi non ha potuto nemmeno vedere commettere.
L’iter per la formazione è diventato e sta diventando sempre più lungo, costoso, forse anche come risposta alle mancanze di regole precedenti e ai danni che ne conseguirono.
La cosa strana è che a formare i neofiti è proprio in molti casi una generazione a cui non sono stati richiesti d’obbligo tempi e costi così proibitivi.
Sono davvero necessari dieci anni di formazione e cinque anni di tirocini vari?
Utili senza dubbio, per me lo sono stati, ma essi rischiano semplicemente di allontanare una generazione dal lavoro e impoverirla. Per esempio è davvero indispensabile portare a cinque anni le scuole di specializzazione in psicoterapia?”