La sindrome del malato immaginario
10 Novembre 2013 2013-11-10 15:01La sindrome del malato immaginario
La sindrome del malato immaginario
Il mio parere: il paziente ipocondriaco dedica molto tempo alla ricerca di conferme della propria patologia immaginaria: è solito monitorare il proprio corpo, documentarsi tramite testi e/o internet, chiedere rassicurazioni mediche, parlarne con parenti e amici.
Quella in cui cade l’ipocondriaco è una vera e propria trappola mentale, una gabbia che lui stesso si è costruito ed ha edificato grazie ad una continua auto-diagnosi.
Come sostiene Nardone (2003) “la trappola in questo caso è del tipo chi cerca trova. Infatti, di solito l’eccesso di attenzione ai segnali del proprio organismo fa trovare gli indicatori di alterazione che poi spaventano. Il fenomeno paradossale tipico dell’attacco di panico, cioè il tentativo del controllo che fa perdere il controllo, trova in questo caso la sua più conclamata espressione”.
Voto all’articolo 7/10
Tratto dall’articolo:
“Siamo ipocondriaci? Se siamo costantemente assaliti dalla sensazione di poterci ammalare facilmente, oppure ogni doloretto lo interpretiamo come preoccupante, o addirittura abbiamo costantemente la paura di ammalarci e quindi corriamo dal medico anche se, obiettivamente non ci sono i presupposti per andarci, ma vorremmo avere il conforto di una sua opinione anche se quasi tutte le visite precedenti hanno dato esito negativo ma sai com’è, la parola del medico è sicuramente tranquillizzante, ecco, allora forse dovremmo valutare l’ipotesi di essere un pò ipocondriaci.
Se poi, non ci accontentiamo di un consulto e riteniamo indispensabile consultarne un altro al solo scopo di avere una ulteriore conferma, ecco, in questo caso non dovremmo avere dubbi.
L’ipocondriaco, quando ascolta o legge i sintomi tipici di una malattia mai avuta, immancabilmente, da allora, si convince di esserne affetto.
L’ipocondria si sviluppa prevalentemente intorno ai 30 anni e colpisce indistintamente maschi e femmine. Le cause immediate possono essere collegate ad un periodo di stress, grave malattia o perdita di una persona importante. Se non curata può durare anni, far innalzare il livello dell’ansia e in alcuni casi provocare attacchi di panico.”
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Luca Mazzucchelli
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