Credo fortemente che la professione dello psicologo debba evolvere nel tempo di pari passo con le nuove necessità della popolazione. Non si può più restare fermi nel proprio studio ad aspettare i pazienti che stanno male, ma è giusto promuovere l’idea di una psicologia in movimento, che vada verso il bisogno e che parli la lingua di chi soffre.
L’articolo he segue mi è parso parzialmente in linea con questa mia visione, ve ne suggerisco la lettura.
Voto articolo: 7/10
Tratto dall’articolo:
Vediamo quanto sta accadendo nel settore “lavoro” a tre differenti livelli: imprenditoriale, autonomo e subordinato. In ciascuno di essi emergono problemi che molti individui sono costretti a fronteggiare in condizioni difficili, talvolta estreme.
Gli psicologi appaiono disarmati rispetto alle richieste di aiuto che si elevano più o meno apertamente verso di loro; sembrano essere in attesa d’una valorizzazione sociale ancora incerta e lontana.
Gli psicologi devono mettere il loro sapere a disposizione del pubblico, e schierarsi per primi organicamente nella lotta contro la sofferenza psichica e i problemi implicati, elaborando proposte e progetti specifici.
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