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Viaggio dentro la mente delle persone ricche…

psicologia del denaro
Psicologia

Viaggio dentro la mente delle persone ricche…

La disuguaglianza di reddito e il modo in cui essa ha ricadute sulle persone è un argomento che ha sempre destato interesse e perplessità.

Già nel 400 a.C., Sofocle descrisse estesamente il potere corruttivo del denaro. Nel XIX secolo, Karl Marx condannò la tendenza dei ricchi ad accumulare beni per se stessi e a scapito dei lavoratori. Nel 1925, Francis Scott Fitzgerald scriveva che “i ricchi sono diversi da te e da me… in un modo che, a meno che tu non sia nato ricco, è molto difficile capire”.

Dopo secoli di rappresentazioni artistiche e dissertazioni filosofiche in merito alle disuguaglianze sociali, attorno al 1970 anche gli psicologi sociali sono stati coinvolti nel dibattito, ma solo dal punto di vista dell’effetto della povertà sulla vita delle persone. Solamente lo scorso decennio i ricercatori hanno cominciato a rivolgere la loro attenzione verso l’altro lato della medaglia: non l’assenza di ricchezza, ma l’influenza della ricchezza stessa.

“Moltissime persone oggi parlano di disuguaglianza sociale” commenta Paul Piff, ricercatore presso il Department of Psychology and Social Behavior dell’università della California (Irvine), “Ma fino a poco tempo fa regnava un totale silenzio nella letteratura scientifica rispetto agli effetti che il possedere di più delle altre persone ha sulla nostra psiche, moralità, situazione relazionale e significato che diamo al mondo”.

Stiamo parlando della psicologia delle persone veramente molto ricche!

Capire meglio il modo in cui le persine molto ricche pensano e si sentono non è solo un esercizio accademico. I ricchi hanno un ruolo molto importante all’interno della società: le loro opinioni sono spesso tenute in gran considerazione dagli altri e le loro donazioni sono fondamentali in numerosi contesti, dalle campagne politiche alle azioni innovative, fino alle attività no profit.

“Se disponiamo di enormi ricchezze, il nostro comportamento può condizionare cose su cui le altre persone non hanno la minima influenza” afferma Michael Kraus, un altro ricercatore all’Università di Yale. “Quindi dobbiamo cercare di capire ciò che le persone che hanno a disposizione una grandissima quantità di risorse pensano del mondo e degli altri, e come esse possono aiutare o danneggiare la società”.

Come Piff, Kraus e altri ricercatori stanno lentamente cercando di colmare questa lacuna nella ricerca scientifica. I risultati finora ottenuti tendono a confermare ciò che aveva già sospettato Fitzgerald: ci sono differenze significative tra i più ricchi e il resto della società, soprattutto i poveri.

In breve, soldi, ricchezza e potere sembrano condurre ad una tendenza al solipsismo, ad un orientamento auto-centrato e ad una atteggiamento narcisistico.

Quando le persone non ricche cercano capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e come si debbano comportare nelle loro vite, tendono a rivolgersi verso l’esterno, basando il loro comportamento su ciò che fanno le altre persone intorno a loro, nonché sulle norme e regoli sociali. Spesso danno valore all’agire in modo morale, al fare la cosa giusta e all’essere brave persone.

Al contrario, quando le persone ricche si trovano a dover decidere come agire, sembra che tendano a previlegiare i propri desideri e obiettivi. Questo può significare un dare priorità ai propri interessi sopra i bisogni degli altri, e a rompere le regole condivise in nome di questi interessi.

Ad esempio, essi sono più propensi a violare la legge durante la guida, o, in studi di laboratorio, a mentire nei negoziati o imbrogliare per procedere nei giochi. Essi tendono inoltre ad essere meno empatici nei confronti degli altri e meno in grado di interpretare le emozioni sia in fotografie sia nell’interazione sociali. Infine, controintuitivamente, sono risultati meno generosi in fatto di danaro rispetto alle persone più povere in esperimenti di laboratorio.

Si pensa che tutto ciò abbia a che fare con il fatto che il denaro ci liberi dalla dipendenza dagli altri. Se una persona povera si imbatte in una malattia, rischia di perdere il posto di lavoro e si ritrova a dover far fronte a diverse sfide della vita. In questa situazione, la comunità o i suoi amici e familiari spesso costituiscono l’unica ancora di salvezza. “Se non si hanno le risorse per far fronte alle minacce da soli, è necessario rivolgersi ad altre persone“, dice Kraus. “Questo ci rende più in sintonia con le emozioni delle altre persone e più propensi a rispondere positivamente quando saranno gli altri ad avere bisogno”.

I ricchi possono invece far affidamento anche solo sui loro conti bancari per risolvere situazioni difficili che la vita mette sulle loro strade. “La ricchezza porta con sé un senso di indipendenza, di libertà individuale e di controllo della propria vita” spiega Piff “I ricchi non hanno particolare bisogno di cooperare con gli altri perchè sono “loro” la cosa di cui hanno bisogno e sui cui possono fare affidamento per ottenere tutto quello che desiderano”.

Sorprendentemente, esistono prove che questi effetti sembrano valere non solo per le persone che sono nate in famiglie facoltose, ma anche per chi è diventato ricco più tardi nella vita, sia attraverso i propri sforzi o casualmente, come ad esempio vincendo alla lotteria.

In studi di laboratorio, Piff e colleghi hanno suddiviso il campione in modo che una parte dei partecipanti fosse assegnato al gruppo dei “ricchi”. Indipendentemente dalla loro realtà economica, i volontari iniziarono ad esibire gli stessi comportamenti delle persone realmente ricche, inclusi sostenere che sarebbero stati disposti a infrangere un codice di regole o imbrogliare per andare avanti. Quando Piff aveva lasciato ai partecipanti un barattolo di caramelle dicendo che era riservato a un gruppo di bambini, coloro che erano stati condizionati a sentirsi ricchi avevano una probabilità doppia rispetto agli altri di prelevare caramelle dal contenitore.

Un recente studio condotto a Londra su vincitori della lotteria ha replicato in un setting naturalistico i risultati di laboratorio, rivelando che i vincitori -anche quelli che precedentemente erano stati poveri-, dopo aver riscosso il denaro si mostravano meno compassionevoli. Inoltre, quasi il 20% dei vincitori aveva modificato la propria appartenenza politica passando ad essere conservatore. “Si potrebbe pensare che chi è cresciuto in povertà ed è da poco diventato ricco dovrebbe avere più empatia ed essere più generoso perchè sa bene cosa significhi essere povero, ma i nostri risultati dicono qualcosa di diverso”. Spiega Piff. “E’ come ci si sente ora, chi si è in questo momento, che sembra determinare il comportamento di una persona”. Ciò probabilmente può essere legato, spiega Kraus, al fatto che tendiamo a credere che, alla fine, viviamo in un mondo “equo”, in cui le cose arrivano a chi se le merita. Una persona che si è “fatta da sola” dirà di meritarsi i soldi a causa del suo duro lavoro, così come una persona nata ricca potrà dire a se stesso che la sua famiglia è più meritevole di possedere quella ricchezza perchè più intelligente e industriosa. Allo stesso modo, un vincitore alla lotteria potrebbe semplicemente pensare “Sono una brava persona, mi merito questo denaro”.

Questi sentimenti, comunque, si estendono al di là delle persone che hanno soldi. Anche i poveri, per la maggior parte, ritengono che nel sistema ci sia un fondo di equità. Se le persone ricche possiedono ricchezza perchè l’hanno guadagnata e la meritano, vuol dire che anche loro possono salire lungo la scala sociale se lavorano abbastanza duramente. “L’alternativa, che consiste nel pensare che il sogno americano sia un miraggio e che il sistema sia prevenuto nei confronti delle persone povere, è troppo doloroso” spiega Kraus “Le persone credono all’illusione per sentirsi meglio”.

Per fortuna, esistono prove che i ricchi non sono così intrinsecamente ossessionati da se stessi e che possono essere scossi dalla loro presunta mancanza di empatia.

In uno studio in cui Piff e Kraus hanno lavorato insieme, i ricercatori hanno mostrato ai soggetti del campione video che evocavano sentimenti di compassione (bambini in difficoltà, cuccioli di animali etc) e hanno scoperto che i partecipanti ricchi avevano le stesse probabilità dei partecipanti più poveri di prestare aiuto. Se invece i video non venivano mostrati ma la situazione veniva semplicemente raccontata, i partecipanti ricchi avevano una probabilità significativamente minore di aiutare. “La ricchezza non estingue la nostra capacità di essere prosociali, semplicemente ci rende meno consapevoli e attenti a questo genere di cose” conclude Kraus. “Se periodicamente ci concentrassimo sulle emozioni e sui bisogni altrui, probabilmente non li perderemmo di vista”.

 

Vai alla fonte in lingua originale: https://www.braindecoder.com/how-getting-rich-changes-your-brain-1310096563.html

 

Curiosando sul web ho scoperto che esiste un interessante filone di ricerca interamente dedicato ad esplorare le differenze in termini psicologi tra le persone veramente ricche della nostra società e… il resto del mondo.

Ecco una rassegna di studi scientifici che hanno approfondito gli effetti che nascere in una famiglia ricca o diventare improvvisamente facoltosi (ad esempio vincendo la lotteria) ha sul nostro modo di vedere il mondo e sui nostri comportamenti…

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