8 mantra motivanti dei campioni dello sport
Avete mai immaginato di partecipare alle Olimpiadi?
Siete lì, aspettate il vostro turno, e vi domandate cosa succederà… Tutto il lavoro che avete fatto vi ripagherà? I sacrifici vostri e dei vostri familiari varranno a qualcosa?
L’orgoglio personale e familiare dipendono dalla vostra performance. E non solo, l’intera nazione conta su di voi.
Certamente è un momento di grande pressione… Come fanno a gestirla gli atleti che partecipano al Super Bowl, alle Olimpiadi, alle World Series o ad altri importanti match? In che modo gli allenatori possono aiutare i loro giocatori a mantenersi motivati e concentrati quando sono sotto stress?
Ecco 8 brevi messaggi motivazionali che i coach più famosi trasmettono ai loro atleti, e che gli atleti ripetono a loro stessi.
Attenzione: questi messaggi non sono utili soltanto per gli sportivi, ma possono rivelarsi fondamentali anche nella quotidianità di ognuno di noi.
1. “Fatelo per amore”
Ricordare a voi stessi quanto amate il vostro progetto, il vostro sport, la vostra squadra, può essere un potentissimo fattore motivante.
Phil Jackson, il rinomato allenatore di basket NBA, nel suo libro Eleven Rings, spiega il concetto in questi termini: focalizzatevi su ciò che amate e valorizzate qualcosa di superiore rispetto a voi stessi, come il vostro sport o il vostro team.
2. “Next play”
Il motto “next play” (cioè, “la prossima”) ricorda ai giocatori di lasciare gli errori nel passato e focalizzarsi su quello che dovranno fare nel futuro.
Questa filosofia, mantra di Coach K (Mike Krzyzewski), allenatore di basket della Duke University, aiuta gli atleti a non soffermarsi troppo a lungo sui loro errori di gioco.
Secondo Jeff Weiner, amministratore delegato di LinkedIn che ha adottato la filosofia del “next play”, significa questo: “(Coach K) grida “next play”, perché non vuole che la squadra si soffermi troppo a lungo su quello che è appena successo. Non vuole che celebrino una magnifica schiacciata, e nemmeno che si lamentino del fatto che la squadra avversaria ha appena rubato loro la palla ed eseguito un’azione veloce che le ha consentito con facilità di effettuare un tiro sotto-canestro. Puoi prenderti un momento per riflettere su quello che è appena accaduto, e probabilmente dovresti, ma non dovresti indugiarvi troppo a lungo e invece proseguire verso la prossima azione”.
3. “Ambite all’eccellenza, non alla perfezione”
Questo è il miglior motto per chiunque abbia delle attitudini perfezioniste che gli impediscono di concludere qualsiasi cosa.
Come sottolinea Frank Carrol, allenatore di Gracie Gold, “Non vince il perfetto pattinatore, ma il miglior pattinatore”. Accettare i fallimenti e gli ostacoli che si incontrano nella realizzazione dei propri progetti, è semplicemente parte del processo.
4. “Perché non tu? Perché non noi?”
Il quarterback dei Seattle Seahawks, Russell Wilson, desiderava da sempre diventare un giocatore di football professionista, e nello specifico condurre la sua squadra al Super Bowl. Si è sempre ricordato la domanda che suo padre gli poneva spesso “Perché non tu?”. Quando incoraggiava i suoi compagni di squadra dei Seahawks, trasformava la frase in “Perché non noi?” (I Seahawks hanno vinto il Super Bowl 2014).
“Perché non io?” è una domanda utile da porre a noi stessi quando ci lamentiamo che “qualcuno” dovrebbe fare “qualcosa” a proposito del terribile problema del ____ (riempite gli spazi!). In quei momenti chiediamoci “Perché non io?/Perchè non noi?”.
Così, se realizzassimo di non avere le capacità o il tempo di dare un contributo alla causa, almeno smetteremmo di lamentarcene. I caso contrario, saremmo spinti a cominciare a pensare quali azioni potremmo effettuare per contribuire a risolvere il problema.
5. “Create le migliori condizioni possibili per il successo, poi attendete il risultato”
Una volta che vi siete preparati mentalmente e fisicamente per la vostra sfida, siete pronti per fare del vostro meglio – e il vostro meglio è la cosa migliore che potete fare.
6. “Coltivate un atteggiamento mentale dinamico, piuttosto che statico”
Molti giovani atleti ritengono che conti soltanto il talento: “O ce l’hai o non ce l’hai”.
Come risultato, non eseguono tutto il duro lavoro necessario per colmare le proprie carenze, per affinare le proprie capacità verso l’eccellenza o per sviluppare quella resistenza mentale e quella flessibilità necessarie per riprendersi dal fallimento (e dal successo).
Seguite il consiglio di Carol Dweck, autore di Mindset: “… trovate il successo nell’apprendimento e nel miglioramento, non soltanto nella vittoria”
7. “Utilizzate gli ostacoli come motivazioni”
Avete avuto una brutta giornata. Un brutto anno. Potete utilizzare i vostri fallimenti come punti di partenza verso il successo?
Leggendo le pagine sportive, scoprirete che le squadre di qualsiasi disciplina usano una perdita importante per auto-motivarsi a migliorare l’anno successivo.
8. “Mantenete un dialogo interno incoraggiante”
Il dialogo interno positivo deve essere adattato alle vostre personali predisposizioni, ma qui trovate alcuni mantra realistici da utilizzare: “L’ho già fatto prima; posso farlo di nuovo”, “Mi fiderò di me stesso”, “Qualsiasi cosa accada, farò del mio meglio”.
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Il punto di partenza affinchè questi messaggi motivanti siano utili è che l’obiettivo in questione sia desiderabile, frutto di una scelta libera e ricco di valore per chi lo persegue. L’energia che ne deriva può consentire, se alimentata da un atteggiamento mentale positivo e non eccessivamente critico, di sostenere i grandi sforzi che tutti noi ci troviamo a mettere in campo nella realizzazione di un progetto importante.
Sul tema della motivazione, guarda anche l’intervista che ho fatto al collega Gennaro Romagnoli, dove viene fornito un pratico esercizio per accenderla e mantenerla in situazioni difficili. Lo trovi qui.