Il mio parere: la fine della scuola non è per tutti un bel momento, ma spesso soltanto una dura resa dei conti di quel che si è fatto (e non) durante l’anno scolastico.
Per essere d’aiuto ai propri figli è bene assumere un atteggiamento “costruttivo” più che punitivo, senza per questo rinunciare ad essere normativi.
Ogni bocciatura è a sè, per questo può essere utile capire insieme al proprio figlio se si tratti di una bocciatura “inspiegabile”, oppure, più semplicemente “evitabile”.
L’articolo presenta un utile vademecum per mamme e papà “delusi”.
Voto all’articolo 8/10
Tratto dall’articolo:
“I ragazzi vanno sostenuti psicologicamente. Ma anche puniti, se necessario, in modo costruttivo: inutile costringerli a tre mesi solo sui libri.
Utile, invece, togliere internet e telefonino per sottolineare la gravità della bocciatura.
Quando i genitori hanno la capacità di spiegare ai ragazzi ciò che è avvenuto considerando più le dimensioni interne (capacità, impegno, competitività) invece che esterne (richieste eccessive da parti degli insegnanti), sono di maggiore aiuto.
Il passo successivo è studiare insieme una strategia per affrontare la situazione.
Ma è meglio farlo un paio di settimane dopo la pagella: il ragazzo, infatti, deve avere il tempo di metabolizzare il ‘colpo’ emotivo e pensare.
In ogni caso l’arrabbiatura di mamma e papà per l’insuccesso “è sana”.
Anche se si deve evitare che il giudizio espresso si concentri sulla persona.
Il giudizio, netto e duro, deve limitarsi ai comportamenti (ad esempio: non ti sei impegnato abbastanza) e non sulla persona (sei fannullone). Solo in questo modo è possibile indurre l’idea che cambiare è possibile: il comportamento può essere infatti migliorato, mentre se ci si sente ‘sbagliati’ è più difficile pensare di farcela.
Ma in ogni caso la bocciatura non va negata: una punizione è utile soprattutto nei casi in cui il ragazzo sembra non dare importanza all’accaduto. Ma esagerare, con un rimprovero continuo, può essere controproducente.
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Luca Mazzucchelli
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