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Nuove tecnologie per una ricerca psicologica più efficace

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Nuove tecnologie per una ricerca psicologica più efficace

amazon turksPsicologia sperimentale: nuovi soggetti nel web

Secondo Joseph Henrich e i suoi colleghi della University of British Columbia, la maggior parte degli studenti sono WEIRD. Tale termine, traducibile con il vocabolo “strano, misterioso” e  reso popolare in un articolo pubblicato su “Behavioral and Brain Sciences” nel 2010, non va inteso come un insulto. Si tratta piuttosto di un acronimo: Western (occidentali), Educated (istruiti), Industrialised (industrializzati), Rich (ricchi) e Democratic (democratici). Questo fatto diventa rilevante se si considera il fatto che gli studenti vengono “utilizzati” come cavie per esperimenti di psicologia: incentivati da premi, sotto forma di crediti di denaro o crediti di studio, potranno diventare l’equivalente umano dei ratti che premono leve nei labirinti e nelle Skinner box.  

Ciò risulta essere sia un vantaggio che un problema. L’aspetto positivo è che fornisce agli psicologi una scorta infinita di soggetti volenterosi, mentre l’aspetto dolente è che questi studenti sono WEIRD, e quindi non rappresentativi di tutta l’umanità. 

Infatti, come il dottor Henrich ha scoperto dalla sua analisi pubblicata su importanti riviste di psicologia, uno studente americano scelto a caso è circa 4.000 volte più probabile che diventi oggetto di studio piuttosto che qualsiasi uomo medio: è per questo che trarre conclusioni generali sul comportamento dell’uomo dai risultati di studi con studenti sarebbe rischioso.

Questo stato di cose, però, potrebbe volgere al termine. Gli studenti universitari sono stati i soggetti favoriti in passato perché erano a buon mercato e facili da reclutare, ma una nuova fonte di approvvigionamento sta emergendo: il “crowdsourcing”. Si tratta di un modo per ottenere posti di lavoro per mansioni quali classificare siti web e rispondere a indagini telefoniche. Diverse aziende offrono questo servizio, ma di gran lunga il più popolare servizio per scopi scientifici è Mechanical Turk. Si tratta di un internet marketplace ovvero un luogo di incontro tra domanda e offerta di beni e servizi. È una piattaforma sviluppata per distribuire attraverso internet semplici compiti di lavoro a un grande numero di persone.

Amazon Mechanical Turk è una piattaforma creata da Amazon per risolvere quesiti che non possono essere affidati a un computer e necessitano dell’intelligenza umana. Questi possono essere visti come piccoli annunci di lavoro, che prendono il nome di “hit” (“human intelligence task“).

Il nome Amazon Mechanical Turk nasce da “Il Turco”, un automa creato da Wolfgang von Kempelen nel 1769 che avrebbe dovuto simulare un giocatore di scacchi, in realtà si trattava di un imbroglio perché era solo un automa manovrato al suo interno da un giocatore umano tramite dei magneti.

internet marketplaceMechanical Turk ha più di 500.000 persone, note come Turkers, che costituiscono la sua forza lavoro. I Turkers provengono da tutto il mondo e, pur essendo diplomati, sono disposti a lavorare per pochi spiccioli, dato che il loro salario medio è di circa 1,40 dollari l’ora: considerano gli annunci più come un hobby che come un lavoro.

David Rand, docente di psicologia alla Harvard University, ha voluto studiare questa diversità, e sta utilizzando Mechanical Turk per riconsiderare i risultati di diversi esperimenti condotti principalmente in origine sugli studenti. 

Il caso di una ricerca falsata

In un recente studio di decisione morale, per esempio, ha reclutato centinaia di Turkers per ripetere un esperimento classico noto come il problema trolley. Questo problema mette di fronte i suoi partecipanti a un dilemma: un carrello ferroviario in fuga uccide un gruppo di persone a meno che il soggetto dello studio decida di spingere un singolo individuo di fronte ad esso, al fine di rallentarlo. In questo modo il dilemma è se uccidere intenzionalmente una persona o lasciarne uccidere altre per inerzia. I risultati di questa ricerca non sono stati ancora formalmente pubblicati, ma le differenze maggiori nelle risposte a tale quesito ottenute comparando i risultati dei WEIRD con i Turkers, si posizionerebbero attorno al binomio “credenti religiosi vs atei” (i credenti sarebbero più comuni tra i Turkers che tra gli studenti di Harvard). Questo risultato suggerisce che altri studi i cui risultati potrebbero essere sensibili al fattore credo religioso hanno bisogno di rivisitazione. 

Ma non è la religione l’unica area in cui questo è vero: il dott. Rand sta, ad esempio, conducendo un esperimento cross-culturale per capire come gli americani e gli europei occidentali trattano la cooperazione e la punizione in modo diverso da persone provenienti da altri luoghi. Egli sta anche mostrando come il crowdsourcing possa permettere agli psicologi di fare facilmente e a basso costo ciò che una volta era complicato e costoso.

Un caso confermato dal lavoro con i Turkers

La maggior parte dei ricercatori è abituata a pensare che le persone si uniscano per premiare comportamenti cooperativi e per punire coloro che rifiutano di contribuire al bene comune. Alcuni esperimenti, noti come giochi per mettere alla prova le scelte individuali, avevano dato denaro ai giocatori, i quali avrebbero potuto o contribuire al gruppo alzando il valore dell’interesse di tutti, o tenere per se stessi parte del denaro danneggiando così tutti e rifiutandosi di cooperare. 

Questi esperimenti, tuttavia, avevano due difetti: da un lato i loro partecipanti erano weird e dall’altro lato non si permetteva ai partecipanti di punire i non collaboratori. Questi esperimenti sono stati portati avanti dal dott. Benedikt Hermann all’Università di Nottingham, in Gran Bretagna. Erano volti a scoprire le differenze di gioco fra sedici paesi, non tutti ricchi e occidentali. Questa volta si permise di punire il comportamento noto come punizione antisociale. I suoi risultati sono stati sorprendenti perchè poco assomigliano a ciò che si verifica a Harvard o ad altrove in Occidente, dove la pena antisociale è praticamente assente. In posti come Corea del Sud, Grecia, Russia e Arabia Saudita, la punizione antisociale si è rivelata quasi comune quanto la collaborazione.

Il dott. Rand sta rieseguendo gli esperimenti del Dr. Herrmann su Mechanical Turk a un decimo del costo del lavoro originale. I primi risultati, pubblicati lo scorso anno in Nature Communications, suggeriscono che il dott. Herrmann aveva ragione. La punizione non si è evoluta, contro le credenze popolari, come un comportamento positivo teso a incoraggiare la cooperazione; si è evoluta piuttosto come un’arma egoistica per difendersi dalla concorrenza, anche se quest’ultima è una strategia di collaborazione. In luoghi dove le regole e le istituzioni non proteggono i collaboratori, i non collaboratori dominano sempre.

Implicazioni pratiche e prospettive future

Il lavoro del dottor Rand è solo un assaggio della possibilità di eseguire esperimenti in modo rapido, economico e globale; ciò promette di trasformare la comprensione degli psicologi riguardo al comportamento umano. Studi che un tempo avrebbero richiesto mesi o anni possono ora essere fatti in pochi giorni attraverso la tecnica del crowdsourcing. È stato, infatti, superato anche il vincolo legato all’incapacità dei Turkers di interagire tra loro in tempo reale. 

Oggi sessanta Turkers possono interagire in tempo reale, un numero che è destinato ad aumentare nel prossimo futuro. Ci sono ancora un po’ di problemi da risolvere. Come qualsiasi altra faccenda su internet, coloro che usano Mechanical Turk sono suscettibili di spam- ricezione di messaggi pubblicitari di posta elettronica che non sono stati richiesti-  e di ricevere risposte da finte persone reali. E anche i Turkers, pur essendo un campione più vario rispetto agli  studenti, sono ancora un campione piuttosto distorto dell’umanità. In particolare, sono più giovani e più liberali di quanto sia la gente in generale.

pochi soldiE l’etica?

Sono sorte anche questioni di etica. Alcune persone pensano che progetti di ricerca che pagano salari di meno di 2 dollari all’ora siano una sorta di sfruttamento. Secondo Karen Fort, dell’Istituto Francese di Informazioni Scientifiche e Tecniche, un’Università ha già vietato l’uso dei fondi per questo tipo di studi, per paura che i Turkers potessero pretendere lo status di dipendenti. Per molti ricercatori gli appelli di crowdsourcing – prezzi d’occasione, vasta offerta ed enormi dimensioni- sono troppo attraenti per essere ignorati. La nuova metodologia potrebbe democratizzare la pratica stessa della psicologia, permettendo a tutti quelli senza un laboratorio o un’università di partecipare allo sviluppo del sapere. Ad esempio Gabriele Paolacci, un ricercatore di marketing presso la School of Management di Rottardam, ha dato avvio ad un blog chiamato “Experimental Turk” per aiutare attraverso linee guida l’avvio di esperimenti freelance.

La rivoluzione, quindi, è iniziata. Finora, Google Scholar, un sito web dedicato alle questioni accademiche, conta 3.000 pubblicazioni sugli esperimenti di crowdsourcing. Discussioni in occasioni di conferenze tra psicologi, economisti. Politologi, linguisti e informatici, suggeriscono che ciò potrebbe essere la punta di un iceberg.

Sarebbe esagerato dire che il crowdsourcing ha trasformato il mondo intero in un grande laboratorio. Ma ha certamente reso la psicologia molto meno WEIRD.

Lisa Preda  

 

Tratto da

“The roar of the crowd – Crowdsourcing is transforming the science of psychology” -26 Maggio 2012- www.economist.com

 

 

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