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Padri Pallidi

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Padri Pallidi

In questo articolo la collega Alessia Besana parla della figura paterna e del suo evolversi nel corso degli ultimi anni. Un cambio di ruolo importante che avrà, nel bene e nel male, delle conseguenze sulla psicologia dei figli.
Buona lettura
Luca Mazzucchelli

L’impallidire dell’immagine paterna è un fenomeno riscontrato da Mitscherlich già negli anni ‘70: è un fenomeno che nasce dal fatto che la funzione educativa che il padre ricopre nella nostra civiltà è caratterizzata dalla scomparsa del padre come figura attiva (Mitscherlich, 1970).

La relazione padre-figlio non si fonda su basi di tipo biologico, come avviene nel caso della madre, ma è di carattere simbolico così da rientrare nel campo della cultura (Ferrari, 1995). E’ per questo carattere sociale che contraddistingue la funzione paterna che essa subisce le influenze dei mutamenti della società: dato che ultimamente gli scenari culturali e socio-politici stanno andando incontro a radicali sconvolgimenti (Brutti, Parlani, 1995) si può immaginare come anche la funzione paterna possa essere soggetta a rilevanti modificazioni.

 

L’immagine del padre è rimasta costante per lungo tempo: fino agli inizi del 1900 la maggioranza delle famiglie era di stampo patriarcale, ovvero il padre ne occupava il vertice (Andolfi, 2001). Il padre rappresentava l’autorità e la mediazione tra la famiglia e il mondo esterno ed era anche colui che amministrava l’economia domestica. Quando, nel Seicento, si attua il passaggio dalla società pre-industriale a quella industrializzata, l’ambito privato (casa) e quello pubblico (fabbrica) vengono separati e il padre inizia a perdere la sua funzione di socializzazione tramite cui provvedeva ad inserire i figli nella società formando le loro capacità lavorative (Panier Bagat et al., 1997). Il padre diventa così un lavoratore,e non un patriarca onnipresente, che provvede al reddito necessario per il sostentamento familiare: il cambiamento del suo ruolo sociale ne diminuisce l’autorevolezza (Andolfi, 2001). E’ stata quindi messa in discussione la divisione tra la famiglia come luogo privato e la società come luogo pubblico: la famiglia non appare più il luogo in cui il soggetto si prepara ad accedere alla società e questo declino della sua funzione di socializzazione porta con sé la decadenza dell’autorità e della legittimità della funzione di terzo che il padre svolgeva (Manzetti, 1999).

Scabini e Donati riprendono, dopo circa 20 anni, l’affermazione di Mitscherlich per verificare se essa risulta essere ancora attuale. Vengono individuati tre principali fattori che rafforzano il fenomeno dell’assenza del padre, ma quello più rilevante è rappresentato dall’attività lavorativa del padre che crea un’inevitabile distanza (Donati, Scabini, 1985). Del resto, l’assenza fisica del padre rientra nel suo principale stereotipo ed essa è giustificata dal fatto che il padre lavora. “L’assenza del padre resta anche attualmente il tratto dominante, anche se l’assenza fisica per buona parte della giornata non vuol dire necessariamente assenza educativa” (Cavalli, 1985): l’assenza della funzione paterna a cui ci riferiamo non è, infatti, un’assenza di tipo fisico.

Anche mancando il padre, chiunque agisca come Legge in una relazione può svolgere la sua funzione (Senin, 1997).

Il padre sta “impallidendo” come figura educativa rilevante nei confronti dei figli (Beria d’Argentine, 1985) e si assiste ad una regressione della funzione educativa anche della famiglia in generale  (Cavalli, 1985).

Sebbene da un lato si noti questo “impallidirsi” del padre, dall’altro lato è proprio in questi ultimi anni che i comportamenti paterni hanno subito rilevanti modificazioni positive: i padri hanno acquisito caratteristiche derivanti da un “rapporto più diretto e personale coi figli: in particolare si accenna a funzioni legate all’ attaccamento e al contenimento emozionale” (Donati, Scabini, 1985). Se si parla di “padri pallidi”, si parla quindi anche di “nuovi padri” che partecipano attivamente all’accudimento dei bambini, presenti emotivamente e fisicamente: ciò potrebbe essere derivato dalle conseguenze del femminismo ma soprattutto dalle nuove tipologie familiari e configurazioni economiche (Andolfi, 2001). E’ proprio da questo fenomeno dei “nuovi padri”, connotati come più presenti e affettuosi, che s’intuisce il motivo per cui vada specificata che l’assenza di cui parliamo è un’assenza della funzione paterna: essa non si può ridurre meramente ad una assenza fisica o di ruolo, ma le spiegazioni di essa vanno ricercate ad un livello più profondo.

Andolfi riprende gli interrogativi che avevano posto Donati e Scabini circa quindici anni prima: già questi autori avevano notato che la figura del padre si stava progressivamente indebolendo, soprattutto per quanto riguardava gli aspetti coercitivi del controllo sociale (Donati, Scabini, 1985). Andolfi riprende questa osservazione sottolineando come il padre abbia perso “la sua autorevolezza a livello di consenso sociale: la figura paterna è vuota di significati condivisi ed accettati sia all’interno della famiglia, che soprattutto a livello istituzionale” (Andolfi, 2001).Quindi, se già Mitscherlich parlava di una società senza padri, nell’epoca contemporanea la conseguenza è quella di una società del tutto permissiva in cui i limiti di tolleranza sono aumentati ed il modello educativo ormai diffuso pare essere il permissivismo (Giani Gallino, 2000).

Si parla di una “società senza padri” in cui il padre ha perso la sua autorità e significatività sociale e in cui ogni forma di piacere non è regolato e limitato. Il godimento sregolato è all’origine dei “nuovi sintomi” e la perdita del Padre porta con sé il rischio di accettare le dipendenze messe a disposizione dell’attuale società dei consumi (Meucci, 1985).

Alessia Besana

BIBLIOGRAFIA

Andolfi M. (a cura di), Il padre ritrovato: alla ricerca di nuove dimensioni paterne in una prospettiva sistemico-relazionale, Franco Angeli, Milano, 2001

Beria d’Argentine A., in Donati P., Scabini E. (a cura di), L’immagine paterna nelle nuove dinamiche familiari, in “Studi interdisciplinari sulla famiglia”, N° 4 , 1985

Brutti C., Parlani R., Ritorno del padre?, in Aa. Vv. La funzione paterna, Borla, Roma, 1995

Cavalli A., in Donati P., Scabini E. (a cura di), L’immagine paterna nelle nuove dinamiche familiari, in “Studi interdisciplinari sulla famiglia”, N° 4 , 1985

Donati P., Scabini E. ,Padri pallidi o…?, in Aa.Vv. L’immagine paterna nelle nuove dinamiche familiari, in “Studi interdisciplinari sulla famiglia”, N°4, 1985

Ferrari P., Presentazione, in Aa.Vv. La funzione paterna, Borla, Roma, 1995

Giani Gallino T., Famiglie 2000, Torino, 2000, Einaudi

Manzetti R. E., Prefazione. Esigenza di etica, in Grando G. (a cura di), Nuove schiavitù. Forme attuali nella dipendenza, Franco Angeli, Milano, 1999

Meucci G.P., in Donati P., Scabini E., Padri pallidi o…?, in Aa.Vv., L’immagine paterna nelle nuove dinamiche familiari, in “Studi interdisciplinari sulla famiglia”, N° 4 , 1985

Mitscherlich A., Verso una società senza padre: idee per una psicologia sociale, Feltrinelli, Milano, 1970

Panier Bagat, M., Castiello, L., Fileni, R.,  Padri Emergenti, in Psicologia Contemporanea, N°144, 1997

Senin F., La funzione paterna, in “ABA news-trimestrale dell’associazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia e i disordini alimentari”, annoV, N°18, 1997

 

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