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Perchè i bambini pluridisabili non dovrebbero poter leggere come gli altri?

Disabilità

Perchè i bambini pluridisabili non dovrebbero poter leggere come gli altri?

libri non vedentiFinora mi sono soffermata in buona parte degli articoli ad approfondire il tema della disabilità visiva in tutti i suoi molteplici aspetti, e continuerò a farlo. Ora, però, vorrei parlarvi di un argomento che a me per prima è risultato nuovo ed interessante, la questione della lettura nei bambini pluridisabili, cioè in coloro che hanno difficoltà di comprensione, attenzione, a volte problemi visivi e così via. La neuropsichiatria di Verdello, BG, ha ideato un sistema molto innovativo a livello riabilitativo che permette a questi bambini di poter leggere come gli altri, anche se sembrerebbe impossibile. Nell’articolo proverò a spiegarvi il percorso fatto per giungere a questo tipo di libri e a delineare che vantaggi può avere la lettura dei libri in simboli non solo per i bambini pluridisabili, ma anche per tutti gli altri. 

Libri su misura, libri modificati e inbooks: cosa sono e a cosa servono?

Sono libri illustrati con testi in simboli. Sono fatti per quei bambini che non riescono ad accedere alla lettoscrittura o che hanno grossi disturbi di attenzione, comprensione linguistica e cognitiva: la traduzione in simboli permette loro di accedere al contenuto del libro, al di là delle loro difficoltà. Oltre che per disabili, questi testi sono ottimi anche per bambini stranieri, che non hanno ancora una buona padronanza della lingua locale.

Il primo passo è stato quello di creare i cosiddetti libri su misura, partendo dall’assunto che leggere può dare mille cose buone al bambino e all’adulto, ma se non è una scelta fatta su misura non funziona. Si definisce scelta su misura proprio perchè ogni libro dev’essere adeguato ai bisogni di quello specifico bambino: nell’argomento, nel testo, negli aspetti emotivi, nella grafica, nelle immagini che si usano, nell’accessibilità fisica, comunicativa e dei contenuti. Ciò che funziona per l’uno può non funzionare per l’altro e viceversa. I bambini con disabilità e complessi bisogni comunicativi sono quelli che avrebbero più vantaggio dall’essere esposti alla lettura ad alta voce non prestazionale fatta dall’adulto, anche molto precocemente, e che più avrebbero bisogno di una scelta su misura. Purtroppo, invece, più i bambini sono in difficoltà, più vengono sottoposti a verifiche prestazionali e di comprensione che, al contrario, dovrebbero essere del tutto assenti. Difficilmente c’è l’idea che si possa leggere tanto per leggere, solo per fare qualcosa di piacevole dal punto di vista emotivo, per vivere un’esperienza da fare insieme. Il rischio che si diventi insegnanti o genitori riabilitatori è molto alto, quindi bisogna trovare un’attività che sia naturale da fare insieme, e più naturale della lettura o del racconto per il genitore e il proprio bambino sembra non esserci niente. Oggi il lavoro coi libri scritti in simboli viene prima di qualsiasi altro intervento riabilitativo. Spesso invece a questi bambini si legge poco, in tarda età e sembra che per loro non esistano mai libri adatti in commercio. Nessuno legge libri che sono troppo al di sotto delle sue capacità, ma si preferisce qualcosa che sia un po’ al di sopra del proprio abituale livello di parlare ed esprimersi quotidiano, e la stessa cosa deve valere per loro!

In questo tipo di lettura i bambini si centrano, capiscono e seguono, vengono coinvolti anche gli adulti e diventa un’esperienza piacevole, al di là di tutto il resto.

4 libro aperto coniglio bianco vuole la mamma ultima      traduzioneCome detto, il primo passo di un intervento riabilitativo è costituito dalla realizzazione di libri personalizzati, testi completamente nuovi e creati apposta per uno specifico bambino, che trasformano in storia, e libro vero e proprio, un’esperienza emotiva importante vissuta in positivo o negativo (la mia vacanza al mare, il ricovero in ospedale), gli interessi specifici (le ruspe, i camion…), che hanno in sè un argomento con elevatissimo livello motivazionale perchè partono da lui, da ciò che più gli piace, lo interessa e lo aggancia. Finora questo metodo ha dato ottimi risultati e ha permesso di far agganciare tutti, dai più piccoli fin dai sei mesi, ai più grandi. Questi libri sono il risultato di incontri tra servizio, famiglia e scuola. I bambini adorano talmente tanto questi testi da volerli portare con loro ovunque, anche a scuola, e i compagni restano senza parole perchè vedono un libro vero nel quale c’è proprio il loro amico disabile.

Il secondo passo della riabilitazione è costituito dall’uso di libri modificati: si parte da testi già esistenti in commercio che vengono modificati, come dice il nome stesso, per essere pienamente accessibili. Alla favola di Cappuccetto Rosso, ad esempio, sono tolte o aggiunte pagine in base a quanto quel bambino può tenere l’attenzione o seguire un testo più o meno lungo; il racconto viene semplificato o arricchito nella lunghezza, nei contenuti, nella struttura morfologica, nell’uso del verbo e dei tempi verbali, oppure ne vengono modificate delle parti per renderle più vicine alle esperienze del bambino stesso. I laboratori di costruzione dei libri sono svolti in tutta Italia e il cestino di Cappuccetto Rosso si riempie sempre di cose diverse: in Sicilia di cannoli, a Pesaro di piadine e così via. In questo modo si possono leggere le stesse storie che si leggono agli altri, condividendole con la classe. L’adulto, durante la lettura, fa il modelling, indica cioè al bambino simbolo per simbolo mentre legge la storia. I libri modificati diventano un modo per esporre i bambini e il loro ambiente di vita all’utilizzo dei simboli che non costituiscono solo delle icone, ma un vero e proprio linguaggio utilizzabile da chi non ce l’ha. Se l’apprendimento di una lingua è facilitato dall’esposizione ad un linguaggio più elaborato di quello che già si comprende, il libro aiuta ad esporre il bambino a delle parole che non conoscerebbe altrimenti, se non attraverso il libro stesso, così come succede per ogni altro bambino. Da noi il cervo è un’animale che si incontra tendenzialmente solo nei testi, ed è giusto che anche chi ha difficoltà di comunicazione possa conoscerlo. Non bisogna creare i libri in simboli solo con simboli già conosciuti perchè questi ultimi equivalgono alle parole. Le parole nuove prenderanno sempre più significato leggendole e rileggendole, e la stessa cosa succede con i simboli. Essere esposti ad un linguaggio uguale a quello che già si conosce non permette nuove acquisizioni, ma anche l’esposizione ad uno troppo elaborato diventa controproducente perchè le componenti non note sono troppe e ciò impedirebbe la comprensione del senso complessivo della frase e della storia. I libri su misura servono proprio a capire a che livello è il bambino, in modo da tararsi proprio su quello: se il libro è troppo inferiore non viene agganciato, se è superiore non gli si permette di capire. Bisogna trovare la strada giusta rispetto al suo livello di comprensione linguistica, cognitiva, di motivazione e bisogna tararsi lì.

Oggi non serve costruire un libro per ogni bambino, ma diventa necessario imparare a scegliere quale libro già tradotto proporre a quello specifico soggetto. Tutto ciò vale sia per il vocabolario, che per le componenti morfosintattiche del discorso e, nello specifico, l’introduzione degli articoli, delle preposizioni ecc. che all’inizio sembravano elementi di cui aver paura. Oggi si è arrivati alla conclusione che è bene che questi neonati, come del resto tutti i bambini, debbano essere esposti a qualsiasi elemento del linguaggio, anche se qualcosa non viene compreso: in fondo, le mamme parlano da subito ai figli, anche se non comprendono tutto.

Per ora mi fermo qui, invitandovi a seguirmi ancora nel prossimo articolo perchè continuerò a raccontarvi dei libri in simboli. Potreste provare anche voi, per gioco, a realizzare un libro in simboli!

Chiara Schiroli

 

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