PsicoCuriosità: perchè i neonati si calmano quando vengono cullati?
11 Dicembre 2015 2016-07-25 23:00PsicoCuriosità: perchè i neonati si calmano quando vengono cullati?
Che cosa fa un genitore quando sente il proprio figlio appena nato piangere disperatamente? Lo prende in braccio, inizia a camminare per la stanza cullandolo leggermente ed ecco che il neonato si placa. Tutti i genitori lo sanno e lo fanno naturalmente. Una recente ricerca pubblicata su Current Biology (2013) cerca di dare una spiegazione a questo fenomeno universale.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori giapponesi del Centro RIKEN – Brain Science Institute e diretto dalla dottoressa Kumi Kuroda, è il primo a dimostrare come la risposta di calma del neonato quando viene preso in braccio e trasportato sia il risultato di una complessa interazione tra sistema nervoso, motorio e cardiaco e abbia lo scopo di aumentare la prossimità tra madre e bambino favorendo così la sopravvivenza del neonato.
Infatti, le braccia della mamma costituiscono il luogo più sicuro per un neonato e la mamma stessa si tranquillizza vedendo il proprio figlioletto così rilassato. Il fatto che i neonati siano neurobiologicamente predisposti a smettere di piangere quando sono trasportati e cullati è una fattore evoluzionistico che permette la sopravvivenza della specie.
Tale risposta, per altro, non riguarda solo i neonati ma è esperienza anche dei cuccioli di topo: anche questi ultimi quando vengono trasportati dalla mamma si calmano e smettono di emettere i tipici ultrasuoni da richiamo. L’idea che anche i topolini si calmano se trasportati è venuta proprio alla dottoressa Kuroda mentre puliva le gabbie dei topi del suo laboratorio. “Quando prendevo i cuccioli per il collo in modo molto delicato, proprio come fa la loro mamma quando li trasporta, mi sono accorta che smettevano di agitarsi. La risposta nei topi mi è sembrata simile all’effetto calmante della madre che prende in braccio i neonati che piangono”, ha commentato la dottoressa.
Kuroda e colleghi hanno scoperto che la risposta di calma del neonato quando viene preso in braccio e trasportato sarebbe mediata dai collegamenti tra cervelletto e sistema nervoso parasimpatico.
Il ruolo principale del cervelletto è quello di coordinare i movimenti dei muscoli fini, l’equilibrio e di regolare la propriocezione (= capacità di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, riconoscendo così i propri movimenti del corpo). Inoltre, gli scienziati hanno recentemente scoperto che il cervelletto è direttamente collegato con il nervo vago, deputato al controllo del battito cardiaco lento (sistema parasimpatico).
Dunque, nel momento il cui il neonato viene preso in braccio e trasportato, attraverso gli imput propriocettivi il cervelletto manderebbe un segnale al nervo vago facendo diminuire i battiti del cuore e generando uno stato di calma.
Come i neonati, anche gli adulti possono calmarsi da soli praticando esercizi di mindfulness (una pratica che consiste nel coltivare una consapevolezza focalizzata sul momento presente) e altre tecniche di meditazione che agiscono inducendo una risposta parasimpatica di benessere e tranquillità. Questo è quello che succede nei neonati quando sono presi in braccio e cullati.
I ricercatori reputano che i loro risultati possano avere una grossa implicazione sulla gestione dei neonati da parte dei genitori. E’ esperienza di molte mamme e papà, infatti, esperire frustrazione quando adagiano il loro piccolo calmo e rilassato nella culla, e questo comincia a strillare rompendo improvvisamente un momento che sembrava di totale serenità. Purtroppo, il pianto difficilmente consolabile è uno dei maggiori fattori di stress per i genitori e anche uno dei fattori di rischio di maltrattamento e rabbia nei confronti dei piccoli. Una migliore conoscenza del valore evolutivo del pianto dei neonati e dei meccanismi che portano il neonato a calmarsi potrebbe aiutare i genitori a leggere in maniera corretta il pianto e non più come un capriccio del bambino, e consentirebbe di ridurre eventuale nervosismo da parte dei genitori nei momenti in cui questo ricompare.
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Una ricerca condotta nel 2013 da un team di ricercatoti giapponesi ha fornito per la prima volta un riscontro sperimentale di un’esperienza comune a moltissimi neo-genitori: spesso i neonati smettono di piangere quando quando vengono presi in braccio, trasportati e cullati, mentre ricominciano quando sono adagiati nella culla o tenuti tra le braccia da seduti. Tale risposta, per altro, non riguarderebbe solo i cuccioli d’uomo ma anche i topolini, sottolinenando il valore interspecifico ed evolutivo di questo comportamento.
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