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Intervista su “D” – La Repubblica – Settembre 2011

Riviste Cartacee

Intervista su “D” – La Repubblica – Settembre 2011

Pro e contro dello psicologo online

Pubblico una intervista che è uscita su “D”, l’inserto settimanale di Repubblica, il 9 ottobre 2011 nella quale l’amico e collega Davide Algeri si fa portavoce del Servizio Italiano di Psicologia Online, da noi fondato, sul tema “utilità della psicologia online”. Di seguito il testo integrale delle nostre dichiarazioni, ovviamente tagliate sull’articolo pubblicato (e che è possibile consultare cliccando su: è utile lo psicologo online?)
Prima di lasciarvi al testo dell’intervista volevo però fare alcune precisazioni in risposta a quanto affermato dal nostro interlocutore, ossia la Dottoressa Zaccaria, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.
I colleghi iscritti all’Ordine del Lazio si trovano nella particolare situazione di essere gli unici in Italia a subire il divieto di farsi retribuire per le prestazioni psicologiche a distanza, oltre all’impossibilità di erogare le stesse a persone che non hanno mai conosciuto precedentemente dal vivo. Fortunatamente chi scrive appartiene a un Ordine più coraggioso, quello della Lombardia, il quale ha dato vita a un gruppo di studio (da me coordinato) dal nome “psicologia e nuove tecnologie” volto a meglio comprendere questo fenomeno: ad andargli incontro – ovviamente con le dovute cautele – piuttosto che tenerlo a distanza.

Senza dilungarmi troppo vorrei evidenziare due punti in risposta alle criticità sollevate da Zaccaria:

1) Molti dei “modelli scientificamente validi“, ai loro esordi, si sono trovati a stravolgere il setting classico di presa in cura della persona al fine di venire meglio incontro ad esigenze delle patologie, dei pazienti e dei tempi che cambiavano. Penso ai pionieri della terapia della famiglia quando sostenevano l’utilità di coinvolgere nel trattamento anche il sistema del paziente designato, come anche alla rivoluzione della terapia strategico breve, che ha posto alla base della propria teoria la necessità di non addentrarsi nel passato della persona e di stabilire un numero limitato di incontri oltre i quali non potere proseguire la relazione terapeutica.
Allo stesso modo la consultazione psicologica online (che non va confusa con la web therapy, ossia una presa in carico a distanza che si protragga a lungo termine) ha avvertito la necessità, in alcuni casi, di ridisegnare il setting classico per cui lo psicologo aspetta nello studio il paziente, decidendo invece di andare verso di lui utilizzando i canali di comunicazione offerti dalle nuove tecnologie. Per meglio comprendere il concetto di psicologo 2.0 rimando all’intervista che ho rilasciato al Secolo XIX e alla corposa rassegna stampa uscita sullo psicologo su facebook.

2) La dottoressa Zaccaria evidenzia come durante la consultazione via webcam sia più complesso distinguere un balbettio delle parole da un’interferenza dovuta a una cattiva connessione a internet. A onore del vero vi sono a questo proposito complessità ben più importanti durante questo tipo di colloquio rispetto a quello tradizionale, come ad esempio il non potere vedere il comportamento non verbale dell’interlocutore se non attraverso la mimica del viso.
Tuttavia è importante anche chiedersi quanto queste mancanze influiscano sulla relazione di aiuto, soprattutto in base agli scopi che la stessa si pone in un contesto quale quello virtuale.

Alcune domande che volutamente lascio senza risposta:

  • Il lavoro con l’utente su skype deve forzatamente essere inteso come una presa incarico a lungo termine?
  • Persone che si rivolgono allo psicologo su facebook, avrebbero mai il coraggio di presentarsi in prima battuta da uno psicologo dal vivo?
  • Il fatto che siamo abituati a lavorare basandoci su alcuni parametri (osservare il non verbale di tutto il corpo, dare un preciso significato a balbetti, etc) implica che questi siano indispensabili in ogni tipologia di presa in carico e che, pertanto, non ve ne possano essere altri sui quali fare riferimento?
  • Possiamo riconoscere al setting offerto dal virtuale alcuni vantaggi? E’ possibile che intale contesto la persona si senta più libera di mettere a nudo le proprie problematiche? e, in caso affermativo, si possono ipotizzare partendo da questi e altri vantaggi, nuove strade da percorrere per trasforamre il rapporto virtuale in uno reale e produttivo?
E voi cosa ne pensate? lasciate un commento nello spazio sottostante!
Buona lettura,
Luca Mazzucchelli
 

1)  I servizi di consulenza psicologica online sono una novità piuttosto recente. Perché nascono? Rispondono ad esigenze specifiche? Quali?

I servizi di consulenza online nascono principalmente
  • Dal bisogno di soddisfare le esigenze di chi necessita di un supporto psicologico ma non sa a chi rivolgersi;
  • Per abbattere i costi e andare incontro a chi è impossibilitato a recarsi in studio;
  • Per chi si sente troppo inibito per un primo colloquio in presenza.
La scelta di un servizio di consulenza online è stata il frutto di un’evoluzione partita dal presupposto che oggi l’uomo utilizza internet e le tecnologie per soddisfare numerosi bisogni. Abbiamo così pensato di avvicinare la psicologia e tutto quello che ha a che fare con la promozione del benessere attraverso il mondo digitale. Questa riflessione ha spinto inizialmente me e il collega Luca Mazzucchelli a costituire il gruppo AlgeriMazzucchelli – Psicologia Innovativa e creare le prime applicazioni psicologiche per iPhone, ispirate al principio dell’imparare giocando, nelle quali veniva offerta la possibilità di una prima consulenza via email. Vista la forte richiesta di un consulto specialistico online, abbiamo deciso di creare il Servizio Italiano di Psicologia Online (S.I.P.O.) fondato sul principio della “psicologia in movimento“, intesa nel senso dell’andare verso, adattandoci noi come professionisti ai cambiamenti presenti nell’era delle nuove tecnologie.

2)  Come funziona il servizio del sito psicologi-online? E i costi?

Il S.I.P.O. punta a fornire un supporto psicologico di primo livello, offrendo una prima risposta alla sofferenza e un’analisi della domanda necessaria ad orientare la persona verso professionisti privati o strutture territoriali. Una consulenza da intendere come punto di partenza per un percorso psicologico, che successivamente potrà assumere evoluzioni differenti a seconda del problema presentato.
La consulenza avviene via webcam e il costo è di 63 euro, a prescindere dal numero di incontri necessari allo specialista per fare un’analisi del problema. Chi ha difficoltà economiche può usufruire della prestazione ad un costo ridotto, presentando l’ISEE. A settembre, inoltre, è partito anche su Facebook uno sportello di ascolto e orientamento gratuito, collegato al S.I.P.O. e supervisionato da Matteo Radavelli, uno dei responsabili del servizio, dove saranno messe a disposizione della comunità delle ore via chat con finalità informative e di primo orientamento.

3)  Ci sono dati/statistiche sugli utilizzatori di questi servizi?

Dato il carattere pionieristico di questi servizi in Italia non sono ancora pronti degli studi che forniscano questi dati. Le persone che afferiscono ai nostri servizi sono circa 400, tuttavia, ci troviamo ancora in una fase embrionale ed è difficile dire quanti utenti saranno davvero interessati a questi servizi. La potenzialità rimane comunque enorme, dato che circa il 40% della popolazione italiana accede ad internet regolarmente e circa il 10% della popolazione riporta di poter trarre beneficio da servizi psicologici. L’utenza potenzialmente interessata risulta quindi di almeno 1,5 milioni di persone. D’altronde, considerando il grande numero di persone che cerca delle risposte ai propri dubbi psicologici nei blog, nei forum e nelle chat, appare evidente come l’idea di ricevere supporto online stia diventando sempre di più qualcosa di quotidiano.  
All’interno del S.I.P.O. pertanto abbiamo anche pensato ad una ricerca, coordinata dal collega Francesco Pagnini, volta a valutare l’efficacia dell’intervento e la tipologia dell’utenza che si rivolge all’online.
Per quanto riguarda l’efficacia della terapia online, da uno studio inglese pubblicato su Lancet e condotto su un campione di 297 pazienti, emerge come le persone sottoposte ad una psicoterapia online sono migliorate nel 38% dei casi, rispetto al gruppo di controllo dove i risultati positivi erano presenti nel 24% dei pazienti.

4)  Quali sono i vantaggi di scegliere lo psicologo online?

Tra i vantaggi della scelta, tenendo sempre presente che questa tipologia di servizio va intesa come un ausilio e non un sostituto del consulto faccia-a-faccia, ne abbiamo individuati diversi:
  • La possibilità di offrire un supporto immediato nei casi di emergenza;
  • Una riduzione dei costi legati agli spostamenti;
  • La possibilità di andare incontro al paziente che si trova in un luogo diverso (è il caso degli italiani all’estero) o impossibilitato a muoversi da casa per problemi di salute (difficoltà di deambulazione, handicap fisici….);
  • La possibilità che questa modalità di contatto sembra avere nel ridurre le resistenze che spesso si attivano quando si parla di consulenza psicologica, facilitandone l’accesso e la richiesta di aiuto.
 

5)  Per quali “patologie” funziona meglio lo psicologo online?

In fase di costruzione del servizio abbiamo svolto un’analisi della letteratura scientifica e abbiamo visto che rispetto al colloquio vis à vis è adatto a tutti i soggetti, esclusi coloro che presentano disturbi francamente psichiatrici, evidenti problemi inerenti all’esame di realtà, ideazione suicidaria, o che siano attualmente vittime di violenza o abusi.

6)  Come orientarsi nella scelta della consulenza per non finire nelle mani sbagliate?

Tra le finalità più importanti del S.I.P.O. c’è proprio quella di orientare l’utente verso il tipo di servizio o percorso più adatto alle sue esigenze e disponibilità economiche e di tempo. A partire dalla tutela dell’utente, gli obiettivi del S.I.P.O mirano a far risparmiare tempo e denaro che a volte rischiano di essere spesi presso strutture o professionisti non adatti alle esigenze della persona. In questo senso, i professionisti che fanno capo al servizio devono possedere dei requisiti preferenziali per poter collaborare col S.I.P.O.: conoscere i diversi approcci terapeutici, le possibili strutture del territorio, essere iscritti all’Albo da almeno tre anni ed avere dimestichezza con le nuove tecnologie.

Leggi le risposte fornite dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio

Luca Mazzucchelli

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