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Il “problema” dei libri di self-help: il lato negativo delle auto-affermazioni positive

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Psicologia

Il “problema” dei libri di self-help: il lato negativo delle auto-affermazioni positive

In tempi di incertezza e di dubbio, molte persone si rivolgono ai libri di auto-aiuto in cerca di incoraggiamento, guida e auto affermazione. Le auto-affermazioni positive suggerite in questi libri, come ad esempio “sono una persona amabile” o “ci riuscirò”, sono state concepite per migliorare la bassa autostima e spingere le persone verso azioni positive.

Tuttavia, secondo un studio pubblicato nel 2009 sulla rivista Psychological Science, queste affermazioni possono in realtà sortire l’effetto contrario. Gli psicologi Joanne Wood e John Lee dell’Università di Waterloo, e Elaine Perunovic dell’Università di New Brunswick, hanno scoperto che le persone con una bassa autostima, di fatto, si sentono peggio dopo aver ripetuto le auto-affermazioni positive.

La ricerca

I ricercatori hanno chiesto a partecipanti con bassa e alta autostima di ripetere la frase da self-help book “Io sono una persona amabile”. Dopodichè, hanno misurato gli stati d’animo dei partecipanti e le loro sensazioni momentanee riguardo a sé stessi.

Ciò che è emerso è che, rispetto ad un altro gruppo di persone con bassa autostima ma che non aveva ripetuto l’auto-dichiarazione, il gruppo dei partecipanti con bassa autostima si sentiva peggio quando aveva ripetuto l’auto-affermazione positiva. I soggetti con alta autostima si sentivano invece meglio dopo questo compito, anche se solo leggermente.

In uno studio di follow-up, gli psicologi hanno predisposto una situazione in cui ai partecipanti veniva consentito di elencare i propri pensieri negativi su sé stessi, unitamente a quelli positivi. Successivamente hanno misurato gli stati d’animo dei partecipanti. Hanno così scoperto che, paradossalmente, l’umore dei partecipanti con bassa autostima era migliore quando si sentivano autorizzati ad avere pensieri negativi, rispetto a quando invece era stato chiesto loro di concentrarsi esclusivamente su pensieri positivi.

Conclusioni

Gli psicologi hanno suggerito che, allo stesso modo degli elogi eccessivamente positivi, le auto-affermazioni positive irragionevoli come ad esempio “io mi accetto completamente” possono provocare pensieri contraddittori nelle persone con bassa autostima. Tali pensieri negativi possono sopraffare i pensieri positivi. Inoltre, se le persone vengono istruite a concentrarsi esclusivamente sui pensieri positivi, possono poi trovare particolarmente scoraggianti i pensieri negativi.

Gli autori hanno concluso che “La ripetizione di auto-affermazioni positive può beneficiare alcune persone, ad esempio i soggetti con alta autostima, ma ritorcersi contro quelle persone che ne avrebbero più bisogno.”

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I libri di self-help non sono tutti uguali.

Una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science mostra come i testi che si basano sulla ripetizione, da parte della persona, di autoaffermazioni positive al fine di aumentare l’autostima (tentando, di fatto, di sovrascrivere i pensieri negativi), possono non avere i risultati sperati. E anzi, possono addirittura nuocere alle persone con scarsa autostima.

Dal mio punto di vista, è opportuno scegliere con accortezza i testi di auto-aiuto a cui ci affidiamo. Un buon criterio generale (anche se non l’unico!) è di scegliere testi scritti da psicologi. Potete consultare qui alcune letture da me scelte e videorecensite, che credo possano aiutare dal punto di vista psicologico.

Benchè ritengo che i libri siano un ausilio fondamentale per migliorare benessere e salute psichica, penso che lo studio dello psicologo rimanga lo spazio più idoneo per lavorare nei casi in cui il disagio diviene significativo.

Per approfondire l’argomento “autostima”, ecco una selezione di risorse:

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