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Psicologia e film: la recensione di “The Dawn Wall”

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Psicologia e film: la recensione di “The Dawn Wall”

Psicologia e film: ecco la recensione dal punto di vista psicologico del film che potete trovare su Netflix “The Dawn Wall”.

The Dawn Wall narra la storia di Tommy Caldwell che, insieme a Kevin Jorgeson, fu in grado di scalare una parete ritenuta fino ad allora inscalabile. Si tratta della parete di 900 metri denominata “Dawn Wall” a El Capitan, nel Parco Nazionale dello Yosemite.

Ecco 3 aspetti che mi hanno particolarmente colpito:

  • 1 – Educazione basata sulla “resilienza”. Tommy viene descritto dai genitori come un bambino lento in tutto, con grosse difficoltà scolastiche. Alcuni insegnanti lo avevano descritto come “mentalmente ritardato”. Lo stesso Tommy si descrive come un ragazzo molto timido e fragile.  Eppure, un elemento ha giocato a suo favore e sicuramente lo ha aiutato a sviluppare le abilità fisiche e, soprattutto psicologiche, per diventare uno degli scalatori più esperti al mondo: un’educazione fondata sulla resilienza. Suo padre, bodybuilder e scalatore, lo portava con sé in tutte le sue avventure in montagna, lasciando che Tommy superasse autonomamente le difficoltà. Durante l’intervista il padre dice:”La parola che avevo in mente era resilienza. Secondo me, uno dei doni più grandi che si possano fare ai figli è aiutarli a sviluppare le abilità necessarie ad affrontare le difficoltà.” Ad esempio, potremmo riflettere sull’educazione che trasmettiamo ai nostri figli. Siamo spesso tentati dal risolvere i loro problemi, ma siamo sicuri che così facendo li aiutiamo davvero? E se intervenissimo meno, stimolando in loro una crescente autonomia?
  • 2 – Difficoltà e resilienza. Tommy ha dimostrato una grande forza nel gestire le difficoltà: il sequestro in Kirghizistan, in cui il protagonista fu costretto a spingere uno dei sequestratori nel burrone per mettersi in salvo; un grave incidente domestico con una sega che è costata a Tommy l’amputazione del dito indice della mano sinistra; ed infine, non per importanza, la separazione con sua moglie Beth. A seguito dell’amputazione, il medico, anche lui scalatore, disse a Tommy che avrebbe dovuto inventarsi un’altra carriera. Eppure, fu proprio la fine del matrimonio con Beth che spinse Tommy a intraprendere questo grande progetto. In un momento di profonda difficoltà, Tommy decise di ripartire dall’unica attività che gli permettesse davvero di esprimere sé stesso: l’arrampicata. Da un momento di grande sconforto ebbe inizio un’impresa grandiosa. Questo non significa che dobbiamo cercare ad ogni costo di renderci la vita difficile, ma che abbiamo il potere di decidere come reagire alle difficoltà che incontriamo, trasformandole in risorse per la nostra crescita.
  • 3 – Lo stato di grazia o Flow. Durante la scalata, i due protagonisti sono rimasti per molto tempo bloccati nel superamento della sosta 14, dove avrebbero dovuto procedere la scalata per via orizzontale. Dopo molti tentativi, Tommy ha sperimentato uno stato che in psicologia viene definito “Flow” o esperienza ottimale. Questo costrutto, introdotto da Mihály Csíkszentmihályi, è stato definito come uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività. Il Flow rappresenta le fondamenta che permettono di generare una “Peak performance”, ovvero una prestazione sportiva in cui l’atleta si esprime al di sopra del suo standard abituale. Fu proprio questo “stato di grazia” che permise a Tommy di arrivare finalmente alla sosta 15.In particolare, Tommy dice: “Ho sentito improvvisamente una sicurezza. Sapevo esattamente come ogni dito doveva poggiarsi su ogni appiglio, dove le piccole increspature della roccia avrebbero accolto le mie scarpe. Dopo anni di tentativi su quella sosta, tutto ha funzionato magicamente.”
    Nonostante lo stato di Flow sia stato ampiamente studiato nello sport, non bisogna necessariamente essere un atleta per sperimentarlo; al contrario, quest’esperienza di coinvolgimento totale è stata studiata anche in altri contesti come l’arte, l’istruzione, la spiritualità etc…

Si tratta di un film ricco di insegnamenti e di spunti di riflessione. Per questo, sono curioso di leggere nei commenti quali altri aspetti ti abbiano colpito. Se non hai visto ancora il film, corri a vederlo 😊

Per guardare il film, clicca qui 

L’articolo è stato scritto da Giovanni Belmonte, dottore in Psicologia.

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