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Usa choc: fai molti Selfie? Secondo l’APA soffri di disturbi mentali

Attualità / Psicologia

Usa choc: fai molti Selfie? Secondo l’APA soffri di disturbi mentali

(…) Ebbene, sì: la parola dell’anno 2013 adesso sta per un disturbo che manifesta profonde insicurezze insite in chi è diventato amante dell’autoscatto prontamente postato sui social network. A diffondere la notizia non è il solito blog scandalistico dalle fonti al solito inattendibili, ma niente meno che il riferimento di maggior rilevanza nella pratica psicologica.

L’American Psychological Association, ente di riferimento internazionale per gli psicologi di tutto il mondo, ha definito una nuova patologia per chi manifesta disturbi mentali nell’ossessione per i selfie. Gli autoscatti utilizzati in tutti i social network come personale ed intima forma d’espressione sembrano essere considerati il sintomo di gravi carenze di autostima. La nuova patologia è stata chiamata “Selfitis”, che in italiano corrisponde a: “Selfite”. Di fatto, gli psicologi dell’APA hanno localizzato nei soggetti che soffrono di questa psicopatologia un vero e proprio bisogno ossessivo compulsivo di scattare foto a se stesso per pubblicarle sui social network, principale veicolo dei selfie.

Ciò avviene, per dirla tutta, al fine di colmare lacune della propria psiche legate all’intimità della persona. L’APA ha persino creato una scala che permetta agli psicologi di graduare la gravità del disturbo e, quindi, anche il tipo di approccio verso i soggetti che ne sono affetti. Sono stati individuati tre principali divisioni: borderline, acuta e cronica.

Nel primo caso rientra chi scatta un minimo di tre selfie al giorno, senza pubblicarli online, mentre chi opta per la pubblicazione di tutti i propri selfie giornalieri rientra nel secondo caso. Raggiunge la massima gravità il paziente cronico, attanagliato da un desiderio irrefrenabile di pubblicare più di sei volte al giorno le proprie foto, senza riuscire a trattenersi. (…)

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Luca Mazzucchelli – www.psicologo-milano.it‘s insight:

E’ questo un articolo-bufala, come anche si dice a questo link. Ma è segno comunque di una tendenza in grande aumento, e il fatto che in molti vi abbiano creduto una volta pubblicato, reputandolo verosimile, credo sia molto significativo.

La moda pare che stia esplodendo anche declinata in direzioni veramente imbarazzanti: non solo come vanto per le proprie prestazioni sessuali ma anche come scherno verso i meno fortunati barboni della città.

Questo comportamento prima di venire etichettato con il nome di una nuova diagnosi deve innanzi tutto essere compreso nel contesto di oggi, dove le nuove tecnologie ci spingono a fare cose senza pensare alle loro conseguenze.

Questi strumenti sono ormai prolungamenti del nostro corpo e del nostro disagio interiore e relazionale: è su questa dimensione che occorre presto provvedere a mettere in campo una forte campagna preventiva.

In questo video alcune delle conseguenze negative che rischiamo di non considerare nell’utilizzo dei social network e più in generale delle nuove tecnologie.

 

 

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