7 giorni con un terapeuta che mi ha conosciuta solo via SMS (esperienze di psicologia 2.0)
7 giorni con un terapeuta che mi ha conosciuta solo via SMS (esperienze di psicologia 2.0)
La mia prima seduta di psicoterapia: ore 19:41 nel centro affollato di Manhattan.
Mi stavo incamminando verso la metropolitana quando il mio cellulare è suonato: era un messaggio.
“Salve Erin, è un piacere incontrarla” ho letto. “Mi racconti un po’ di lei. Sono felice di conoscerla.”
Anche io ero felice, anche se non sapevo esattamente il perché.
La settimana prima mi ero iscritta a un nuovo servizio che offriva terapie via messaggi, chiamato “Talkspace”.
In treno, ritornando a casa, ho risposto al messaggio.
Alla ricerca del mio terapeuta
Arrivata alla mia fermata, avevo ben 3 nuovi messaggi da parte di Talkspace.
Primo messaggio: “Salve. Sono Holli Fiscus-Connon, terapeuta di Talkspace”.
Secondo messaggio: Holli mi ha spiegato che avrebbe cercato il terapeuta adatto a me, colui che poteva soddisfare i miei bisogni.
Terzo messaggio: alcune domande specifiche, dalla mia storia personale, al motivo per cui avevo contattato il loro servizio.
Appena rispondevo ai suoi messaggi, lei immediatamente mi scriveva.
Avevamo una conversazione in tempo reale.
Salendo le scale del mio appartamento, ecco un altro messaggio. Holli mi aveva inviato un format con domande standard da compilare, non molto diverso dai fogli che ti fanno riempire negli studi tradizionali dei terapeuti.
La sostanziale differenza stava nel fatto che invece di cercare io un terapeuta, lei lo avrebbe cercato al posto mio.
Per essere sicura di trovare il terapeuta adatto a me, Holli mi ha chiesto se c’erano degli aspetti specifici che doveva conoscere. Ho raccontato che fin da ragazza ho attacchi di panico occasionali.
Anche il costo era un altro fattore rilevante. In confronto alle classiche terapie, che qualche volta sono coperte dalle assicurazioni e vanno dai 20 ai 250$ a seduta (solitamente le sedute sono una volta a settimana e durano 45 minuti), Talkspace costa 25$ alla settimana.
Ecco il mio terapeuta
Il mattino dopo mi sono svegliata con una dozzina di messaggi. Alcuni erano da parte di Talkspace.
Aprendoli, ho potuto fare la conoscenza della mia nuova terapeuta: si chiamava Nicole Amesbury, un couselor della salute mentale. Ho cercato immediatamente su Google cosa volesse dire questo titolo: doveva per forza avere una laurea, aver fatto almeno 1500 ore di tirocinio e aver passato l’esame di counselor.
(ndr: in America, la situazione counselor-psicologi è molto diversa da quella Italiana: il counselor si occupa soprattutto di terapia, dopo un percorso formativo che prevede laurea, tirocinio, iscrizione all’albo ed esame per ottenere la licenza alla professione. Per poter diventare “psychologist” è invece necessaria una scuola di dottorato, ma lo psicologo si occupa poco di terapia)
Io e Nicole abbiamo trascorso il resto della settimana scrivendoci giornalmente; il bello dei messaggi è che puoi tornare indietro a rileggerli tutte le volte che vuoi.
Alcune volte, quando le mandavo un messaggio, lei mi rispondeva immediatamente: ci scrivevamo ovunque ero, per qualche minuto o addirittura per una mezzora. Altre volte rispondevamo ai messaggi a distanza di ore.
Capitava, a volte, che mentre stavo scrivendo mi sentissi preoccupata rispetto a quello che Nicole poteva pensare nel leggere il messaggio. Però questo mi succedeva anche nella terapia tradizionale: Avrò detto la cosa giusta? Avrà pensato che sono pazza? Dato che stavamo messaggiando e non eravamo nella stessa stanza, non potevo vedere le espressioni del suo viso per ottenere rassicurazioni. Invece, potevo solo aspettare con il cellulare in mano la sua risposta..
Una prospettiva fresca
Col tempo ho dimezzato le volte che rileggevo quello che avevo appena scritto e inviavo subito il messaggio. Le risposte di Nicole erano così premurose, dettagliate, profonde e introspettive. Mi ritrovavo a pensare che mi sentivo davvero ascoltata.
Ecco un esempio: un giorno, dopo che le avevo scritto di sentirmi frustrata con le mie emozioni (in quanto non ero né felice né triste, ma nel mezzo), ha risposto con una metafora che ho trovato incredibilmente di aiuto. Mi disse che i sentimenti sono come le luci che si accendono sul cruscotto della macchina, e indicano che qualcosa necessita attenzione. Alcune luci ti danno sicurezza come avere il serbatoio pieno. Altre invece ti mettono in allarme come la spia dell’olio. Non importa se alcuni di questi sentimenti non sono piacevoli, mi ha ricordato Nicole, se ci sono significa che hanno un giusto motivo d’esserci. Abbiamo bisogno delle emozioni per vivere. Ci segnalano che qualcosa sta succedendo, esternamente o internamente, e necessita la nostra attenzione.
Ho pensato più e più volte alle parole di Nicole, e ancora adesso le ricordo quando mi sorprendo ad essere dura con me stessa o mi sento intrappolata dai miei stessi sentimenti.
Ho ancora il numero di Talkspace sul mio cellulare e non ho smesso di vedere il mio “tradizionale” terapeuta. Alcune volte, sento l’esigenza di sedermi e guardare negli occhi qualcuno. Altre volte, un semplice messaggio basta a farmi stare meglio.
Vai alla fonte in lingua originale
Navigando nel web, mi sono imbattuto in un articolo curioso: è la testimonianza di una donna americana che ha sperimentato per una settimana un servizio innovativo di terapia psicologica via SMS. Ne condivido con voi la traduzione.
“Talkspace” è un servizio web, ideato nel 2012 da Oren e Roni Frank, una coppia di Tel Aviv che vive a New York, con l’obiettivo di fornire servizi di salute mentale a persone in difficoltà a prezzi accessibili. Al costo di 25 dollari, l’utente entra in contatto con uno dei terapeuti del servizio, tutti provvisti di licenza per esercitare la professione, con cui può scambiarsi messaggi di testo illimitati per un’intera settimana.
E’ rivolto principalmente ad utenti che hanno difficoltà a permettersi una normale terapia, o a coloro che non riescono a trovare il tempo per recarsi settimanalmente nello studio di un professionista. I fini sono anche quelli di abbattere lo stigma che ancora affligge la nostra categoria professionale, e di fare in modo che le persone si vergognino sempre meno a chiedere aiuto. L’applicazione Talkspace è disponibile online e per i dispositivi iOS, e sta avendo un grande successo: il sito conta oggi 50.000 utenti.
La terapia via SMS non è una procedura che utilizzo nella mia pratica clinica, ma l’argomento mi incuriosisce perchè si coniuga bene con la mia attitudine a cercare modi sempre nuovi per avvicinare le persone alla psicologia, utilizzando anche i new media.
Che ne pensate? Che effetto vi fa?