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Raccontare storie… per stare vicino ai propri bambini.

Bambini e adolescenti

Raccontare storie… per stare vicino ai propri bambini.

leggere-fiaba-bambiniPrima che il tuo bambino iniziasse a parlare era facile da capire?

Era facile capire di cosa avesse bisogno quando piangeva e poi consolarlo?

E tu… prima che il tuo bambino iniziasse a parlare avevi l’abitudine a raccontargli storie inventate da te o a raccontargli le favole conosciute?

E oggi… Nella relazione con il tuo bambino hai l’abitudine a raccontargli storie inventate da te o favole conosciute?

Hai l’abitudine di parlargli di esperienze passate vissute insieme, o di raccontargli come hai trascorso la giornata o ancora, di raccontare al tuo bambino storie passate della sua famiglia?

E lui… ti chiede di raccontargli delle storie o delle favole?

Oppure, ti chiede o ti racconta esperienze vissute insieme?

Ti racconta come ha trascorso la sua giornata?

Quando un genitore condivide con il bambino una situazione di gioco o il momento della lettura, il gioco e la lettura diventano contenitori efficaci della relazione, che si strutturano come momenti di condivisione e veicoli di conoscenza; il bambino, ma anche l’adulto, vivono l’esperienza della possibilità di stare insieme. 

“Il raccontare” agevola il processo interattivo tra mamma e bambino e permette di creare relazioni più significative, le migliori condizioni di ascolto e le premesse per la condivisione di emozioni e momenti rituali. Il racconto possiede la capacità di stimolare l’immaginazione del bambino aiutandolo a sviluppare la propria intelligenza e comprendere le proprie emozioni armonizzandole tra loro.

L’abitudine genitoriale a raccontare favole conosciute al proprio bambino, a narrare storie inventate, o ancora a condividere esperienze passate vissute insieme, storie passate della propria famiglia o a raccontare e chiedere come è stata trascorsa la giornata, favoriscono il processo interattivo tra genitori e bambino, lo sviluppo di una migliore relazione d’attaccamento e inducono nel bambino lo sviluppo della memoria autobiografica.

La memoria autobiografica si configura come avente la funzione di orientare lungo un continuum temporale l’individuo e permette il recupero di eventi di vita passata sotto forma di narrazioni, le quali a loro volta hanno la funzione di orientare le scelte future individuali. La memoria autobiografica, infatti, permette all’individuo di sviluppare un senso di coerenza del proprio sé, una costruzione di un’immagine o schema di sé che è collocabile nel tempo e nello spazio.

La memoria autobiografica, dunque, svolge un’importante funzione sullo sviluppo e nel mantenimento dell’identità personale, ma spartire gli eventi di vita passata si dimostra, anche, una delle principali forme di condivisione dell’attenzione durante l’infanzia, dove il linguaggio funge non solo da strumento per comunicare pensieri, ma mezzo per pensare.

Mamma, papà, cosa mi raccontate oggi?

 

Roscelli Sabrina

 

Riferimenti bibliografici:

Fivush Robyn, Haden C. (2003). Autobiographical memory and the construction of a narrative self: developmental and cultural perspectives. Mahawah, NJ: Lawernce Erlbaum Associates.

Lollo Renata, lo spazio del leggere come crocevia di relazioni. Cenni interpretativi, “Studium Educationis” n. 3, 2000, pp. 419-428.

 

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