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La santa Anoressia

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La santa Anoressia

 

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Negli ultimi anni “anoressia” è diventato un termine largamente utilizzato e il suo significato è conosciuto da tutti; questoa cosa, però, non deve far credere che si tratti di una patologia recente.

Infatti, i primi studi scientifici dell’anoressia e della bulimia risalgono alla fine del Seicento: si tratta di disturbi con una lunga storia che inizialmente venivano descritti come isteria o confusi con psicosi gravi. Ancora agli inizi del 1800 i sintomi dell’anoressia nervosa erano descritti in trattati generali sull’isteria (Bell, 1987): in effetti, tra questo genere di disturbo e l’anoressia nervosa vi sono molti elementi in comune, ma anche aspetti di diversità.

Il termine “santa anoressia” è stato coniato da R.M. Bell: egli nota che alcune sante del Tardo Medioevo manifestavano dei sintomi molto simili a quelli dell’anoressia moderna.

 

Egli inizia così a studiare la vita  di queste donne e, in particolare, il loro comportamento anoressico: si concentra solo sulle donne italiane in quanto considera l’anoressia anche come dato sociale.

Bell nota una corrispondenza tra i modelli di santità a cui si aspirava nel Medioevo e la magrezza come ideale di bellezza femminile a cui si tende ai giorni nostri; egli intuisce che la società e i relativi valori potrebbero essere dei fattori che incidono sull’originarsi dell’anoressia.  “Il fatto che l’anoressia sia santa o nervosa dipende dal tipo di cultura nella quale si trova la giovane che lotta per acquisire il dominio della propria vita. In entrambi i casi l’anoressia insorge quando la giovane tende a un fine socialmente apprezzato (salute corporea, magrezza, autocontrollo nel ventesimo secolo/ salute spirituale, digiuno e autoprivazione nel cristianesimo medievale)” (Bell, 1987); nell’anoressia contemporanea è molto rilevante la distorsione visiva tale per cui la malata si vede realmente grassa, ma si sente bene ed è estremamente attiva.
La santa anoressica, invece, “vede l’anello di Gesù al suo dito e un posto per lei in Paradiso; sente l’amore di Dio e si ciba della sola ostia” (Bell, 1987): entrambe si impegnano per raggiungere degli obiettivi/ideali approvati dalla società che, ovviamente, sono diversi ma hanno lo stessa valore psicologico.

E’ per questo motivo che la santità medievale e la magrezza contemporanea possono essere paragonate e accomunate: “entrambe rappresentano due stati ideali negli ambienti culturali considerati” (Davies, 1987). Bell individua nell’anoressia un modo in cui la donna del Medioevo riusciva a spostare la lotta con il mondo esterno in un conflitto con quello interno, nel quale riusciva ad ottenere una vittoria e una sua autonomia: “in questo senso la risposta anoressica è senza tempo. E almeno temporaneamente, è un vittoria potente e reale sull’unica cosa che la civiltà occidentale (o occidentalizzata) permette a una ragazza di conquistare se stessa” (Bell, 1987).

Nonostante gli elementi comuni tra l’anoressia nervosa e la santa anoressia, occorre notare un aspetto specifico, e non l’unico, che differenzia la prima dalla seconda. Come fa notare Recalcati, ciò che l’anoressica contemporanea persegue è una passione per il corpo magro: si tratta quindi di una passione che non è tesa ad elevarsi a Dio ma che è legata all’attaccamento narcisistico alla propria immagine ideale, rappresentando così un’ “ascesi del corpo, senza passione mistica” (Recalcati, 2002).

Il contributo di Bell è importante perché egli nota la presenza di sintomi uguali in due epoche totalmente diverse. Si può perciò dedurre che il recente aumento dei casi di disturbi alimentari potrebbe essere determinato, o comunque influenzato, dai cambiamenti socio-culturali e, di conseguenza, dai mutamenti familiari.

Alessia Besana

 

 

BIBLIOGRAFIA 

Bell R.M., La santa anoressia: digiuno e misticismo dal Medioevo a oggi, Laterza, Roma Bari,1987 

Davis, W.N., Epilogo in Bell R.M., La santa anoressia: digiuno e misticismo dal Medioevo a oggi, Laterza, Roma Bari,1987 

Recalcati M., Clinica del vuoto: anoressie, dipendenze, psicosi, Franco Angeli, Milano, 2002 

 

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