Sei soddisfatto di OPL?
5 Dicembre 2013 2016-07-25 22:01Sei soddisfatto di OPL?
Carissimi lettori, come vi ricorderete a giugno ho lanciato un sondaggio per raccogliere alcune impressioni circa l’andamento di OPL in questi ultimi 4 anni, ecco ora ho finito di analizzare i dati raccolti e li condivido volentieri con voi.
Credo che ascoltare critiche e bisogni dei colleghi sia il primo passo necessario per migliorare sempre di più il servizio che la politica debba offrire a chi – attraverso la quota associativa annua – spera e crede in un futuro migliore per la professione.
Il campione
Il campione è stato di circa 80 partecipanti, invitati a compilare il questionario tramite link web, social e mailing list di psicologia.
Il 70% circa del campione è iscritto all’Ordine da più di due Consigliature, il restante 30% invece da meno di 4 anni.
Complessivamente i dati raccolti dicono che il 40% reputa l’operato di OPL gravemente insufficiente (2%) o insufficiente (34%); il 20% sufficiente; il 34 tra discreto e buono, l’8% valuta “ottimo” come OPL si è mosso in questo ultimo quadriennio.
Entro ora più nel merito di cosa ha sostanziato la posizione presa dai nostri colleghi, illustrando le risposte ottenute ad domande aperte, che cercherò qui di sintetizzare per ovvi motivi.
Su quali elementi ti sei basato per dare il tuo voto a OPL 2009-2010? Quali iniziative ricordi di OPL che ti hanno visto più o meno d’accordo con il lavoro svolto?
Male perché…
Sono diverse le motivazioni che hanno portato alcuni colleghi a giudicare insufficientemente OPL, tre però sono indubbiamente più ricorrenti di altre.
Il primo tema ricorrente è quello della percezione di un OPL distante dalla quotidianità lavorativa del professionista “Troppi pochi progetti per aiutare gli psicologi alle prime armi: dal servizio tutoring ho avuto solo una lista di scuole cui inviare i miei progetti, vorrei di più”.
Il secondo tema è quello di un Ordine troppo “Milanocentrico” e poco attento ai problemi e bisogni delle province: Trovo che l’attenzione dell’Ordine sia troppo spesso rivolta alla sola zona “centrale”. Le iniziative nate a Milano tendono a rimanervi, sacrificando i colleghi più “periferici”.
L’ultima obiezione particolarmente “gettonata” è quella che occorre dare maggiore spinta alla promozione della professione, tema molto sentito forse più dai giovani colleghi che si trovano fortemente disorientati nel muovere i primi passi in un mondo del lavoro in forte crisi.
Oltre a questi tre temi caldi sono state raccolte numerose altre criticità, delle quali qui ne riporto solo alcune (quelle poste in maniera più costruttiva) per non tediare troppo il lettore, che rimandano più in generale alla sensazione di pagare una tassa ingiusta a un ente che non si mostra capace di fare gli interessi degli iscritti, o il cui scopo comunque non risulta sufficientemente chiaro.
Alcuni colleghi denunciano ancora un forte senso di solitudine nel vivere il mondo della professione:
“Seppur la nuova amministrazione si sia attivamente impegnata a creare nuove occasioni di formazione e di lavoro per gli psicologi, noto che le proposte che più sembrano utili a creare nuovi spazi occupazionali (es: convenzioni con il sistema sanitario lombardo ecc) sono per lo più per associazioni e cooperative. Nulla viene ancora concretamente fatto per quei liberi professionisti, che lavorano da soli, in uno studio in condivisione, e che non hanno magari nemmeno i soldi, le conoscenze e l’esperienza per costituire una cooperativa”.
Oppure ancora:
“Ho l’impressione che l’Ordine non possa nulla di fronte logiche di profitto delle Università e di chi eroga formazione, enti che necessitano di avere dei clienti a cui vendere corsi, master, specializzazioni varie. Enti che vendono l’illusione che al termine del tal corso si apriranno chissà quali porte nel mercato del lavoro. Vorrei che l’Ordine difendesse i suoi iscritti più che dagli pseudo-professionisti, dal sovranumero di iscritti di cui ha bisogno chi eroga formazione per sostentare se stesso. Penso che bisognerebbe lottare per limitare gli accessi all’università in modo da non saturare ulteriormente un mercato già saturo, oltre che per una minima retribuzione agli specializzandi delle scuole di psicoterapia. Aiutare i giovani con l’autoimprenditoria è buono, ma al momento penso che le politiche da portare avanti siano altre“.
Il tema della recente rivisitazione dell’articolo 21 ha sollevato diversi malcontenti:
“Sono contrario a limitare con un referendum la formazione ai non psicologi. Sono indignato per come il referendum è stato impostato con una vergognosa posizione di parte di un ordine che dovrebbe nel suo essere istituzionale proporre quesiti in modo imparziale. E’ stato inqualificabile corredare l’invio del modulo di votazione con un bollettino speciale tutto a favore del Sì. Sono contrario a come, nello stesso modo, è stata realizzata una carta etica che aveva come unico criterio quello di estromettere scuole con formazione a non psicologi”
Viene avvertita come punto da migliorare il rapporto con le altre istituzioni per dare maggiore valore alla nostra categoria:
La mancanza di affermazione istituzionale e sociale dell’immagine professionale degli Psicologi (colpa evidentemente condivisa proporzionalmente con l’Ordine nazionale).
Altri infine si lamentano di singole iniziative portate avanti da OPL in questi anni, la più criticata è quella della psicologia sostenibile:
“Non condivido l’appoggio e la soddisfazione per iniziative come quella dell’ampliamento della disponibilità di incontri gratuiti nei consultori, che a fronte di una buona utilità sociale (anche ottima, in realtà) vanno a minare fortemente lo spazio di lavoro di liberi professionisti, soprattutto quando questi non dispongano già di elevata notorietà: in sostanza, penso che a farne le spese saranno soprattutto i colleghi giovani, che in assenza di spazi lavorativi pubblici vedono ridotto anche il mercato privato”.
Altre critiche su iniziative specifiche sono:
“La tanto sbandierata convenzione tra OPL e Comune, che doveva aprire le porte delle scuole agli psicologi e permettere di lavorare di più in ambiti di prevenzione, non ha a oggi fruttato nulla di quanto promosso dal Presidente e dagli altri consiglieri”.
O ancora:
“Il fumetto contro gli pseudo-professionisti mi è sembrato una pessima idea. Dovremmo chiederci come mai questi ci rubano fette di mercato e rinnovarci in modo da intercettare la domanda che intercettano loro, invece di intentare infinite battaglie legali”.
Alcuni si lamentano del fatto che le iniziative sono fatte soprattutto su Milano:
Non ho apprezzato il progetto in collaborazione con Croce Rossa Italiana, che ancora una volta si esaurisce su Milano; il progetto con la Croce Rossa di Brescia, mal organizzato e peggio gestito, che si è arenato in breve tempo anche (a mio parere) per la scarsa considerazione delle risorse locali.
Bene perché…
I motivi che più hanno fatto apprezzare l’impegno recente di OPL si riconducono in parte alla sfera dei servizi attivati in questi anni, in parte tutela della professione.
Tra i servizi ci sono note di merito soprattutto per i webinar e il canale You Tube (non dimentichiamo che il campione che ha risposto al sondaggio lo ha fatto online, quindi ha una certa dimestichezza e preferenza rispetto all’utilizzo di nuove tecnologie per aggiornarsi e fruire informazioni di vario genere), ma anche per gli sportelli legali e fiscali.
“Ha fatto varie iniziative interessanti (promozione della professione, self-marketing, fiscalità…) e le ha fatte anche tramite webinar. Ritengo questo strumento fondamentale per chi non vive a Milano (io per esempio sono di Brescia). Così come i video-messaggi del presidente e i tg. Inoltre si è mosso fortemente per la tutela della professione, per il referendum, per la psicologia sostenibile. Sento questo consiglio molto interattivo e disponibile ad ascoltare.”
Oppure
Mi sembra un Consiglio proattivo, in grado di promuovere la professione e tutelare, ove possibile, i colleghi. Ho visto anche molte iniziative rivolte ad aiutare coloro che non sanno come cominciare questa professione (fare un sito, farsi pubblicità, ecc.). Sembra uno stile, passami il termine, “aziendale privato”. Sembra che lo scopo dell’Ordine sia fare in modo che gli iscritti lavorino! Non è sempre così scontato. Altra cosa che mi piace molto è la sensazione che aldilà dei partiti di provenienza formiate una buona squadra. L’opposto del nostro governo 🙂
Il tema del decentramento (o di un inizio di questo processo) è stato avvertito e valorizzato:
Gli eventi organizzati sul territorio fuori Milano in particolare Brescia (che mi piacerebbe fossero anche più frequenti), la possibilità di avere rapidamente un incontro nell’ambito del servizio tutoring, la possibilità di seguire tramite il canale di youtube corsi di formazione cui non mi è stato possibile partecipare di persona
Più in generale vi sono alcune note di stima per la serietà, impegno, concretezza e trasparenza di questo Ordine, alcuni apprezzano molto le iniziative concrete:
occasioni di formazione gratuita, creazione biblioteca dei test;
che danno l’idea di un ordine che:
“mi sembre vivo, con molte proposte, molto attivo sul fronte del dialogo con i serivzi del territorio, molto aperto alle proposte degli iscritti”
Delle singole iniziative vengono invece valorizzate e apprezzate, oltre a quelle già dette:
- I seminari con la commercialista e come partecipare ai bandi europei;
- L’incontro di accoglienza per i nuovi iscritti;
- a Carta Scuole Psicoterapia, la legittimazione dello Psicologo contro gli abusi della professione, la valorizzazione di alcune branche della Psicologia come quella del Lavoro; L’iniziativa di poter discutere e rivedere il pensiero di Lacan, i seminari sulla psicologia sportiva, quelli al cinema;
- le lezioni magistrali di Recalcati;
2. Quali bisogni senti nella tua professione, rispetto ai quali vorresti un aiuto più concreto da parte di OPL?
Questa per me è la parte più interessante, alla quale hanno fornito molti spunti di riflessione sia le persone soddisfatte sia quelle insoddisfatte, e che mira nella direzione di guardare un futuro più sostenibile per la categoria intera.
Alcune di queste proposte sono forse fuori portata per un Ordine Professionale, altre in questi ultimi mesi sono state realizzate, molte mi sembrano ragionevoli e andrebbero prese in seria considerazione per capire come essere più vicini agli iscritti OPL.
Posto di seguito quelle più rappresentative e interessanti, successivamente le mie personali considerazioni conclusive.
- $1Un aiuto concreto a districarmi tra bandi, concorsi, graduatorie…cioè quali possibilità abbiamo nel pubblico e come fare ad accedervi.
- aiutare gli psicologi nel promuoversi nel settore privato anche in attività collaterali, es come aprire un servizio per l’ infanzia etc.
- OPL come luogo di incontro e scambio di idee. Una biblioteca in cui studiare e conoscere colleghi con cui confrontarsi e condividere. Pensavo alla biblioteca, ma può essere anche altro. Lo slogan potrebbe essere “OPL spazio aperto”. Cioè l’idea potrebbe essere di uno spazio usufruibile da tutti i colleghi.
- Lavorare sull’immagine dello psicologo, sin troppo confusa con counselor, preti e quant’altro.
- Quest’anno, molti cittadini si sono presentati ai CAF per la dichiarazione dei redditi con le fatture dei counselor da scaricare: questo ci dice che molte informazioni non sono ancora arrivate ai cittadini!
- Integrazione nel mercato del lavoro. Retribuzione dei tirocini formativi. Creazione di canali lavorativi.
- Più accoglienza e apertura mentale
- Uno spazio dove scambiarsi reali esperienze professionali parlando di Psicologia e Psicoterapia senza continuare con le lobby delle scuole…
- Affermazione sociale della professione, in un’epoca di grande decadenza e disagio collettivo è del tutto pazzesco che non si riesca ad affermare il senso sociale del nostro lavoro, ossia come gli psicologi e la psicologia possano contribuire ad affrontare il disagio delle persone e della società…
- Lo dico ormai da troppi anni … l’ordine deve agire sugli accreditamenti. Non è pensabile che nuclei Alzheimer, stati vegetativi, cdd, crt e via dicendo siano accreditati con la figura dell’animatrice ma non prevedano psicologi!!! Oppure benché previsti nessuno si cura di valutarne la reale presenza! La nostra professione va inserita forzatamente nei minutaggi. In questo mi aspetto un’azione concreta dell’ordine Più tutela della professione; più opportunità professionali nel pubblico; più meritocrazia
- Possibilità di acquisti di test e libri agevolati per gli iscritti
- Iniziative ECM Maggiori informazioni e sostegno nell’apertura di enti, cooperative ecc; maggiori opportunità di convenzioni, anche per i professionisti privati, con il sistema sanitario nazionale o con enti pubblici e privati;
- Maggiore attenzione e cortesia da parte della segreteria
- Maggior numero di servizi e iniziative sul territorio al di fuori di Milano, come la possibilità di incontro dei consulenti (servizio tutoring, consulenza fiscale, …), una sala per organizzazione eventi da parte degli iscritti e dove consultare libri/test, maggiori iniziative gratuite di formazione (es. corso progettazione, corso approfondito self marketing, corso creazione siti), maggiore supporto dal punto di vista fiscale, soprattutto in fase di avvio dell’attività libero professionale.
- Vorrei più confronto tra “generazioni” di psicologi, tra chi ha un’attività e chi vuole cominciare. Vorrei più sostegno per le attività di libera professione, che non riguardi solamente gli aspetti fiscali ma soprattutto di marketing. Proseguire sul fronte della mediazione civile e commerciale, avviato con il corso di formazione in convenzione con OAM
- Continuo a sottolineare l’importanza dell’accessibilità della sede a persone disabili.
- Un maggior impegno nella promozione della nostra figura professionale, una tutela della professionalità più rigida rispetto agli abusi di professione (in questo senso si è visto un netto miglioramento, ma penso che ancora ci sia molto da fare), una definizione degli ambiti di intervento che sia tutelativa in termini di legge (mi riferisco ad esempio a sportelli psicologici nelle scuole che vengono gestiti da filosofi specializzati in counseling e simili)
- Molto più sostegno operativo rispetto a competenze trasversali necessarie comunque per la libera professione. Formazioni a distanza via internet su aree di competenza come il funzionamento dei servizi sociali, le normative di legge sulle segnalazioni al tribunale, tutte quelle situazioni spinose in cui si tende a fare scarica barile e che non vengono affrontate nella scuola di specializzazione perché in accavallamento con altre competenze professionali (avvocato, medico legale, assistente sociale ecc..)
- Credo che OPL stia già lavorando molto per gli psicologi. C’è difficoltà a trovare lavoro, ma questo purtroppo non dipende da OPL. Forse si potrebbe fare qualcosa per far meglio comprendere alle cooperative qual è il ruolo dello psicologo, a cui spesso vengono invece affidate mansioni da educatore.
- Vorrei una segnalazione imparziale delle attività delle scuole e l’organizzazione di congressi tematici invitando personalità rilevanti del mondo psicologico
- OPL, il CNOP e chi di dovere dovrebbero battersi per mettere un filtro, in modo da tutelare gli iscritti (che sono già troppi), perché l’attuale mercato del lavoro è SATURO. La situazione lavorativa assolutamente drammatica. Non possiamo fare tutti gli educatori, non possiamo essere costretti a fare scuole di specialità che costano un occhio della testa. Mi urta non poco leggere fra gli annunci di lavoro tirocini e richieste di volontariato, è svilente
- Maggiore possibilità di avere supervisione casi clinici; Maggiore supporto per avvio/condivisione di uno studio privato professionale
- Difesa della professione senza incorrere in sterili giustizialismi.
Questo sondaggio non vuole essere rappresentativo del sentore di tutti gli psicologi lombardi, ma non credo che per via del limitato campione di risposte ricevute vada ignorato del tutto.
Anzi sono molteplici gli spunti di interesse che i rappresentanti della politica professionale possono trarre.
Rileggendo i dati raccolti mi colpiscono principalmente tre dati:
- $1- Il grande impatto positivo che hanno riscosso le nuove tecnologie all’interno del processo comunicativo ente-iscritti. Molti apprezzamenti per la comunicazione OPL, per i webinar e per l’impegno sui social dell’Ordine.
- La necessità di decentrare maggiormente alcune funzioni ordinistiche: in tanti si lamentano della elitarietà di alcuni eventi, ma anche più in generale di come in Milano si concentrino la maggior parte degli esperimenti, delle convenzioni, degli eventi dal vivo, delle relazioni di forza tra ente ed altre realtà politiche.
- Il bisogno di avere formazione su come promuoversi e come rapportarsi al mondo del lavoro a livello di libero professionista, ma anche la necessità di promuovere la categoria per intero presso il grande pubblico.
Credo che queste siano tre direttive molto utili che sicuramente terrò a mente in particolar modo, assieme a una quarta che mi ha molto colpito e mi fa riflettere: in molti chiedono di trasformare OPL in un luogo di incontro non solo tra professionisti con problematiche simili, ma come spazio per il confronto tra generazioni diverse. Bell’idea anche questa alla quale ammetto di non avere mai pensato.
Grazie di cuore quindi a tutti i colleghi che si sono aperti e mi hanno dedicato del tempo per lamentarsi o complimentarsi con quanto fatto: invito chi non avesse ancora detto la sua a commentare nello spazio sottostante cosa pensa di OPL.
Grazie
Luca Mazzucchelli