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Stress e ansia da traffico, come limitare l’impatto sulla produttività a lavoro

Riviste Online

Stress e ansia da traffico, come limitare l’impatto sulla produttività a lavoro

stress automobilePubblico una parte di una intervista che mi è stata fatta da BenessereBlog.it in merito a come si possa cercare di arginare lo stress prodotto stando in automobile quotidianamente.
L’articolo completo è consultabile qui, di seguito un estratto contenente le mie dichiaraizoni.
Buona lettura,
Luca Mazzucchelli

Secondo i dati diffusi dall’IBM nel Global Commuter Pain survey 2011 gli automobilisti più stressati d’Europa sono i milanesi. Nell’indagine sono infatti quelli che hanno riportato maggiori livelli di rabbia ed ansia a causa del traffico. Il 41% degli intervistati è convinto che l’incremento delle corse ed una maggiore efficienza dei mezzi pubblici potrebbe abbassare drasticamente i livelli di stress dei pendolari.

Abbiamo chiesto allo psicologo milanese Luca Mazzucchelli come affrontare lo stress da traffico ed uscire dall’auto più sereni, discutendo con lui non solo di soluzioni pratiche al problema, ma anche di misure più drastiche come il telelavoro per scongiurare del tutto lo stress da pendolarismo. Vediamo cosa ci ha risposto.

Milano, tra le metropoli europee, vanta il triste primato degli automobilisti più stressati. I livelli di ansia e rabbia lievitano in particolar modo tra gli automobilisti pendolari. Ovviamente questo ha delle ripercussioni sulla produttività e nelle relazioni interpersonali. Che consigli possiamo dare ai milanesi che affrontano ogni giorno lo stress da traffico?

Il traffico è capace di stressarci per diversi motivi, che variano da persona a persona e che andrebbero compresi caso per caso per meglio studiare una contromossa adeguata. Solitamente, tuttavia, la motivazione vissuta come maggiormente invalidante da chi si trova in coda in automobile è la percezione di stare perdendo tempo. In questi casi è utile pertanto uscire dalla logica per cui stiamo subendo passivamente il tempo che scorre, e porsi in una posizione più attiva e proficua: sbrighiamo qualche telefonata usando l’auricolare, ascoltiamo musica e cerchiamo di rilassarci, cerchiamo di capire in base alle nostre caratteristiche come possiamo usare il tempo a disposizione per limitare la sensazione che lo stiamo sprecando.

Secondo l’Istituto di ricerca inglese ICM Research alcune canzoni, più di altre, hanno la capacità di rilassarci mentre siamo imbottigliati nel traffico. Nella top five troviamo I want to break free dei Queen, Take it easy degli Eagles, Highway to hell degli Ac/Dc, Drive my car dei Beatles, On the road again di Willie Nelson. Musica grintosa come antistress, un classico… può bastare per eliminare quella fastidiosa sensazione di tempo perso quando siamo in coda?

L’effetto della musica è tranquillizzante perché sposta la nostra attenzione e, come dicevamo prima, ci permette di rifugiarci in una dimensione che consideriamo piacevole e nella quale abbiamo un ruolo attivo: con le note giuste la nostra mente prende il volo e inizia a fantasticare, magari ci facilita a ricordare episodi del nostro passato o a progettare sogni futuri, portando in primo piano il lato creativo della nostra mente. Chiaramente la musica è utile per tamponare una emergenza temporanea, ma ben poco potrà fare di fronte a una situazione in cui lo stress è troppo elevato e magari dovuto non solo al traffico attuale ma alla somma di una serie di eventi difficili da gestire.

Un rimedio sicuramente efficace contro lo stress da traffico sarebbe evitarlo il traffico. Molti lavori d’ufficio potrebbero essere svolti da remoto oggi, grazie alle moderne tecnologie di comunicazione. Eppure in Italia il telelavoro stenta a decollare. Non crede anche lei che le aziende stiano sottovalutando il potenziale produttivo che deriva dall’avere dipendenti più sani e rilassati?

Mi trovo d’accordo con questa opinione e credo che la vera mobilità del futuro sarà l’immobilità, nel senso che sarà la persona che deciderà se, come, quando e perchè muoversi, e lo farà più per piacere che per dovere. Le nuove tecnologie ci stanno venendo sempre più incontro in questa direzione, e non è un caso che anche molti psicologi (in alcune situazioni particolari) accettino la proposta dei clienti di effettuare alcuni incontri a distanza attraverso la webcam e i nuovi strumenti di comunicazione.

 

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