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A due anni già usano il tablet. Troppo presto o serve a imparare?

Attualità / Psicologia

A due anni già usano il tablet. Troppo presto o serve a imparare?

(…) un articolo del New York Times riporta i risultati di una recente inchiesta svolta su 1.463 genitori di bambini, nativi digitali inferiori agli 8 anni.

(…) Il 38% degli americani sotto i due anni ha già usato iPhone e tablet (la stessa percentuale, due anni fa, era riferita ai piccoli con meno di otto anni). In media trascorrono davanti a vari schermi (tv, computer, iPhone e tablet vari) un?ora sotto i due anni, due ore dai 2 ai 4 e due ore e 20 minuti dai 5 agli 8.

(…) Certo fa comodo ai genitori, sempre più affannati, affidare i figli alla baby sitter digitale, ma pediatri e psicologi sono d’accordo nel non esagerare: il troppo provoca dipendenza. (…) Alcuni educatori escludono del tutto queste precoci performance, altri le apprezzano come manifestazione di intelligenza, efficienza, attualità.

(…)Utilizzarli in modo appropriato comporta che i genitori diventino attenti e competenti. Per la televisione si è fatto molto in questo senso, invece per i tablet, nati nel 2010, si comincia soltanto ora. Ma credo che i genitori, se si assumono le proprie responsabilità, siano in grado di prendere provvedimenti adeguati senza affidarsi alle scorciatoie del «tutto o niente».

In fondo si tratta di modernizzare l’eterna funzione delle favole. Leggere insieme è sempre stato un modo per comunicare, conoscere, condividere sentimenti ed emozioni. Soltanto che ora i libri sono diventati interattivi e i bambini, invece di ascoltare soltanto possono, con un tocco, far apparire immagini, suoni, animazioni. Sarà un modo per conoscerli meglio e aiutarli ad esprimersi sino a diventare essere stessi narratori e illustratori delle loro fantasie.

Poiché l’esperienza è particolarmente coinvolgente, va somministrata a piccole dosi, in un luogo tranquillo e in un momento opportuno, quando l’adulto può star davvero accanto al più piccolo, non soltanto fisicamente ma psicologicamente.

(…) Un genitore partecipe e attento sa che cosa va bene, non in generale, ma per suo figlio. Se ha occhi per osservare e orecchi per ascoltare non avrà difficoltà a comprendere ciò che diverte, insegna e aiuta a crescere, rispetto a tanti messaggi inutili o nocivi.

(…) Credo che anche in questo ambito valga il suggerimento che sono solita rivolgere agli educatori: tra i «no» che bloccano i desideri e i «sì» che cedono a volontà spesso tiranniche, affidatevi ai «sì ma», a risposte che riconoscono la voglia di crescere e, al tempo stesso, pongono dei limiti alle pretese dell’onnipotenza infantile.

Leggi qui tutto l’articolo

 

Luca Mazzucchelli – www.psicologo-milano.it‘s insight:

Sempre brava e mai banale SIlvia Vegetti Finzi a centrare la questione offrendo spunti pratici in merito ai comportamenti da tenere. In questo articolo parlando del rapporto tra nativi digitali e nuove tecnologie mette subito a fuoco l’importanza dell’adulto in questa relazione, che deve essere al fianco dei  ragazzi e imparare assieme a loro a conoscere questi strumenti.

In questo modo diventeranno anche loro un pretesto conversazionale tra le due generazioni, permettendo così di diminuirne la distanza e rinsaldare il rapporto.

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