30 tranelli mentali in cui rischiamo di cadere ogni giorno
Di seguito sono riportati 30 esempi di distorsioni cognitive, errori di valutazione, bias inconsapevoli in cui rischiamo di cadere quotidianamente. Conoscerli è il primo passo per realizzare quali compiamo più frequentemente e procedere a metterli in discussione. Ciò vi permetterà di comprendere più a fondo il vostro comportamento e quello degli altri, nonché di migliorare il vostro processo decisionale e il vostro benessere.
1. Personalizzazione: E’ la tendenza ad esagerare la misura in cui determinati eventi ci riguardano. Ciò significa percepire gli eventi come conseguenza delle proprie azioni non considerando altri possibili fattori che possono avere condizionato le circostanze. Ad esempio, concludere che se un amico non risponde ad una vostra telefonata, è perchè è arrabbiato con voi.
2. Lettura della mente: E’ la tendenza a credere di sapere ciò che l’altro pensa o sente interpretando alcuni particolari. In realtà, non è possibile fare ipotesi precise su ciò che gli altri pensano a meno che non siano loro a dircelo.
3. Previsioni negative: Consistono nel sopravvalutare la probabilità che un’azione avrà esito negativo, quando, non essendo dotati di una sfera di cristallo, è impossibile sapere l’esito di un evento futuro in anticipo.
4. Sottovalutazione delle vostre abilità di coping: Consiste nel sottovalutare la vostra capacità di far fronte agli eventi negativi.
5. Pensiero catastrofico: Consiste nel pensare ad eventi spiacevoli come vere e proprie catastrofi.
6. Tendenza a concentrate l’attenzione su segnali di rifiuto sociale e a trascurare segnali di accettazione sociale: Ad esempio, durante le interazioni sociali, prestare attenzione selettivamente ad indicatori “negativi”, come qualcuno che sbadiglia mentre state parlando, e non dedicare la stessa attenzione ad altri indizi che suggeriscono invece interessamento verso ciò che state dicendo.
7. Ricordare selettivamente gli eventi negativi: Ricordare i particolari negativi di una situazione a scapito di quelle positivi. Ad esempio, ricordare di aver esitato qualche secondo durante un discorso pubblico e trascurare l’applauso fragoroso che avete ottenuto alla fine.
8. Pensare che l’assenza di “effusioni” significa che qualcosa non va: Ad esempio, credere che l’assenza di uno smile in una mail o in un messaggio significa che l’interlocutore è arrabbiato con voi. Oppure, interpretare un “Hai fatto un buon lavoro” come un commento negativo se la vostra aspettativa era di sentirvi dire “Hai fatto un ottimo lavoro.”
9. Avere delle norme interne eccessivamente rigide: Si tratta della convinzione che il raggiungimento di standard molto elevati sia assolutamente necessario per evitare una catastrofe. Ad esempio, la convinzione che commettere errori porterà i vostri colleghi e i vostri superiori a pensare che siete delle persone inutili e incapaci.
10. “Sentirsi in diritto di..” rispetto ad altri nella vostra stessa condizione: Consiste nel credere che le regole che si applicano agli altri non dovrebbero applicarsi nel vostro caso specifico. Ad esempio, credere di non avere la necessità di fare uno stage, anche se questo è il percorso lavorativo normale nel vostro settore.
11. Giustificazioni auto-sabotanti: Ad esempio, ritenere che, se avete fatto progressi nel raggiungimento di un obiettivo, siete giustificati a comportarvi in un modo che è in totale contrasto con esso. Ad esempio, se avete mantenuto fede alla dieta per 10 giorni, potete concedervi di mangiare una torta :-O
12. La credenza in un “mondo giusto”: Ad esempio, la convinzione che, affinchè una parte della popolazione sia ricca e potente, sia giusto che i poveri rimangano poveri.
13. Vedere una situazione solo dal vostro punto di vista: Ad esempio, non sforzarsi nemmeno di guardare una situazione che ha generato un litigio dal punto di vista del vostro partner.
14. Pensare che auto-criticarvi ferocemente per qualcosa andato male sia un modo efficace per motivare voi stessi a fare meglio in futuro. Non lo è!
15. Riconoscere le emozioni come cause del comportamento e non considerare come il comportamento può influenzare pensieri ed emozioni: Ad esempio, pensare “Quando avrò più energia, mi eserciterò” invece che “l’esercizio fisico può darmi più energia”
16. Pensiero tutto o nulla: Tendenza a vedere le cose per estremi, senza considerare le sfumature intermedie. Ad esempio “Se non ottengo quello che voglio, sono un completo fallimento”.
17. La schiavitù del “Devo”: Ad esempio, pensare “Dovrei sempre dare il 100% in quello che faccio”. A volte, ci sono importanti vantaggi nel fare qualcosa semplicemente ad un livello accettabile 🙂
18. Ragionamento emotivo, ossia trattare i sentimenti come dati di fatto anche quando l’evidenza oggettiva non li supporta: Ad esempio, “se ho paura, significa che la situazione è davvero pericolosa”, oppure “sento di non essere pulito, anche se ho lavato le mani per tre volte, dunque devo lavarmi di nuovo” (tipico del disturbo ossessivo compulsivo)
19. Basare le vostre decisione sui cosiddetti “costi irrecuperabili” (sunk costs): I costi irrecuperabili in economia, sono quei costi in cui si è già incorsi e che non possono essere recuperati in alcuna maniera significativa. Un buon uomo d’affari è conscio che i costi irrecuperabili non devono essere presi in considerazione quando si compiono decisioni razionali. Ad esempio, investire denaro in un affare che sta andando male solo perchè ci avete investito tanto tempo è una decisione irrazionale, in quanto conduce la persona a credere di poter recuperare, spendendo ulteriormente, costi che per definizione non possono essere recuperati.
20. Credenze deliroidi: Possedere un’idea fissa falsa e incriticabile nonostante la presenza di prove schiaccianti che la contraddicono. Ad esempio, credere di essere in sovrappeso pesando 50 kg.
21. Supporre che i vostri sentimenti attuali rimarranno gli stessi in futuro: Ad esempio, pensare “Non mi sento in grado di affrontare questa cosa oggi, dunque non sarò in grado di affrontarla nemmeno domani”.
22. Etichettamento: Applicare alle cose una etichetta globale, invece che fare riferimento a fatti specifici. Ad esempio, etichettare qualcuno come un “perdente” per un solo accadimento e non essere mentalmente aperti a prove successive che suggeriscono che non lo sia.
23. L’effetto alone: Si tratta di un fenomeno psicologico che ci conduce a “trasferire” una caratteristica positiva di un oggetto o di una persona a tutto ciò che riguarda l’oggetto o la persona in questione. Ad esempio, se una persona ci sembra attraente, tenderemo a ritenere che sia anche intelligente, socievole, etc. Un altro esempio è percepire alimenti ricchi di grassi come meno calorici se accompagnati da un’insalata.
25. Minimizzazione: Le esperienze positive sono trascurate sostenendo che non contano. Ad esempio, “Ho fatto bene questa cosa, ma solo perchè era facile farla”.
25. Esagerazione: Ad esempio, gonfiare i propri errori e difetti a dismisura e percepirli più significativi di quello che sono.
26. Conformità cognitiva: E’ la tendenza a vedere le cose nella stesso modo in cui le valutano le persone attorno voi. Questo atteggiamento psicologico è stato mostrato per la prima volta nell’esperimento di psicologia sociale di Ash nel 1956. Il protocollo sperimentale prevedeva il coinvolgimento di 8 soggetti, 7 complici dello sperimentatore e un soggetto sperimentale. Lo sperimentatore presentava loro una prima scheda con tre linee di diversa lunghezza, un’altra scheda in cui era disegnata una linea di lunghezza uguale ad una di quelle della prima scheda, e chiedeva ai soggetti di dire a quale delle linee della prima corrispondesse la linea della seconda scheda. Se i complici rispondevano in maniera concorde e palesemente errata, anche il soggetto sperimentale rispondeva in maniera scorretta, conformandosi al gruppo. Solo una piccola percentuale si sottraeva alla pressione del gruppo, dichiarando ciò che vedeva realmente.
27. Ipergeneralizzazione: Estendere l’esperienza vissuta in una situazione specifica a tutte le situazioni con caratteristiche simile. Ad esempio “Non troverò mai un lavoro”, dopo un solo colloquio andato male.
28. Incolpare gli altri dei propri fallimenti: Considerate che c’è sempre uno spazio di manovra di cui potete approfittare per cambiare le cose attivamente.
29. Cadere vittime della tecnica “piede nella porta”: Consiste nel convincere qualcuno a fare qualcosa introducendo prima una richiesta più piccola. L’idea è che la richiesta più piccola permetta di “mettere il piede per bloccare la porta di casa dell’interlocutore”, in modo che non possa chiuderla e rimanga ad ascoltare il resto. Potrete dunque addurre una richiesta più grande che non sarebbe stata considerata se fosse stata proposta per prima.
30. Cadere vittima della tecnica della “porta in faccia”: Consiste nel fare inizialmente una richiesta elevata, la cui conseguenza è il rifiuto (la classica “porta in faccia”) da un potenziale interlocutore. A questa segue poi una richiesta più piccola che, al netto della prima, sembra più ragionevole dunque nella maggior parte dei casi verrà accettata.
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Ecco un elenco di 30 piccole trappole cognitive molto comuni…
Perchè ritengo utile rendersene conto e, quando possibile, evitare di caderci?
Perchè PENSARE in un certo modo, ha la conseguenza di portarci a SENTIRE certe emozioni….
Ad esempio, pensare in termini tutto o nulla (ossia guardando le cose per estremi: “o sono perfetto, sono un disastro”), ha la conseguenza di metterci a contatto con maggior frequenza con emozioni negative (ansia verso il raggiungimento di una perfezione che di fatto è irraggiungibile, colpa e tristezza per non essere riusciti a raggiungerla), quando un semplice ridimensionamento di pensiero, del tipo “anche se non sono perfetto, posso essere bravo”, può farci affrontare le cose in modo molto più sereno ed efficace…
E voi, in quali di questi tranelli cognitivi cadete più frequentemente?